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Corriere-Scuola, a rischio 15 direttori regionali su 19

Gli effetti della legge Frattini sullo "spoils system". Conferme sicure solo per Lombardia, Lazio, Sardegna e Puglia Scuola, a rischio 15 direttori regionali su 19 Voci su un'ondata di rimozioni...

13/09/2002
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Corriere della sera

Gli effetti della legge Frattini sullo "spoils system". Conferme sicure solo per Lombardia, Lazio, Sardegna e Puglia

Scuola, a rischio 15 direttori regionali su 19

Voci su un'ondata di rimozioni per i dirigenti regionali. "Faremo ricorso alla Corte Costituzionale"

ROMA - Quindici direttori su diciannove. La notizia rimbalza dal palazzone di viale Trastevere alle sedi decentrate, i "ministeri regionali" dell'Istruzione. Quindici poltrone di altrettanti direttori regionali, assunti negli ultimi mesi del governo di centrosinistra, sarebbero pericolanti, prossime al ribaltamento. Gli effetti dello "spoils system" stanno per investire anche i vertici dell'Istruzione. Questione di qualche settimana e il ministro Letizia Moratti annuncerà ai suoi collaboratori che ha in mente per loro un nuovo incarico. Il termine ultimo per notificare lo spostamento scade il 5 ottobre, sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge Frattini. I megadirigenti a capo delle direzioni generali di viale Trastevere invece tirano un respiro di sollievo. La mannaia - tre di loro sarebbero di troppo - non entrerà in funzione prima del varo del nuovo regolamento.
L'ondata di sostituzioni si prevede superiore a quelle paventate nella altre amministrazioni. E probabilmente scatenerà una controffensiva di ricorsi individuali. "Ci sono sufficienti motivi per opporsi, potremo andare fino alla Corte Costituzionale", annuncia Giorgio Rembado presidente della federazione dei dirigenti della funzione pubblica della Cida, nonchè presidente dell'associazione dei presidi (Anp). La prospettiva per i "ministri regionali" dell'istruzione è di rientrare nei ranghi meno remunerati e prestigiosi della dirigenza di seconda fascia, dopo un intervallo di un anno dedicato alla ricerca e allo studio.
Intanto loro, i direttori interessati, i pochi che resteranno e i molti che secondo voci insistenti cambieranno incarico, affrontano il momento più difficile: l'avvio dell'anno scolastico e della sperimentazione. E a giudicare dai risultati - le operazioni di nomina dei professori si sono concluse in tempo quasi dappertutto - ce la stanno mettendo tutta per dimostare al ministro che sanno fare il loro mestiere. "La situazione è cambiata - dice un direttore generale che preferisce restare anonimo -. Non ci sono più certezze: devi attuare la politica scolastica decisa dal ministro e dimostrare che sei bravo. Un tempo eravamo nominati dal Consiglio dei ministri: si abbandonava lo status di dirigente e si diventava direttori generali per sempre. Ora invece si mantiene la qualifica di base e si acquisisce un incarico temporaneo".
I direttori regionali sono chiamati a svolgere un incarico fondamentale nel nuovo assetto decentrato dell'amministrazione scolastica voluto dall'ex ministro Luigi Berlinguer. Devono traghettare il sistema dell'istruzione dal vecchio modello centralistico al nuovo modello regionale. E poi ci sono le riforme sulla quali punta con decisione il ministro Moratti e che sono al centro di un dibattito acceso nel Paese e dentro le scuole.
Nel valzer delle poltrone in viale Trastevere, che si annuncia abbastanza affollato, entrerebbe anche la condivisione della linea di politica scolastica del governo. I "ministri regionali" che si sono mostrati tiepidi, poco convinti, potrebbero essere quelli invitati a fare le valigie. E non va escluso l'atteggiamento di maggiore o minore collaborazione con i "governatori" regionali, i quali, con il conferimento di compiti e funzioni amministrative, sono diventati dei veri e propri partner dei direttori nominati da viale Trastevere. E da ultimo può aver anche contribuito anche la sensibilità mostrata nei confronti della tanto discussa sperimentazione della riforma.
Tra i "ministri" regionali che si avviano alla riconferma ci sarebbero quelli della Lombardia e del Lazio, Mario Dutto ex direttore generale e Francesco De Sanctis, ex provveditore di Milano, prima inviato in Veneto da De Mauro e poi trasferito alla direzione del Lazio dalla Moratti. Sono le due regioni dove la concentrazione di studenti e docenti è tra le più alte d'Italia. Nel toto-direttore vengono dati per riconfermati anche i direttori della Sardegna, Armando Pietrella, ex vice capo di gabinetto, nominato direttore da De Mauro e quello della Puglia, Giuseppe Fiori. Si appresterebbero invece a lasciare ad altri il loro incarico i direttori delle restanti regioni.


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