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Corriere - Roma -L'ALTERNATIVA AL MURETTO

Scuole romane e tempo pieno L'ALTERNATIVA AL MURETTO di ERALDO AFFINATI Il tempo pieno, vale a dire la possibilità da parte degli alunni più piccoli di frequentare l'istituto scolasti...

05/12/2003
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Corriere della sera

Scuole romane e tempo pieno
L'ALTERNATIVA AL MURETTO

di ERALDO AFFINATI

Il tempo pieno, vale a dire la possibilità da parte degli alunni più piccoli di frequentare l'istituto scolastico anche di pomeriggio usufruendo di un servizio mensa, nacque nel 1971 con la legge 820 destinata a entrare nella storia della pedagogia italiana. Il legislatore recepiva un'esigenza importante: trasformare in senso comunitario il processo educativo del bambino. Il che significa accendere le luci dell'istituto, superare l'idea del vecchio doposcuola, favorire l'integrazione delle diversità, coinvolgere i genitori, collaborare coi Comuni, sperimentare nuove tecniche didattiche realizzando una vera coralità educativa. Si torna a discutere di tempo pieno dopo che l'assessore capitolino Maria Coscia e con lei il Consiglio comunale - con un documento approvato ieri - hanno ventilato il rischio di una diminuzione dei fondi necessari per continuare a finanziarlo nei modi e nelle forme in cui è avvenuto finora. Dal ministero è arrivata una secca smentita. Ma la lettura del decreto attuativo del 12 settembre scorso (il primo della tanto dibattuta sebbene ancora poco conosciuta Riforma Moratti) qualche dubbio in merito lo lascia. Senza entrare troppo nei dettagli, ci limitiamo a formulare una domanda: non è che dietro il concetto della flessibilità del tempo scuola si celi la volontà di delegare all'esterno i servizi pomeridiani? Nella manifestazione romana di sabato scorso abbiamo visto molti insegnanti e genitori chiedere maggiore chiarezza al riguardo. Per capire meglio la questione, facciamo un passo indietro.
Roma è sempre stata l'ago della bilancia nazionale del tempo pieno: pur non avendo mai avuto le percentuali di Bologna o Milano dove, nelle scuole elementari, l'adesione ha raggiunto punte pari all'85%, allo stato attuale nella nostra città 650 istituti possiedono classi con lezioni prolungate, 140.000 bambini (38 mila della materna statale, 90 mila delle elementari e 15 mila delle medie) frequentano l'aula anche di pomeriggio e le richieste delle famiglie, negli ultimi anni, sono decisamente aumentate. In certe zone le scuole elementari, anche grazie alle attività pomeridiane, rappresentano da tempo innegabili punti di aggregazione sociale: pensiamo alle comunali come la "Manzoni" di via Populonia, la "Leopardi" a Monte Mario, la "Colasanzio" al Trionfale, la "Marchisio" a Torre Spaccata. Personalmente ricordo la Scuola media di via degli Orfini, sulla Casilina, dove insegnai qualche anno fa: i ragazzi, se non avessero avuto la possibilità di restare a scuola nel pomeriggio, frequentando qualche laboratorio o giocando a pallone, non avrebbero saputo dove andare. Inoltre in quel modo anche i meno bravi provavano a integrarsi: uscire dal gruppo classe, confrontandosi con altri coetanei, li aiutava.
Oggi si parla molto di percorsi differenziati, ma per quei genitori che non avranno i soldi necessari a pagare i corsi d'inglese e le ore di palestra dei loro figli il destino sarà uno solo: dovranno rassegnarsi a vederli trascorrere l'intero pomeriggio davanti al muretto.

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