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Corriere-Dipendenti pubblici, aumenti da 100 euro

Dipendenti pubblici, aumenti da 100 euro Berlusconi: spero nel disgelo con i sindacati. Pezzotta: accordo utile per il confronto su altri temi ROMA - "Sono soddisfatto, mi sembra che sia andat...

06/02/2002
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Corriere della sera

Dipendenti pubblici, aumenti da 100 euro

Berlusconi: spero nel disgelo con i sindacati. Pezzotta: accordo utile per il confronto su altri temi

ROMA - "Sono soddisfatto, mi sembra che sia andata molto bene". Silvio Berlusconi tira un sospiro di sollievo e spera nel "disgelo" con i sindacati. L'accordo sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego raggiunto lunedì notte evita lo sciopero generale e la grande manifestazione che Cgil, Cisl e Uil avevano in programma per il 15 febbraio (resta in piedi quella proclamata dalle Rappresentanze sindacali di base). E apre nuove prospettive di dialogo sui licenziamenti e le pensioni. Anche con la Cgil? "Me lo auguro", ha risposto ieri il presidente del Consiglio ai giornalisti. Sono soddisfatte anche Cgil, Cisl e Uil. Portano a casa un accordo in 12 punti, sottoscritto dal vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, che prevede un aumento medio delle retribuzioni del 5,56% per il biennio 2002-2003, contro una richiesta del 6%. In pratica, spiegano i sindacati, i circa tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici riceveranno un incremento fra le 195 e le 200 mila lire al mese (100-103 euro), secondo i comparti. Il personale della scuola prenderà di più: 211 mila lire, circa 109 euro. I sindacati possono quindi sostenere di aver portato a casa quasi l'intera posta. "È la prova che quando il sindacato è unito e determinato il governo è costretto a fare marcia indietro", dice il vicesegretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Ma anche il governo può vantare alcuni risultati positivi. Non solo ha evitato la spallata del 15 febbraio (i sindacati puntavano a portare in piazza almeno mezzo milione di persone), ma ha anche ottenuto, spiega il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini, che gli aumenti "non vengano dati a pioggia", cioè a tutti, ma come premio per la produttività e l'efficienza dei servizi. Il punto 11 dell'accordo stabilisce infatti che "le risorse aggiuntive", cioè il punto in più di aumenti (rispetto a quelli già previsti dalla Finanziaria) che i sindacati hanno ottenuto con l'ultima notte di trattativa (circa 700 milioni di euro), "dovranno in ogni caso essere prevalentemente destinate alla incentivazione della produttività dei dipendenti". Un'affermazione che aprirebbe margini di manovra, se non fosse limitata da quella del punto 2, dove si dice che le risorse per la produttività verranno gestite "con i criteri definiti dai contratti nazionali di lavoro". Il governo, cioè, dovrà trattare ancora su questa parte, come spiega Antonio Foccillo (Uil). L'accordo, infatti, è solo la premessa dei passi concreti che porteranno ai singoli contratti di settore (statali, enti locali, scuola, sanità, eccetera): la direttiva del governo all'Aran (agenzia per la contrattazione), la trattativa e gli accordi. Un processo che richiederà diversi mesi.
E che qualche problema potrebbe riaprirsi è testimoniato dal botta e risposta tra lo stesso Epifani e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. I soldi in più previsti dall'accordo saranno trovati con la "prossima finanziaria" dice Tremonti. E lo conferma il Ragioniere generale, Andrea Monorchio, che definisce anche "non strabiliante" l'onere aggiuntivo per i conti pubblici, quantificandolo in 600 milioni di euro, un po' meno della stima sindacale. "Occorre certezza nelle risorse e nella decorrenza, altrimenti vuol dire che si tratta di un governo bugiardo", avverte Epifani. "Non commento", ribatte Tremonti e poi aggiunge che le risorse saranno trovate "in corso d'anno".
Da Cisl e Uil arrivano invece messaggi distensivi. "Questo accordo cambierà in meglio i rapporti tra governo e sindacati e può aprire una nuova fase di dialogo", dice il leader della Uil, Luigi Angeletti. E quello della Cisl, Savino Pezzotta, gli fa eco: "È un'intesa che, pur riguardando esclusivamente il pubblico impiego, può essere utile nel confronto col governo su altri temi". E il ministro del Lavoro, Roberto Maroni, va oltre: "Spero che entro pochi giorni si possa riprendere il dialogo". Ma Epifani ribadisce: prima il governo ritiri le modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamenti). Spera in un clima migliore anche il presidente della Confindustria, Antonio D'Amato, pur sottolineando l'onerosità dell'accordo: "Si sta dimostrando - ha detto parlando alla Luiss - che sedendosi attorno a un tavolo si possono ottenere risultati positivi. Spero che anche la Cgil sappia cogliere questo momento".
Enrico Marro


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