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Corriere-Milano-Mancano cento presidi ma i concorsi sono bloccati

Mancano cento presidi ma i concorsi sono bloccati Se entro la fine del mese di maggio non decideranno di prolungare la loro attività per altri due anni, a Milano un centinaio di presidi e dirett...

20/05/2002
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Corriere della sera

Mancano cento presidi ma i concorsi sono bloccati

Se entro la fine del mese di maggio non decideranno di prolungare la loro attività per altri due anni, a Milano un centinaio di presidi e direttori didattici sarà obbligato ad andare in pensione. Insieme ai 27 capi d'istituto che hanno già deciso di collocarsi a riposo. Il nuovo contratto della dirigenza è inesorabile: raggiunti 40 anni di servizio utile al pensionamento si è automaticamente collocati a riposo se non interviene domanda di permanenza in servizio. E così, quasi un quarto delle scuole della provincia di Milano rischia di trovarsi senza dirigente. Una situazione che si inserisce in un contesto già teso: i presidi hanno annunciato una manifestazione a Roma il prossimo 30 maggio. Obiettivo: ottenere lo sblocco dei bandi di concorso. "Ho deciso di restare in servizio per senso di responsabilità - afferma un direttore didattico -. L'insofferenza è diffusa. Sopportiamo a fatica l'eccessivo carico di responsabilità a cui siamo sottoposti. Dobbiamo badare anche alle crepe nei muri, quando dovrebbe pensarci il Comune". E Gabriella Aquilini, preside dell'istituto tecnico Moreschi, prossima alla pensione, rincara la dose: "L'autonomia è un'arma a doppio taglio perché devi gestire la scuola con risorse scarse e con l'aggravante del taglio degli organici. Nella mia scuola hanno accorpato tre quarte per fare due quinte". Galfiero Nardi, preside del Porta, è drastico: "Con tagli e accorpamenti si sta rovinando l'equilibrio delle due classi terminali delle superiori. Difficile mantenere la scuola di qualità".
Il malessere dei capi d'istituto si appunta anche sull'equilibrio dei poteri. Sostengono che ogni scelta passa al vaglio del consiglio d'istituto e del collegio dei docenti. Residuale il loro potere decisionale. Ma sono critici anche sulla contrattazione sindacale d'istituto: la ritengono esagerata. "Quattro scuole sono paralizzate perché non c'è accordo sindacale", fa notare Nardi. Il sindacato rovescia queste critiche. Massimo Di Menna, segretario nazionale della UIL scuola, è convinto che siano i presidi a non capire che la contrattazione contribuisce a migliorare il governo della scuola, pur riconoscendo molte ragioni del loro malessere. Clara Magistrelli, dell'associazione nazionale dei presidi, punta il dito sui concorsi che non arrivano. "A Milano su 516 posti, ben 91 sono scoperti e assegnati a professori aspiranti presidi o direttori didattici. Presto chiederemo ai colleghi di rifiutare la reggenza di altre scuole".
Franz Foti


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