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Corriere-SCUOLA CHIUSA E DIMENTICATA

L'invisibile condizione giovanile SCUOLA CHIUSA E DIMENTICATA Non è chiaro in quale partita di bilancio le nuove generazioni iscriveranno l'ulteriore anno che sono costrette a per...

20/07/2002
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Corriere della sera

L'invisibile condizione giovanile

SCUOLA CHIUSA E DIMENTICATA

Non è chiaro in quale partita di bilancio le nuove generazioni iscriveranno l'ulteriore anno che sono costrette a perdere con lo slittamento della riforma scolastica. Fatti i conti dei lavori parlamentari, i tempi risultano scaduti, il dibattito in aula al Senato è previsto per il 30 luglio. Ma poi si va in vacanza. Proprio una settimana fa si era appreso che la disoccupazione giovanile ha toccato il 29,5 per cento, diventando un record europeo. Il mancato irrobustimento di competenze linguistiche, matematiche e tecnologiche accentua il disagio italiano dentro il mercato continentale del lavoro.
Il ritardo della nuova scuola apre una questione di tempi e una di contenuti. Non sarà un danno enorme mancare l'occasione di iscrivere i figli alle elementari prima che abbiano raggiunto i sei anni, com'è permesso dalla riforma. Se l'80 per cento dei giovani italiani vive in famiglia fino a trent'anni contro l'80 per cento dei coetanei europei che hanno già raggiunto l'indipendenza abitativa, non è la fretta la maggiore delle necessità.
Ma il calendario si lega in molti punti alla sostanza. Lasciare le cose a mezz'aria, esposte agli spifferi settembrini della contestazione, non giova alla scuola nel suo insieme e impoverisce di preparazione una parte dei giovani che nel frattempo via via escono dalla scuola per andare a cercare un lavoro. Prima di andare in ferie, si dovrà pur arrivare almeno a capire intorno a che cosa esista una qualche volontà sufficiente a mettere d'accordo le idee annunciate e il varo della legge che da esse dovrebbe uscire. Le forze politiche talvolta sono capaci di scatti miracolosi.
L'importante è far svaporare la "sindrome di Sansone". Molti preferiscono infatti far finire tutti, filistei e non filistei, sotto le macerie della scuola piuttosto che veder ristrutturato da mani non proprie il fatiscente palazzo dell'istruzione. Una scuola moderna è in realtà oggi l'unica in grado di riequilibrare le diseguaglianze anagrafiche che caratterizzano l'Italia. Per restituire ai giovani una competitività europea sono necessari un sistema efficace di formazione professionale e un metodico orientamento nelle scelte dei percorsi di studio e delle carriere. Avallata da un referendum, la modifica del titolo quinto della seconda parte della Costituzione consente alle Regioni di anticipare porzioni della riforma che il Parlamento sta invece rimandando. Alcune Regioni, fra cui la Lombardia, hanno firmato o stanno firmando convenzioni con il ministero della Pubblica Istruzione per avviare in maniera sperimentale alcuni punti del progetto in materia di formazione.
Forse in questo modo si riuscirà a dare ai giovani qualche ora in più piena di significati. Oggi per colpa di una scuola inadeguata e di un collocamento farraginoso soltanto il 38% dei giovani sotto i trent'anni è economicamente autosufficiente. L'abbondanza di tempo libero insignificante caratterizza la condizione giovanile. Duecento anni fa un uomo campava in media trecentomila ore. Oggi si campa in media 700 mila ore. Rispetto a due secoli fa, il blocco complessivo dedicato allo studio e al lavoro, che prima era di 110 mila ore, è diminuito di circa 10 mila ore. Per altre 290 mila si mangia e si dorme. Restano ben 300 mila ore per il tempo libero. Quando finalmente i giovani riescono a trovare un lavoro, il loro stipendio di solito aumenta con il tasso dell'inflazione, cioè del 2-3 per cento per anno. Il prezzo medio degli appartamenti, negli ultimi quattro anni, è invece aumentato dell'80 per cento. Anche il sogno di una casa in Italia per i giovani è un lusso.
di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI


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