FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3771599
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere-Pezzotta: l'unità sindacale è ora soltanto un'illusione

Corriere-Pezzotta: l'unità sindacale è ora soltanto un'illusione

Pezzotta: l'unità sindacale è ora soltanto un'illusione Il segretario generale della Cisl: sui metalmeccanici Cgil sbaglia Nella riforma fiscale serve più equità tra lavoratori e p...

02/11/2002
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Pezzotta: l'unità sindacale
è ora soltanto un'illusione

Il segretario generale della Cisl: sui metalmeccanici Cgil sbaglia Nella riforma fiscale serve più equità tra lavoratori e pensionati

ROMA - Dice di non essere "alla ricerca di rotture". Ne fa anche una questione di stile. Perché, afferma Savino Pezzotta, "i toni sono importanti per chi è convinto che sia ancora possibile trovare qualche convergenza". Malgrado ciò il segretario generale della Cisl non si fa illusioni: "L'illusione che dopo lo sciopero generale si potesse tornare a una unità era, appunto, un'illusione. Perché per raggiungere l'unità bisogna avere un progetto comune". Che non c'è. Sbaglio?
"No, e me ne dispiaccio. In questa fase qualcuno ha scelto di fare alleanze con altri piuttosto che con i sindacati. Allearsi significa mediare su posizioni diverse, cosa che non ho riscontrato".
Ci sarebbe stato un terreno possibile di mediazione con la Cgil di Guglielmo Epifani?
"Ero andato perfino al seminario dei Ds a Firenze a rivolgere un appello alla Cgil, chiedendo di non presentarci alla trattativa per il contratto dei metalmeccanici con piattaforme separate, e quale risposta ho ricevuto? Che era un problema di categoria. Andiamo!"
Perché, forse non lo è?
"Il fatto è che possiamo pure dividerci nel confronto con il governo. Ma se perdiamo sui contratti perde il sindacato. Dico che se andiamo al contratto dei metalmeccanici con tre piattaforme la situazione diventa complicatissima".
E' anche la conseguenza della fine della concertazione. Morta, secondo la Cgil, con il patto per l'Italia che lei ha firmato.
"La verità è che noi abbiamo cercato di ripristinare la concertazione. Se la Cgil non si fosse sottratta all'accordo avremmo certamente avuto più forza per ripristinarla. Ma se ora guardo ai metalmeccanici capisco tante cose".
Quali?
"Ho l'impressione che qualcuno veramente volesse uscire dallo schema della concertazione".
Come fa a dirlo?
"La piattaforma della Fiom è in linea con lo spirito dell'accordo di concertazione del 23 luglio 1993? Io dico di no".
Perché?
"Perché va oltre tutti i parametri".
La rivendicazione economica è eccessiva?
"Ognuno può fare quello che vuole, ma qui si tratta di rispettare gli accordi. Almeno nello spirito. E se non rispetta l'accordo del luglio 1993 chi dice che dobbiamo stare dentro un tasso d'inflazione programmata dell'1,4%, irrealistico, non lo rispetta nemmeno chi va tanto oltre".
A questo punto tanto vale metterci ufficialmente una pietra sopra.
"L'esigenza della concertazione non è venuta meno. Da un certo punto di vista è quello che sta avvenendo dopo l'accordo del 5 luglio. E il fatto che questa maggioranza autoreferenziale abbia modificato la sua posizione sul mezzogiorno è la dimostrazione che il governo è costretto a dialogare con le parti sociali: nelle società complesse non si governa solo vincendo le elezioni".
C'è chi sospetta che il governo voglia dialogare solo con le parti considerate ami che. Non è così?
"La Cisl ha 50 anni di storia di autonomia, che ha sempre pagato cara. Non sono amico di questo governo, ma mi confronto con questo governo perché è quello che hanno scelto gli italiani".
Le proteste della Cgil per essere stata esclusa da una riunione sulla Finanziaria dimostra tuttavia che un problema c'è.
"Certo. Il problema è che qualcuno ha firmato il patto per l'Italia e qualcun'altro non l'ha firmato. Non ci possiamo girare intorno. A meno che la Cgil non dica che vuol gestire l'attuazione di quell'accordo. Io però non mi sento di chiederglielo, perché rispetto le loro posizioni".
A quella riunione mancavano anche gli altri firmatari del Patto diversi da Cisl, Uil e Confindustria. Non è un secondo problema?
"Vorrei sapere quanti di loro si sono impegnati per far cambiare la Finanziaria. C'è chi ha fatto assemblee nazionali mentre sembrava che gli altri accettassero supinamente tutto. Certo che era meglio chiamarli, ma non mi sono mai scandalizzato quando il governo ha convocato solo la Confindustria".
Gli altri non l'hanno presa così.
"Ci sono sindacati che rappresentano milioni di persone e associazioni che ne rappresentano migliaia. Non dico che non hanno il diritto di negoziare, ma servono regole, perché con i tavoloni di 37 rappresentanze è difficile concludere".
Il maxiemendamento alla Finanziaria le piace?
"Sì per le cose che sono state cambiate. Ma ci sono ancora questioni aperte. Per l'innovazione e la ricerca non c'è niente. Vogliamo un confronto sulle Infrastrutture. E chiediamo equità sulla riduzione della pressione fiscale perché c'è grande disparità fra i pensionati e i lavoratori attivi, che risultano favoriti".
Sergio Rizzo


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL