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Corriere-Maturati, non stremati

Nelle scuole una guida gratuita per l'esame più temuto MATURATI, NON STREMATI di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI Vorrei dire ai 463 mila e quattrocentonovantanove ragazzi iscritti al prossimo e...

10/05/2002
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Corriere della sera

Nelle scuole una guida gratuita per l'esame più temuto

MATURATI, NON STREMATI

di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI

Vorrei dire ai 463 mila e quattrocentonovantanove ragazzi iscritti al prossimo esame di maturità di scacciare il sentimento di inutilità che li infastidisce; fra non molto tempo andrà meglio ai loro fratelli minori. La prova conserva oggi un rapporto incredibile fra stress e rischio reale di fallimento (meno del 4-5 per cento di bocciati nella media degli ultimi anni, contro un dannoso carico individuale di adrenalina). Si poteva sbaraccare in prospettiva l'intero sistema di una valutazione finale per sostituirlo con una serie di giudizi ad apertura di ciascun corso scolastico. Si poteva poi affidare intera agli atenei la selezione dei candidati al proseguimento degli studi. L'idea di una verifica della qualità a inizio e non a fine degli studi era dentro l'originale progetto della riforma Moratti. Nella mediazione politica si è ridimensionata questa aspirazione. Ma non si è persa la volontà di restituire una logica non intimidatoria ma realistica a questo passaggio dell'istruzione.
Messo in moto con la riforma il meccanismo della verifica a inizio del primo e del terzo anno delle superiori, l'appuntamento di giugno avrà presto un senso di pacato bilancio. Le nuove commissioni d'esame avranno quest'anno il vantaggio di eliminare la casualità bizzarra che ha finora imposto agli studenti giudici di merito piovuti da altre scuole e da altre esperienze. La scelta del ministro Moratti di commissari tutti interni all'istituto interrompe una annosa commedia delle parti: la scena presentava da una parte i professori di casa, di solito buoni e permissivi, e dall'altra i professori venuti di lontano, di solito cattivi e propensi a bocciare. Era ingiusto l'implicito sospetto di una inadeguatezza dei professori interni. Estraneo alla scuola resta soltanto il presidente, ma il suo ruolo di mediazione ha un sapore rassicurante.
A molti ragazzi la novità non piace. Temono dai commissari interni un soprassalto di severità a fine viaggio comune. Se per severità s'intende soltanto serietà, questo può anche essere probabile. Non tanto in termini di bocciature quanto di vigilanza. Chi conosce i suoi studenti può, se vuole, spazzar via il contrabbando telematico. I progressivi slittamenti delle scopiazzature tramite Sms e il cliccaggio in rete stanno conducendo nella illegalità una parte non marginale di queste prove nell'era del cellulare. Per non dire delle tesine che precedono gli esami orali. Internet è un supermarket. Un'altra novità di giugno è proprio nella sollecitazione a restituire "preponderante rilievo alla prosecuzione dei colloqui" una volta esaurita la fase delle tesine.
Dentro il dibattito sulla scuola l'esame di Stato è in ogni caso una occasione emotivamente clamorosa ma nella sostanza non così importante come appare ai ragazzi e alle loro famiglie. Da domani verrà distribuito in 800 mila copie un libricino chiaro e quieto. È una guida gratuita. Fossi uno studente, non aggiungerei una lira di spesa in Rete, per comprare una tesina e neppure consumerei una tazzina di caffè in più per fare l'alba. È buona cosa risparmiare soldi, salute e lucidità per il dopo. I maturi di fine giugno avranno infatti un dopo non facile, sia se cominceranno a lavorare sia se andranno all'università saranno svantaggiati rispetto ai coetanei europei. La scuola che li consegna alla vita ha atteso per mezzo secolo riforme promesse e rinviate.
Queste non sono per gli studenti settimane adatte per andare alla ricerca del tempo perduto. Ma nel mese dei maturandi è lecito chiedersi se la classe politica è a sua volta matura. Tocca ad essa infatti decidere, presto e bene, sulla proposta che è sul tavolo. Gradita o non gradita, questa riforma ha il pregio della chiarezza. I punti nevralgici sono ormai noti: 1) la scuola dell'infanzia anticipata; 2) le valutazioni degli apprendimenti e dei comportamenti legate alla eventualità di bocciature biennali e al voto in condotta destinato a incidere nella promozione; 3) percorsi paralleli dotati di pari dignità per l'istruzione e per la formazione con "passerelle" permanenti fra licei e istituti tecnici, create per eliminare "apartheid" sociale e culturale. Si può dire sì e si può dire no a questa riforma, ma dovrebbe essere impegno comune di maggioranza e di opposizione muoversi in modo di eliminare per i ragazzi della maturità 2003 il disagio che affligge i candidati di quest'anno. Essi escono dalle aule senza avere avuto dalla società la scuola che avrebbero meritato.
Gaspare Barbiellini Amidei


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