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Corriere-Era già tutto previsto

Cara Maria Latella "Era già tutto previsto...", così cantava ... Cara Maria Latella "Era già tutto previsto...", così cantava Riccardo Cocciante in un'amara canzone dei miei anni giovanili...

09/07/2003
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Corriere della sera

Cara Maria Latella "Era già tutto previsto...", così cantava ...

Cara Maria Latella "Era già tutto previsto...", così cantava Riccardo Cocciante in un'amara canzone dei miei anni giovanili. Mutatis mutandis , riprendo quel ritornello, sostituendo, però le parole successive ("anche l'uomo che sceglievi...") con le seguenti: "anche il voto che prendevi..." Siamo al "ritornello" degli esami di stato. Da quando sono stati affidati alla Commissione interna, essi si risolvono in un rituale che vede insegnanti e alunni impegnati in un rispettivo "gioco delle parti". L'interpretazione degli alunni è, tranne qualche eccezione, ripetitiva e monotona: mi riferisco al "copione" dei "percorsi", quasi sempre uguali l'uno all'altro, con argomenti tenuti insieme da un tenue connettivo logico o cronologico, recitati con maggiore o minore abilità. L'interpretazione degli insegnanti non è da meno. Stanno molto attenti a non fare domande fuori dal percorso presentato dall'alunno, ben sapendo che (sempre nella maggioranza dei casi) questi sono costruiti sul vuoto; sono sempre disponibili alla carezza psicologica, quando non fisica. Il rito, basato sulla liturgia del "ritornello", si conclude con l'attribuzione dei voti definitivi. È questo il momento in cui l'impiego delle sue capacità taumaturgiche dà all'insegnante un senso di onnipotenza: le "proposte" di voto si trasformano in voti "effettivi", e i 51 o i 52 diventano, ipso facto , 60. E se c'è qualcuno che "osa" non essere d'accordo e ritenere che l'alunno, non privo di capacità, non si è impegnato minimamente per pigrizia o, chissà, furbizia, ecco tirar fuori dal cilindro lo strumento del "voto a maggioranza" (nel quale i "buoni" prevalgono sempre sui "cattivi"). Ecco, la rappresentazione è finita. E tutti se ne vanno soddisfatti. Tutti, tranne quelli "cattivi", i "dissidenti" che hanno tentato di sabotare la messa in scena.
Un'insegnante che non sa recitare .
Sostengo il suo ruolo di dissenziente. Tempo fa, leggendo il bel romanzo di Philiph Roth, "La macchia umana", vi ho trovato un passaggio che credo sintetizzi il suo stato d'animo. Cito a memoria e dunque sbagliando: "Prima, erano gli studenti che dovevano sforzarsi di capire i classici, ora si aboliscono i classici perché sono troppo difficili per gli studenti".
mlatella@rcs.it


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