Corriere-Quel sapore di camomilla

. QUEL SAPORE DI CAMOMILLA
di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI

Campeggia la rassicurante sensazione del luogo comune dalla prima prova scritta della Maturità. È una presenza regina: meglio uno spunto ovvio che uno velleitario e fumoso. In tanta omogeneità c'è una eccezione: la traccia su Papa Roncalli. Riproposto con una lettura ultramoderna, Giovanni XXIII fu piuttosto Pontefice della continuità, pur nella audacia della convocazione del Concilio. E' una buona idea il tentativo di ragionare sul ruolo della Chiesa nei decenni più recenti, con il superamento della divisione del mondo in due blocchi. Senonché alla maggior parte dei ragazzi non è mai stata insegnata la storia degli ultimi papi e si è rischiato quindi di stimolare una riflessione solo su quanto tanti studenti si ricordano di uno sceneggiato tv seguito distrattamente. Per non parlare del "travaglio" cattolico che Roncalli, secondo la traccia del tema, avrebbe avviato a soluzione con il Vaticano II. Si può solo osservare che la Chiesa non è una puerpera. L'espressione è davvero banale. L'attualità, solo apparentemente generica, si affaccia questa volta con toni pacati dal tema generale: lo scorso anno l'assunto che paesi e città custodiscono il patrimonio della nazione sarebbe parso dettato da Monsieur de la Palisse. Quest'anno, mentre nasce la "Patrimonio s.p.a.", sugli "immensi" tesori artistici e monumentali del Paese si scatena una polemica aspra e trasversale ai partiti. Speriamo che nessun candidato abbia poi sbrigativamente concluso che è in progetto la svendita del Colosseo per salvare il pubblico bilancio. Meglio lasciare questi eccessi alla politica.
L'elenco degli spunti aggiornati è lungo: 1) Si ripresenta Internet, appena vietata via computer e via cellulare nella caccia alle scopiazzature telematiche; 2) Non era stravagante citare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e neppure la riforma delle pensioni se si decideva di avventurarsi lungo la traccia sul welfare . 3) Quanto alla memoria storica fra custodia del passato e progetto del futuro c'era soltanto il dubbio della scelta per chiunque avesse voluto parlare di cose dei nostri giorni.
Mentre si svolge una prova di massa segnata da una ritualità emotiva, vorrei tenermi lontano dall'operazione di irritante arroganza di giudicare il lavoro di chi professionalmente è chiamato a sua volta a definire gli strumenti necessari per giudicare mezzo milione di compiti scritti. Lascio quindi agli addetti ai lavori anche l'opera filologica di cogliere non poche inesattezze in alcuni particolari delle tracce (le poesie di Saba, Sbarbaro, eccetera). Mi permetto una sola osservazione, positiva: un po' ecumeniche, queste tracce alla camomilla non possono davvero essere accusate di marcare una scuola di parte, né di destra né di sinistra. Non si colgono sottintesi ideologici né inviti ad enfasi faziosa né revisionismi storici, in queste diverse tracce. Concluso un anno scolastico carico di slogan, con il caldo e la stanchezza c'era poca voglia in giro di buttarla ancora una volta in politica e in polemica.
Ci sarebbe di che accontentarsi, in attesa di una riforma che non può tardare ancora molto. Fra qualche giorno il compito da svolgere passa al legislatore: la riforma della scuola, arrivata in Parlamento, è come una traccia di esami. Chiede di essere scelta e poi definita. Oppure se ne può preferire un'altra. L'importante è non lasciare che il tempo scada, sennò si perde un altro anno, esattamente come avviene alla maturità. Per chi alla fine non svolge alcun argomento, c'è solo la bocciatura.

Gaspare Barbiellini Amidei