Corriere-Roma-La Manifestazione

MANIFESTAZIONE
La protesta dei precari

Dina Di Fonzo ha 42 anni e ha trovato una cattedra (provvisoria) a Varese: "L'anno scorso la mia bambina di sei anni non mi ha parlato al telefono per un mese: era arrabbiata perché le avevo preferito il lavoro". Silvia Benzi, 37 anni, ha un mutuo da pagare e il quarto figlio in arrivo: "Prima nella precarietà c'era una forma di stabilità: venivo assunta a settembre e licenziata a giugno. Ora sono disoccupata". E Marco Murgia, 39 anni, non ha neppure il reddito del coniuge su cui contare: "Mia moglie era infermiera professionale, ma ha lasciato. Per forza, abbiamo cinque bambini". Sono 500 i precari della scuola convenuti, ieri mattina, a piazza Montecitorio per reclamare "l'equiparazione di tutte le abilitazioni, norme di transizione che ristabiliscano l'equilibrio sconvolto e immediate immissioni in ruolo". Hanno viaggiato in treno, in auto e in traghetto da ogni Regione d'Italia e adesso gridano "Vergogna" al governo, che li ha ricacciati in fondo alle graduatorie. Dopo anni di precariato - fra loro c'è chi è abilitato dal '90 - si sono visti sottrarre le ambite supplenze annuali dai "sissini", cioè da coloro che hanno frequentato le Scuole di specializzazione per insegnanti secondari. "Ci hanno preso a calci in faccia", sintetizza Aureliana Scotti. Nei mesi scorsi c'erano stati colloqui e promesse, ma ieri le porte del Parlamento e del ministero dell'Istruzione sono rimaste chiuse. Ai precari è stato offerto un incontro con un funzionario, ma la risposta - corale - è stata un "no".
L. D. G.