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Corriere-Milano-Istituti tecnici "riformati", i dubbi frenano le iscrizioni

Studenti in calo per il prossimo anno scolastico: c'è troppa incertezza. Tiene il Feltrinelli "ma solo grazie alla sua tradizione". Incontro tra i dirigenti scolastici per cercare nuove strategie ...

07/04/2003
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Corriere della sera

Studenti in calo per il prossimo anno scolastico: c'è troppa incertezza. Tiene il Feltrinelli "ma solo grazie alla sua tradizione". Incontro tra i dirigenti scolastici per cercare nuove strategie

Istituti tecnici "riformati", i dubbi frenano le iscrizioni
I presidi: non sappiamo ancora se saremo accorpati ai licei o ai professionali. "Dobbiamo adeguarci al mercato del lavoro"

L'istruzione divisa in due canali: il sistema dei licei e la formazione professionale. Questa la scuola superiore disegnata dalla riforma Moratti. Ma quale destino per gli istituti tecnici industriali, quelli che vedevano arrivare a Milano studenti da tutta Italia che, una volta diplomati, erano corteggiati dalle più importanti industrie del Paese? Il dilemma non è risolto: è ancora incerto se gli istituti tecnici saranno trasformati in "licei tecnologici" e, quindi, faranno parte del sistema degli otto licei previsti dal ministro Moratti, o se saranno accorpati agli istituti professionali.
Secondo l'assessore regionale all'Istruzione Alberto Guglielmo il limite della riforma Moratti sta proprio nella debolezza nel canale della formazione che, a suo parere, dovrebbe riunire gli istituti professionali e i tecnici, senza far slittare questi ultimi nel sistema dei licei. "Se la parte della riforma che riguarda il secondo canale muore - spiega Guglielmo - allora muore la riforma".
Sono questi i nodi che tengono svegli i presidi degli Itis milanesi. Scuole di gloriosa tradizione che hanno registrato, per il prossimo anno, un calo delle iscrizioni. Non solo. Pochissimi studenti che vengono da fuori Milano e il dubbio che, in attesa dei decreti attuativi della riforma, inizi la fuga dei professori. Tutte questioni cui i dirigenti scolastici devono far fronte, senza dimenticare di inseguire le esigenze del mercato.
"Noi - spiega Carlo Manzo, preside del Galileo Galilei di via Paravia - abbiamo un'utenza legata alla piccola industria. Certo, le famiglie sono in crisi perché non conoscono il destino dell'istituto. Ma i nostri indirizzi, optoelettronica e perito per le arti grafiche, sono sempre richiesti. Il nostro futuro dipenderà dalla riforma e dalla nostra capacità di adeguarci ad essa. Anche se credo che gli istituti tecnici abbiano ancora un ruolo importante, e non esaurito, nella nostra società".
Sullo sfondo, la tradizione di un grande filosofo e sociologo: Carlo Cattaneo e la sua concezione dello sviluppo industriale e delle risorse umane. E la gratitudine delle imprese all'istruzione tecnica per aver fornito il fattore umano e qualificato più importante.
"Bisogna che l'Itis - commenta Rodolfo Rossi, preside del Giorgi di viale Liguria - formi il tecnico della gestione, dei controlli, della qualità. Un istituto tecnico nobile, con uscite laterali per l'utenza più debole". Lasciando una porta aperta alla riforma: "Il canale dell'istruzione e della formazione professionale può reggere il confronto con i licei solo dentro un'ipotesi di convivenza con l'attuale istruzione tecnica: che, a sua volta, non può avere una forte licealizzazione e una perdita di terminalità professionale".
Più preoccupato Agostino Miele, preside del glorioso Feltrinelli di via Lucrezio. "È vero, gli Itis devono aggiornarsi alle richieste di mercato. Ma la riforma è stata un vero colpo. Come facciamo a trovare una soluzione se non sappiamo nemmeno noi, gli addetti ai lavori, cosa succederà? Il Feltrinelli "tiene" grazie alla sua tradizione, ma il buco nero della riforma ci sta penalizzando troppo".
In programma una riunione tra i presidi, per capire quali strategie adottare. Con la convinzione che l'istituto tecnico non possa essere cancellato dal panorama scolastico italiano. "Perché il tecnico - spiega Silvia Ferrari, preside del Torricelli di via Ulisse Dini - ha trovato il giusto equilibrio tra pratica e teoria. Anche se la riforma non ci aiuta, siamo convinti che docenti preparati e la scommessa di puntare sulle abilità trasversali siano l'unico modo per vincere la sfida con il futuro".

Annachiara Sacchi


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