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Corriere-Roma- I PRECARI MORTIFICATI

Scuola, supplenze e carabinieri I PRECARI MORTIFICATI di GIORGIO DE RIENZO Tra luglio e agosto, nel pieno della calura estiva, puntuale scoppia la guerra dei precari della Scuola: di ch...

01/08/2003
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Corriere della sera

Scuola, supplenze e carabinieri
I PRECARI MORTIFICATI

di GIORGIO DE RIENZO

Tra luglio e agosto, nel pieno della calura estiva, puntuale scoppia la guerra dei precari della Scuola: di chi cioè cerca di afferrare un anno di lavoro, dopo aver vagato tra cattedre disperse in tutto il territorio, cambiando sede e qualche volta materia d'insegnamento. Le cronache hanno parlato di professori "mortificati", accalcati nei corridoi dell'Ufficio scolastico regionale di Roma all'Esquilino, ad aspettare di conoscere il proprio destino che venisse da una chiamata, all'aprirsi di una porta. Si sono ascoltati, sopra il mugugno generale, urla e insulti, sono volate anche botte e c'è stato addirittura l'intervento dei carabinieri. La contesa più importante è tra i docenti più anziani, ormai definiti, con sadica ironia, "precari storici" e quelli più giovani che hanno frequentato e superato le prove delle Scuole di specializzazione, da pochi anni istituite dal ministero. Nel retroscena ci sono, dall'una e dall'altra parte, ricorsi ai Tar, i quali con sentenze contraddittorie hanno prima dato e poi tolto ai primi 18 punti: il che significa una salita e poi una discesa a capitombolo nelle graduatorie di centinaia di posti.
Anche se oggi è ridimensionato, il fenomeno del precariato rappresenta un vero cancro della Scuola, creato da un marasma di leggi e leggine, che si sono accumulate in una trentina d'anni e hanno determinato a catena (quasi a caso) misteriosi privilegi e palesi ingiustizie. Questa matassa di provvedimenti sempre frettolosi e approssimativi rischia di paralizzare o almeno di ostacolare il regolare inizio delle lezioni e crea di fatto balletti di cattedre, spostamenti da un giorno all'altro di professori, con un danno patito senza colpa dagli studenti.
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Giovanardi, ha promesso un rapido decreto legge che riporti la normalità e sappia "tenere conto di ogni legittima aspirazione". Lo attendiamo con poca fiducia. Dovrebbe essere un decreto legge miracoloso.
Ma c'è davvero una possibile soluzione? In realtà ce ne potrebbero essere due, anche se al momento risultano impraticabili. Poiché i contendenti attuali sono quasi tutti vincitori di un concorso o hanno acquisito un titolo per legge equivalente, si potrebbero (come ha suggerito la Cgil) sbloccare le nomine a ruolo di "decine di migliaia di posti vacanti", con l'immissione dei precari. Ma - si sa - i soldi a disposizione della Scuola sono pochi e in gran parte convogliati per far partire la Riforma. L'altra soluzione che ridurrebbe in modo vistoso la piaga del precariato (ma non i problemi dei precari) sarebbe quella di ridimensionare drasticamente il fenomeno aberrante dei "comandi". Ci sono infatti ancora migliaia e migliaia di docenti che non insegnano più, "comandati" con varie funzioni al servizio di partiti e sindacati, centri di studi o enti fantasma ad essi collegati (soprattutto a Roma), che creano spazi vuoti da riempire anno per anno e rendono così cronico il fenomeno del precariato. Avrà il ministro Giovanardi il coraggio di sciogliere questi due grossi nodi?


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