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Corriere - E sul pubblico impiego non bastano mezze offerte

Cofferati: l'esecutivo ci vuole dare 1.300 miliardi per i contratti? Non mi risulta, ma sono insufficienti "E sul pubblico impiego non bastano mezze offerte" "E' evidente, il governo è preoccup...

30/01/2002
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Corriere della sera

Cofferati: l'esecutivo ci vuole dare 1.300 miliardi per i contratti? Non mi risulta, ma sono insufficienti

"E sul pubblico impiego non bastano mezze offerte"

"E' evidente, il governo è preoccupato per la manifestazione del 15 febbraio"

DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA - "Non mi risulta che per il rinnovo dei contratti pubblici il governo ci voglia offrire 1.300 miliardi. E comunque non bastano. Servono anche più dei 2 mila miliardi di cui avete scritto". Il segretario della Cgil, Sergio Cofferati, scruta con soddisfazione la folla che riempie piazza Maggiore dove, tra poco, farà il comizio di chiusura della manifestazione di Cgil, Cisl e Uil contro i provvedimenti del governo. E a chi gli chiede una previsione sull'incontro di questa sera a Palazzo Chigi, dove l'esecutivo tenterà di disinnescare la mina del pubblico impiego, mostra un forte scetticismo sulla possibilità che l'operazione riesca. Lo conforta, invece, osservare che nella piazza gli striscioni delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) appena elette nelle amministrazioni pubbliche sono molti, quasi quanti quelli dei consigli di fabbrica. E la Cgil, che sul rinnovo dei contratti pubblici sostiene la posizione più intransigente rispetto a Cisl e Uil, è uscita vincitrice da queste elezioni con 30,7% dei voti (il 28,3% alla Cisl e il 17,4% alla Uil).
"È evidente - continua Cofferati - che loro (il governo) sono preoccupati per la grande manifestazione che Cgil, Cisl e Uil hanno in programma per il 15 febbraio a Roma e stanno cercando i soldi. Ma noi abbiamo fatto una richiesta precisa, che nasce dal rispetto delle regole di politica dei redditi. Noi vogliamo difendere il potere d'acquisto di quasi quattro milioni di dipendenti pubblici. Loro, invece, hanno ignorato la nostra richiesta. E per questo nella Finanziaria che hanno approvato non ci sono i soldi necessari per rinnovare i contratti. Adesso che li cerchino. E li trovino". Ma non una parte, i 1.300 miliardi di lire di cui si è parlato come possibile offerta del governo. Questa non è una partita dove ci possono essere grandi margini di trattativa, spiega Cofferati. "Le quantità sono date e devono essere esigibili. Se il governo non mette a disposizione i soldi, l'Aran (agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) non può fare i contratti. E se non si fanno i contratti noi faremo lo sciopero e la manifestazione del 15". Una manifestazione che, come ha spiegato qualche giorno fa il segretario della Funzione pubblica Cgil, Laimer Armuzzi, potrebbe vedere mezzo milione di lavoratori in piazza.
Allo scetticismo di Cofferati si contrappone l'ottimismo del governo. Dice il sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi: "Sappiamo quali sono le richieste. Se ci sediamo al tavolo, è per trovare un'intesa". Intesa che potrebbe essere più facile con la Cisl e la Uil. Significativa, infatti, è una dichiarazione di ieri pomeriggio di Rino Tarelli, segretario dei lavoratori del pubblico impiego della Cisl: "Faremo di tutto per mantenere l'unitarietà del sindacato nel momento in cui si rinnoveranno i contratti e non prevedo nè mi auguro una firma disgiunta, ma non la escludo".
Ieri sera anche il sottosegretario alla Funzione pubblica, Learco Saporito, ha mandato segnali di apertura, parlando di "forte volontà" del governo di trovare l'accordo. Secondo le ultime indiscrezioni il governo potrebbe spingersi ad offrire fino a 700-750 milioni di euro in cambio di norme contrattuali per aumentare la produttività dei dipendenti pubblici. Le nuove risorse verrebbero stanziate con la prossima Finanziaria perché per quest'anno si può provvedere con i soldi della Finanziaria 2002. Ma il sindacato chiede più di un milione di euro. E Cofferati pone anche un altro problema: "I soldi non possono ricadere nella prossima Finanziaria, ma devono essere disponibili subito. Trovino loro il modo di farlo, noi li avevamo avvertiti per tempo. Metterli nella prossima Finanziaria è come dire che adesso non ci sono". Sarebbero una promessa. Ma figuriamoci se Cofferati è disposto a credere alle promesse di Berlusconi.
Enr. Ma.


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