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Corriere-Roma-I MIRACOLI DELLA SCUOLA

Emergenze, fondi, precari I MIRACOLI DELLA SCUOLA di PAOLO FALLAI La sperimentazione è finita. Il prossimo anno scolastico si aprirà a Roma e nel Lazio con alcune certezze: la scuola del...

01/09/2003
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Corriere della sera

Emergenze, fondi, precari
I MIRACOLI DELLA SCUOLA

di PAOLO FALLAI

La sperimentazione è finita. Il prossimo anno scolastico si aprirà a Roma e nel Lazio con alcune certezze: la scuola dell'autonomia ha le casse vuote, non c'è nessuna garanzia che gli insegnanti saranno tutti al posto giusto nel giorno giusto, le ore d'inglese non sono garantite, i laboratori d'informatica sono sempre stati una rarità e il tempo pieno non ci sarà per tutti. Niente male, per essere uno degli indicatori che segnano il livello di civiltà di una comunità. Ma non devono preoccuparsi le famiglie, a due settimane dal primo giorno di scuola: il 15 settembre le aule si apriranno e l'anno scolastico in qualche modo prenderà il via. Esattamente come un anno fa, quando questa cronaca si trovava a registrare che all'Istituto professionale per il turismo "Domizia Lucilla" in un'aula si erano ritrovati in quaranta ragazzi; o che in una scuola materna all'Axa i genitori si chiedevano se una struttura palesemente inadeguata possa definirsi, dopo oltre vent'anni di esercizio, ancora "provvisoria".
In attesa che qualcuno la prenda sul serio, la scuola si attrezza facendo i consueti miracoli: a cominciare dal direttore dell'ufficio scolastico regionale, Francesco De Sanctis, che si sta specializzando nella raccolta di fichi secchi per nozze sempre più rischiose. Ma la miracolistica è abitudine diffusa tra banchi e lavagne, come raccontano insegnanti che hanno raggiunto e superato i venti anni di servizio, ma non sono riusciti ad uscire dalla condizione di precari. E che insieme ai loro colleghi di ruolo dividono il privilegio di essere l'unica categoria di intellettuali cui non viene riconosciuto neanche il minimo per tenersi aggiornati.
In questa situazione a Roma, faranno fatica a farsi notare altre due emergenze e i tentativi, lodevoli, che sono in corso per combatterle. La prima riguarda i libri di testo e in generale la documentazione: anche in quegli istituti che in questi anni hanno cercato di dotarsi di una biblioteca, non solo sono finiti i fondi, ma spesso non sono più disponibili gli insegnanti che se ne occupavano. Sembra perfino banale ricordare che questi piccoli centri culturali rappresentano la prima risposta al "caro libri" e al dovere di mettere tutti gli studenti nelle migliori condizioni di apprendimento. Queste biblioteche scolastiche non sono isole, rappresentano un patrimonio cui potrebbero partecipare - volendo - i municipi, le associazioni di quartiere, gli stessi genitori. E potrebbero usare esperienza, titoli e consigli del circuito delle Biblioteche comunali romane.
La seconda emergenza che si profila riguarda gli studenti disabili. Dalle prime rilevazioni il loro numero risulta in aumento: da anni il numero degli insegnanti di sostegno è in calo. L'anno scorso i primi giorni di scuola furono segnati dalle proteste dei genitori di questi ragazzi. Ci sono quindici giorni per capire se anche quest'anno a pagare per primi saranno i più deboli.
pfallai@corriere.it

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