Corriere: Il Tar «salva» altri 7.200 prof precari
Esecuzione dell’ordinanza: verranno reinseriti secondo il proprio punteggio. Il ministero pagherà le spese legali Oggi inseriti i primi 300 nelle graduatorie. Gelmini: il decreto ferma la sentenza
ROMA — Docenti precari, in arrivo una seconda procedura di commissariamento per il Miur. Ed un conto salato da pagare per le spese legali: 65 mila euro per 13 ricorsi, 5 mila per ognuno. Stavolta sono in gioco gli interessi di 7200 insegnanti non di ruolo difesi dai legali dell’Anief (Associazione nazionale professionale e sindacale).
Se le autorità scolastiche entro 30 giorni non inseriranno nelle graduatorie questi prof secondo il loro punteggio e non in coda come ha stabilito un decreto firmato dal ministro Gelmini, lo farà al loro posto un commissario nominato dai giudici del Tar del Lazio. La prima procedura - circa 300 docenti interessati - risale ad un mese fa. I termini sono appena scaduti. Oggi il commissario si metterà al lavoro per fare quello che i giudici gli hanno ordinato. L’incarico, per tutti i ricorsi, è stato affidato al dirigente generale della Funzione pubblica, Luciano Cannerozzi de Grazia.
È un braccio di ferro, piuttosto complicato. Da una parte i precari che si sono rivolti al Tribunale amministrativo, aggiudicandosi i primi round dello scontro. L’Anief, insieme ad altre associazioni e gruppi di docenti, ha infatti ottenuto l’esecuzione dell’ordinanza con la quale nel giugno scorso il Tar aveva sospeso la parte del decreto ministeriale che collocava i precari in coda alle liste, annullando il punteggio messo insieme in tanti anni di lavoro.
Dall’altra parte il ministero che non intende mollare. Per viale Trastevere le sentenze del Tar andranno ad infrangersi contro il decreto «salva-precari » (ora al Senato dopo l’ok di Montecitorio), destinato a diventare legge entro il 24 novembre. I supplenti, sostengono i collaboratori della Gelmini, saranno inseriti nelle graduatorie con le modalità previste da un provvedimento ministeriale dello scorso aprile il cui obiettivo è quello di tutelare la continuità didattica e scoraggiare la mobilità selvaggia dei supplenti che non piace per nulla alle famiglie. Per il periodo 2009-2011 potranno inserirsi in coda alle graduatorie in tre province. In altre parole è il blocco dei trasferimenti. Dal 2011, invece, potranno spostarsi in un’altra provincia, naturalmente col riconoscimento del punteggio.
Per Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, non è detto però che la legge possa bloccare il lavoro di commissari ad acta nominati dal giudice. «Ma se così dovesse essere — ha annunciato il leader dei precari — non esiteremo a sollevare il sospetto di anticostituzionalità ». «Da stamani i primi 300 ricorrenti saranno inseriti 'a pettine' nelle graduatorie di tutte le province italiane — ha dichiarato Pacifico —. Speriamo che quest’ennesima pronuncia sia finalmente da stimolo per una corretta gestione delle graduatorie, nel rispetto delle più elementari regole del buonsenso, della legislazione e della Costituzione». Per Pacifico la continuità didattica potrà essere assicurata solo «stabilizzando tutti i precari » e «garantendo al personale non di ruolo gli stessi diritti del personale di ruolo come una direttiva del 1999 dell’Europa ci impone». Operazione, secondo altri, destinata a ridurre fortemente la speranza di salire in cattedra — dato il gran numero di precari — ai prof del futuro, quelli che dovrebbero insegnare dopo aver ottenuto una laurea abilitante.
Giulio Benedetti