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Corriere-Ministeriali, si tratta a oltranza Sul tavolo aumento di 104 euro

ministro Mazzella: spero di chiudere domani Ministeriali, si tratta a oltranza Sul tavolo aumento di 104 euro ROMA - Domani sindacati e Aran (agenzia governativa per la contrattazione nel p...

18/02/2003
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Corriere della sera

ministro Mazzella: spero di chiudere domani

Ministeriali, si tratta a oltranza Sul tavolo aumento di 104 euro

ROMA - Domani sindacati e Aran (agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego) tenteranno di andare alla stretta sul rinnovo del contratto degli statali. Dovrebbe infatti partire una trattativa a oltranza per chiudere il contratto dei dipendenti dei ministeri e aprire così la strada al negoziato per il rinnovo di tutti gli altri contratti del pubblico impiego (scuola, enti locali, parastato, sanità, eccetera), che interessano in tutto circa tre milioni e mezzo di lavoratori. Se il tentativo dovesse fallire, si andrebbe verso uno sciopero generale dei dipendenti pubblici, spiega Antonio Foccillo, che però aggiunge: "Noi andiamo all'incontro per chiudere i contratti e speriamo di riuscirci". A dividere Aran e sindacati ci sono circa 4 euro al mese. Tanto vale la differenza tra l'aumento medio della retribuzione offerto dal governo (5,66% per il biennio 2002-2003, il contratto è infatti scaduto il 31 dicembre 2001) e il 5,96%, considerato dai sindacati il minimo per chiudere. Se ci sarà accordo, l'aumento medio dovrebbe essere di 103-104 euro. "Mi auguro che domani, il 19, si potrà annunciare la buona notizia", dice il ministro della Funzione pubblica, Luigi Mazzella. Che spiega: "Il problema ancora aperto è quello del reperimento tecnico delle risorse. L'Aran è stata incaricata di risolverlo". Su questo ieri c'è stata polemica tra il sottosegretario Learco Saporito e i sindacati. Saporito, in alcune dichiarazioni poi smentite, ha suggerito di risolvere il problema spostando una parte dei fondi previsti per finanziare gli aumenti di stipendio legati alla produttività (gli integrativi) verso gli aumenti tabellari per recuperare il differenziale d'inflazione. La mossa è stata respinta con ironia da Cgil, Cisl e Uil, che pur dicendosi pronte a incassare, hanno invitato il governo "a un po' di serietà e coerenza" rispetto all'obiettivo di premiare l'efficienza nella pubblica amministrazione.
Se il contratto degli statali potrebbe essere più vicino, quello dei metalmeccanici (un milione e mezzo di lavoratori) resta lontano. La trattativa è ostacolata dalle divisioni nel sindacato (Cgil, Cisl e Uil hanno presentato ciascuna una diversa piattaforma) e dallo scontro tra la Federmeccanica e la Fiom-Cgil sullo sciopero del 21 febbraio. L'associazione delle imprese minaccia sanzioni economiche a carico di chi sciopererà (appellandosi a una clausola del contratto che prescrive una tregua di 4 mesi). La Fiom respinge questa iniziativa giudicandola illegittima (la tregua vale solo per gli scioperi sul contratto mentre quello del 21 è per chiedere una nuova politica industriale, dice la Fiom) e diffida la Federmeccanica dal procedere con le sanzioni. Ieri c'è stato un nuovo incontro tra le parti, ma è andato male. Si è discusso del capitolo del contratto riguardante la formazione. La Federmeccanica, d'accordo con Cisl e Uil, vorrebbe dare un ruolo centrale agli enti bilaterali (formati da imprese e sindacati), in linea con quanto previsto dal Patto per l'Italia. La Cgil, che non ha firmato il Patto, è invece contraria.
Enr. Ma.


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