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Corriere-LA SCUOLA DEI CONSERVATORI

Domande a chi farà il girotondo sulla riforma Moratti LA SCUOLA DEI CONSERVATORI di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI Come in una novella di Borges, a giocare s...

12/04/2002
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Corriere della sera

Domande a chi farà il girotondo sulla riforma Moratti

LA SCUOLA DEI CONSERVATORI

di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI

Come in una novella di Borges, a giocare sulla riforma della scuola si è persa memoria della posta sul tavolo. Intanto generazioni prive di scuola riformata si avvicendano sui banchi. Contro l'ultima proposta, il sabato protestatario ci regala un girotondo, convocato davanti al ministero romano della Pubblica Istruzione. Trastevere è sempre lieto nel fine settimana. Saprà vivere in allegria anche questa occasione. Ma la sostanza della vicenda è triste. Non si riesce a superare la coazione a ripetere slogan e rabbia e non si trova il modo di scendere alla materia del contendere. Se l'obiettivo è correggere, suggerire, contestare e avanzare formule alternative, non si vede perché affidarsi allo strumento sincopato delle magliette e degli striscioni.
Se la strategia di fondo non è poi ottenere la migliore riforma possibile, ma affondare con strumenti extraparlamentari l'iniziativa del ministro Moratti, l'obiettivo non coincide con gli interessi di studenti, genitori e professori.
Nell'antica Roma i girotondi dei "circum- celliones" erano la fase più irrazionale e incendiaria delle rivolte degli schiavi.
Gli innocui girotondi stradali della Roma moderna non hanno schiavi e non hanno incendi. Sono un modo, se si vuole gentile, di manifestare dissenso. Ma talvolta mostrano una contraddizione, vogliono il meglio ma parrebbero disinteressarsi dell'esistente da migliorare. Poiché nessuno intende, ne sono certo, intimidire la Moratti, non si capisce perché domani mattina, anziché girare intorno al Palazzo vuoto nel quale il ministro ha promesso di restare a lavorare, registi, scrittori, professori e genitori non salgano le scale in pacifica delegazione oppure uno per volta, e non si facciano illustrare alcuni punti contesi della riforma per poi avanzare proposte alternative.
Si possono chiarire cose come queste: 1) Anticipazione della scuola dell'infanzia a due anni e mezzo per le materne e a cinque e mezzo per le elementari. Sgretola il monopolio privato delle "primine" a vantaggio della centralità della scuola pubblica. E' una novità osteggiata da sinistra, in mezzo agli slogan: "La Moratti svende la pubblica istruzione ai privati".
2) Regionalizzazione del percorso formativo, parallelo a quello liceale, regionalizzazione obbligata dalla modifica del titolo Quinto della Costituzione. Questa trasformazione costituzionale, recepita dal progetto Moratti, fu voluta dalla sinistra e confermata dal referendum sostenuto dalla sinistra. Eppure gli slogan gridano: "La Moratti si arrende a Bossi". La resa appartiene ad altra stagione politica.
3) "Date una bacheca leggibile in ogni scuola", chiede da tempo la scienza della comunicazione come premessa ai cambiamenti. Hanno bisogno di maggiori illustrazioni dei contenuti la gente dei girotondi, gli intellettuali che firmano i manifesti, ma soprattutto le famiglie. Eppure viene definita una scorrettezza propagandistica la redazione di una guida che si propone di illustrare i contenuti dell'intera riforma.
4) Buona logica suggerirebbe di tenere separata la fase dell'approfondimento delle novità da quella della protesta per la condizione attuale della scuola, che precede la riforma. La legge non può essere blindata né dalle enfasi di chi la propone né dai preconcetti di chi la respinge. Fra i suoi obiettivi afferma di avere quello di dare dignità contrattuale e finanziaria al mestiere di insegnare.
Si acceleri quindi il momento della verifica di questa promessa senza rifugiarsi in nicchie di conservazione.
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