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Corriere-Scuola, la riforma è legge -Berlusconi: ma la situazione della spesa non ci consente di partire subito Il Centrosinistra prepara i ricorsi alla Consulta. Manifestazione della Cgil

Scuola, la riforma è legge "Dopo 80 anni si cambia" Berlusconi: ma la situazione della spesa non ci consente di partire subito Il Centrosinistra prepara i ricorsi alla Consulta. Manifestazio...

13/03/2003
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Corriere della sera

Scuola, la riforma è legge "Dopo 80 anni si cambia"

Berlusconi: ma la situazione della spesa non ci consente di partire subito Il Centrosinistra prepara i ricorsi alla Consulta. Manifestazione della Cgil

ROMA - Il governo parla di "rivoluzione che ci avvicina all'Europa". L'opposizione annuncia una serie di ricorsi alla Corte costituzionale. Divide la riforma della scuola, approvata ieri dal Senato con 146 sì e 101 no. Divide come normale per una legge che, tra professori e studenti, tocca tutte le famiglie italiane.

AVVIO GRADUALE - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, avverte: "La situazione del Pil e i parametri di Maastricht non ci danno quella capacità di spesa che ci consentirebbe di dare il via alla riforma a partire dal prossimo anno. Lo faremo gradualmente". Poi un impegno: "Garantisco la mia pressione su Tremonti per quei fondi che servono, ma che dipendono anche dall'andamento dell'economia italiana e mondiale". Poche ore dopo il primo risultato: Letizia Moratti e Giulio Tremonti si incontrano proprio a Palazzo Chigi. Un segnale politico dopo gli attriti dei mesi passati: già si lavora sulla copertura dei decreti attuativi.

BERLUSCONI - Non nasconde la sua soddisfazione Silvio Berlusconi: "E' la prima riforma organica dopo quella Gentile del 1923. In questi 80 anni ci sono stati 34 tentativi, tutti falliti". Poi allarga il discorso: "Questa è una delle 24 riforme promesse agli italiani. Andiamo bene: in 100 consigli dei ministri abbiamo approvato 300 provvedimenti, 160 sono già legge".

MORATTI - Il ministro dell'Istruzione scende nei dettagli: "Finora nella scuola italiana c'è stato troppo nozionismo. Il nostro obiettivo è riequilibrare il sapere, il saper fare e il saper essere" mettendo "al centro la persona". Presto sarà emanata una circolare per riaprire le iscrizioni e consentire di sfruttare l'anticipo per materne ed elementari. Dal ministro un consiglio ai genitori: "Valutate serenamente la maturità dei vostri figli: non fate scelte affrettate".

OPPOSIZIONE - Cambiano i toni, non la sostanza: tutta l'opposizione dice no alla riforma con "tre segni meno". Spiega Albertina Soliani (Margherita): "Di fatto si cancella l'obbligo scolastico, mentre il tanto pubblicizzato anticipo è legato alle disponibilità dei Comuni che spesso non hanno i soldi". Andrea Ranieri, responsabile Istruzione per i Ds, parla di "controriforma che si aggiunge ai colpi della Finanziaria". Per Marco Rizzo, Comunisti italiani, si "torna indietro di 40 anni". Per Tommaso Sodano, Rifondazione comunista, la Moratti "riduce l'istruzione all'alfabetizzazione della manovalanza ultraflessibile con la formazione pagata dallo Stato".

SINDACATI - Qui i giudizi si dividono. Enrico Panini, Cgil, è il più duro e annuncia per il 12 aprile una manifestazione nazionale di protesta che seguirà lo sciopero sul contratto del 24 marzo. Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, parla di "giornata di lutto". Ma c'è anche chi, come Fedele Ricciato dello Snals, garantisce il "massimo impegno per l'attuazione della legge". E chi, come Giorgio Rembado dell'associazione presidi, parla di provvedimento "positivo" nonostante le preoccupazioni sulla copertura finanziaria. Giudizio favorevole dal presidente di Confindustria, Antonio D'Amato: "Avevamo bisogno di una riforma che affrontasse i nodi della scuola per dare competitività e qualità allo sviluppo".
Lorenzo Salvia


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