Corriere-L'ultimo girotondo, Moretti saluta e se ne va

L'ultimo girotondo, Moretti saluta e se ne va

In piazza contro la riforma Moratti. Il regista: grazie ma non farò politica, non sono capace e non ho voglia

ROMA - Pioggia sporca di sabbia, vento caldo, l'ultimo girotondo si allenta, poi si spezza. Non va troppo meglio in altre città, intorno a provveditorati e istituti scolastici, anche se è qui, in viale Trastevere, innanzi al ministero della Pubblica istruzione, che la scena assume un valore simbolico piuttosto preciso. Servirebbe Nanni Moretti, un suo commento, mezza parola: ma il regista è andato via subito, con poche frasi da un palchetto, una specie di commiato, di bilancio conclusivo, con tanto di ringraziamenti e di saluti. Poi ha cominciato a correre, una corsa cinematografica, volutamente goffa e ironica - i gomiti alti, zigzagando tra la folla - mentre per gli altri girotondi , davanti al Palazzo di giustizia e alla sede della Rai, era rimasto fino all'ultimo.
Stavolta i girotondini protestavano contro il ministro Letizia Moratti e la sua riforma della scuola: poteva essere un altro gran giorno di contestazione e invece lui, Moretti, il vero leader del movimento, ha quasi dettato i titoli di coda. "Grazie a chi mi ha dimostrato affetto, in queste settimane: ma voglio dirvi che non cambio mestiere, non comincerò mai a fare politica. Non ne sono capace e non ne ho voglia". Quasi urlava. Passava il tram, non è stato necessario chiudere le strade al traffico: seimila persone per le organizzatrici, mille per la questura. "Però abbiamo, anzi avete fatto politica con queste manifestazioni: e non sono stati eventi utili solo al centrosinistra, ma anche al centrodestra. Perché, ecco ciò che resta della nostra esperienza, abbiamo fatto battaglie di principio".
Ha colpito non tanto la piccola confessione personale conclusiva, "sono qui per ragioni personali, visto che mia madre insegna in un liceo da oltre quarant'anni", quanto piuttosto l'uso dei verbi al passato. Poi, certo, restano anche molte altre cose: come l'esiguità delle rappresentanze studentesche e il basso tasso di euforia dei manifestanti. Basso pure il numero dei politici: i Ds con Vincenzo Vita, Pietro Folena e Giovanna Melandri, che ammette: "Beh, questi girotondi hanno certamente dato una bella sveglia ai partiti...". Arriva il verde Paolo Cento, c'è Marco Rizzo, dei Comunisti italiani. Che analizza: "I girotondi sono serviti a riportare la gente in piazza, è questo il loro merito storico. Ma poi c'è stata la manifestazione dell'Ulivo, quella della Cgil, e martedì c'è lo sciopero generale: un calo di entusiasmo era inevitabile, sebbene qui si dovesse dire che la Moratti vuole una scuola di serie A, per i ricchi, e una di serie B, per i poveri".
Atteso, inutilmente, il cantante Jovanotti. Puntuale, invece, l'ex ministro Tullio De Mauro. L'altro ex ministro, Luigi Berlinguer, è invece a Milano. Tremila persone, con Roberto Vecchioni e Luigi Manconi, in piazza Vetra, davanti all'istituto Carlo Cattaneo: piove anche lì, e c'è l'attrice Paola Cortellesi che imita Letizia Moratti. A Trieste, manifestazione con l'astrofisica Margherita Hack, a Napoli hanno portato in piazza del Gesù centinaia di bambini delle scuole elementari. A Bologna, sfilate di maschere con i volti di Berlusconi. A Firenze, lo striscione con le rime baciate meglio: "Con la scuola del Biscione, solo ai ricchi l'istruzione".
Dice alle agenzie di stampa Massimo D'Alema, presidente dei Ds: "Mah, non credo che esista la sinistra dei girotondi . Esistono, casomai, delle persone che protestano contro il governo".
Fabrizio Roncone