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Corriere delle Alpi-I miei ragazzi senza più scuole

I miei ragazzi senza più scuole Timori e critiche sulla riforma. Panini (Cgil): "Un disastro" LA "MORATTI" cri.co. BELLUNO. "Sono preoccupata per i miei ragazzi di terza media che non hanno p...

08/04/2003
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Corriere delle Alpi

I miei ragazzi senza più scuole
Timori e critiche sulla riforma. Panini (Cgil): "Un disastro"
LA "MORATTI"

cri.co.

BELLUNO. "Sono preoccupata per i miei ragazzi di terza media che non hanno più l'obbligo scolastico ma che non troveranno più neanche le scuole delle preiscrizioni perchè in provincia sono stati tagliati corsi come quello dei congegnatori di Agordo o l'istituto d'arte di Cencenighe, alberghiero e aziendale di Longarone. Qui torniamo indietro: non potranno andare a lavorare ma troveranno qualcuno che aprirà loro le braccia e cioè i privati che languivano da due anni".
Legge 53 (già in Gazzetta ufficiale), meglio conosciuta come Riforma Moratti, vuol dire scuola pubblica "distrutta": Maria Rosa, insegnante alle medie, ha messo il dito nella piaga. Come lei altri colleghi, intervenuti in massa al dibattito organizzato da Cgil e Cgil scuola col segretario nazionale Enrico Panini e il provinciale Corigliano.
Voglia di mobilitazione in platea: lo fa capire Ezio Lise, insegnante dell'Agrario che ricorda le Regioni che muovono contro questa riforma, e si distingue un docente che plaudendo alla rinnovata "combattività della Cgil, la invita all'autocritica per sospetto avvicinamento al "partito americano di centrosinistra" che dagli anni '90 ha iniziato a chiamare lo studente prima utente e poi cliente.
"Questa riforma è un disastro" ha insistito Panini, "Non ha bisogno di soldi per essere attuata perchè i danni li produce subito: riporta indietro la nostra storia di secoli". Cancellato l'innalzamento dell'obbligo scolastico, enti locali in gara tra loro per offrire l'anticipo ai bambini che sceglieranno, qualità persa in partenza e privati veri protagonisti del futuro. Ma per Panini, il vero rischio è di ritrovarsi con "analfabeti in Mercedes": chi, essendo costretto a scegliere che fare da grande a 12,5 anni, abbandonata la scuola dell'obbligo dovrà lavorare in nero o rivolgersi alla formazione privata; e con gli insegnanti più precari che mai (al di là del nocciolo duro di materie come italiano e geografia, il resto diventeranno contratti di collabarazione): 70mila unità eliminate in tre anni.
Infine, il pericolo libertà: quello di una risoluzione alla Camera che individua fazioso l'insegnamento della storia fatto finora e invita a sottoporla a "controllo".
Tempi bui, tempo di tornare in piazza. Lo farà (non solo) il movimento dell'Unione degli studenti che ieri ha celebrato in provincia un mese di vita e s'è riunito per preparare la manifestazione del 12: "doveva essere per la scuola e invece la faremo per la pace" fanno notare sconsolati gli studenti "Presto poi apriremo una vertenza con la Provincia per mettere a norma gli istituti superiori: abbiamo già lanciato una campagna di monitoraggio nei vari istituti superiori e attendiamo i risultati dei questionari" spiegano i rappresentanti Lorenzo Nesello, Jacopo Casagrande e Matteo Fadini (c'è anche un e-mail: uds.bellunoØlibero.it


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