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Corriere - Furio Colombo: nelle scuole non basta un minuto di silenzio

DOPO LA LEGGE Furio Colombo: nelle scuole non basta un minuto di silenzio Il direttore dell'"Unità" è uno dei padri della normativa che ha istituito la scadenza Soddisfatto di come ...

27/01/2002
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Corriere della sera

DOPO LA LEGGE

Furio Colombo: nelle scuole non basta un minuto di silenzio

Il direttore dell'"Unità" è uno dei padri della normativa che ha istituito la scadenza

Soddisfatto di come l'Italia sta rispondendo alla "sua" Giornata della Memoria? "Soddisfatto che sia difficile trasformare la Shoah in una celebrazione retorica. Mentre la retorica è possibile nel commemorare le guerre. Shoah invece significa leggi razziali, ricordare se un Paese le ha avute o no. E l'Italia non solo le ha avute, ma ha collaborato con la Germania a imporle in Europa. Col re Savoia unico sovrano europeo a firmarle".
Questa "antiretoricità" cosa comporta?
"Che proprio perché non è facile fare della retorica sul tema, è più facile reagire con la disattenzione".
Furio Colombo, ebreo, deputato ds nella scorsa legislatura e oggi direttore dell' Unità , è uno dei "padri" di quella legge dell'estate 2000 che ha istituito la Giornata della Memoria.
Da parte di chi nota disattenzione?
"Al giornale ho ricevuto segnalazioni di Comuni in cui si invita a celebrare oggi l'inizio del Carnevale e a dimenticare che è il Giorno della Memoria. Penso al sindaco Giuliano Giuliani di San Severo, Foggia, che ha cancellato la ricorrenza sostenendo che "le leggi razziali sono un'invenzione comunista". E' di An".
Accusa il centrodestra anche a livello di potere centrale?
"Il presidente della Camera - e sottolineo della Camera e non anche quello del Senato - si è comportato davvero come vertice di un'istituzione che rappresenta tutto il Paese. Si vede che da deputato votò quella legge: ha celebrato la giornata in vari modi alla Camera, dalle mostre fotografiche alla prima del film dedicato a Giorgio Perlasca".
E del governo è soddisfatto?
"Non mi spiego il comportamento del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. Perché una persona intelligente e con un certo senso della vita e delle conseguenze dei propri atti non si rende conto dell'irrilevanza del minuto di silenzio nelle scuole suggerito a confronto con l'immensa rilevanza del tema? L'ho sempre immaginata normale e non tormentata da visioni distorte come quelle che segnano la vita di molti membri della Lega. Mi pare difficilmente spiegabile tale grado di insensibilità, specie in una persona che tiene a farsi conoscere come religiosa".
A destra si paragonano spesso Shoah e gulag staliniani, ma anche a sinistra si sente dire che lo sterminio degli indiani d'America fu un massacro come quello degli ebrei...
"Ogni volta che lo sento dire mi rattrista. E' confusione culturale. La manifestazione più terribile di mancanza di rispetto verso la Shoah è parlare d'altro. E' come se a un congresso medico sui tumori si ricordasse che c'è anche la tubercolosi e si moriva di tisi in un altro secolo. Verissimo, ma è un altro discorso".
Non è invece il segnale che anche a sinistra serpeggiano pulsioni antisemite o comunque antisraeliane?
"Un sentimento anti-israeliano forte c'è sempre stato a sinistra. Però si tratta di un fenomeno profondamente trasversale in Italia. Basta pensare alla visita di Formigoni in Iraq durante la guerra del Golfo: molti filoni cattolici hanno antipatia per Israele. Mentre in quei giorni ricordo posizioni nettissime di Fassino e Veltroni, pacifiste, però vicine a Israele".
Tuttavia, come ha notato Paolo Mieli, nessun intellettuale progressista si è mosso per segnalare l'intensificarsi in questi giorni nel mondo arabo dei riferimenti propagandistici ai Protocolli di Sion, quei falsi documenti che parlavano di un progetto israeliano per l'egemonia del mondo...
"Mieli ha ragione. Lo chiamerei però silenzio degli intellettuali punto e basta, non lo limiterei alla sinistra. Lui vede una militanza intellettuale da qualche parte o su qualche tema, negli Usa o in Europa? La realtà è di un grande vuoto, in cui ci si sente a disagio: viviamo un brutto momento di silenzio dell'intelligenza del mondo".


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