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Corriere - Prof e studenti, prove tecniche di futuro

Dal voto in condotta alla riduzione delle ore: il 19 e il 20 dicembre l'incontro della svolta. E i collettivi organizzano la protesta Prof e studenti, prove tecniche di futuro La scuola milanese...

10/12/2001
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Corriere della sera

Dal voto in condotta alla riduzione delle ore: il 19 e il 20 dicembre l'incontro della svolta. E i collettivi organizzano la protesta

Prof e studenti, prove tecniche di futuro

La scuola milanese prepara gli Stati generali di Foligno: portiamo i bambini in classe a cinque anni

Manca poco. Solo nove giorni. Per prepararsi, per riflettere, per organizzarsi. E poi partire. Destinazione Foligno, Auditorium di San Domenico. Dove il ministro Letizia Moratti inaugurerà gli Stati Generali dell'Istruzione. Due giorni, il 19 e il 20, di scuola protagonista. E qui, la "scuola reale" dirà la sua. O almeno ci proverà. Pronti a partire presidi, professori e studenti. Hanno le idee chiare, sanno cosa chiedere e preparano le proteste. Modi diversi per raggiungere un unico obiettivo: far sentire la propria voce. Chi per criticare, chi per applaudire un'altra rivoluzione annunciata, la riforma Moratti. Si cambia di nuovo. Due riforme in tre anni e un paradosso italiano. Siamo gli unici ad avere tre "scuole" in una: quella reale di tutti i giorni, quella nuova, riformata l'altro ieri da Berlinguer, e infine quella nuovissima, disegnata dallo staff di Giuseppe Bertagna su commissione del ministro Moratti. Tanti quindi i dubbi e le perplessità di chi nella scuola ci vive, costruendone un pezzo ogni giorno. Salvare i cinque anni della scuola superiore? Contestare il voto di condotta che torna a far media? Opporsi alla riduzione delle materie e dell'orario?
"La questione centrale non è tanto il numero degli anni, quattro o cinque - spiega Giovanni Gaglio, preside dell'istituto magistrale Agnesi - quanto quella di assicurare la possibilità di "riorientare" le scelte fatte dallo studente e il raggiungimento dei livelli delle migliori scuole d'Europa". Il numero degli anni di scuola è invece il punto centrale di cui bisognerebbe discutere agli Stati Generali, secondo Antonio Marro, preside dello storico liceo classico Beccaria. Lui a Foligno ci sarà: "È sbagliato ridurre le superiori a quattro anni, perché oggi il biennio è un momento fondamentale per la preparazione al triennio", una fase di transizione, spiega, dalle medie alle superiori che serve ad insegnare ai ragazzi il nuovo metodo di studio. "Troppo spesso - continua - i professori si preoccupano solo delle materie da spiegare e i ragazzi sono lasciati da soli, come se dovessero già sapere tutto". E invece "gli studenti devono tornare al centro della scuola, bisogna comunicare con loro: il biennio ha proprio questa funzione". Ma le famiglie non se ne rendono conto: "Per loro la cosa importante è che i loro figli finiscano prima la scuola". Allora Marro fa la sua proposta: "Mantenere i 13 anni di scuola complessivi e far andare in classe i bambini già a cinque anni".
D'accordo anche Bruna Sinnone, preside dell'Itc Besta: "Ogni anno che passa, i ragazzi sono sempre meno preparati. Anticipiamo piuttosto le elementari. I bambini, a cinque anni, sanno già leggere e scrivere". Perplessa rimane anche Stefania Pizzuto, direttrice del III Circolo didattico di Rozzano, soprattutto sull'ipotesi del "maestro prevalente". Un ritorno al passato? "Alla maestra unica non si torna di certo - dice -, perché una figura di coordinamento serve per amalgamare i diversi saperi offerti alla classe". E aggiunge che "abituarci al tempo pieno e ai moduli non è stato semplice, ma ormai le cose funzionano bene e anche i genitori non possono più rinunciarci". Carla Santini, maestra alle elementari di via Foscolo, con 33 anni di esperienza, appoggia l'idea della maestra prevalente, anche se "con tanti insegnanti, il bambino forte riesce a reggere e a paragonarsi con tutti, è il bambino debole che perde". Nicoletta Romita, insegna scienze sociali all'istituto Agnesi: "Di una cosa sono fermamente convinta: al docente manca un anno sabbatico, ogni tre di insegnamento, per un aggiornamento universitario serio, rigoroso, meglio se all'estero".
Più agguerriti invece gli studenti milanesi. Loro si stanno organizzando all'appuntamento del 19 dicembre con un tam-tam su internet. Il Coordinamento dei collettivi studenteschi sarà a Foligno insieme ai collettivi di tutta Italia. "Saremo almeno in diecimila", prevede Luca che si sta occupando dell'organizzazione della trasferta. "Chiederemo l'annullamento degli Stati Generali, perché è inutile che un piccolo gruppo di persone parli di scuola, lasciando fuori quelli che nella scuola ci vivono tutti i giorni". Manifestazioni e cortei in programma per protestare contro tutta la riforma, ma soprattutto "per far capire che la scuola non si cambia senza ascoltarci". Protesta Luca: "Nessuno ci invita, nessuno ci ascolta e allora noi rifiutiamo tutta la riforma in blocco".
Giuseppe Tesorio Claudia Voltattorni


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