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Corriere-Come saranno i licei del futuro? Per il ministro ...

ROMA - Come saranno i licei del futuro? Per il ministro ... ROMA - Come saranno i licei del futuro? Per il ministro dell'Istruzione assomiglieranno all'arcobaleno: otto colori, tanti quante...

28/02/2003
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Corriere della sera

ROMA - Come saranno i licei del futuro? Per il ministro ...

ROMA - Come saranno i licei del futuro? Per il ministro dell'Istruzione assomiglieranno all'arcobaleno: otto colori, tanti quante sono le opzioni, ma di pari dignità. Saranno anche più moderni, con più laboratori e meno lezioni tradizionali, di quelle che ricalcano i programmi e i manuali, in una parola più attraenti. I ragazzi, al termine dei cinque anni di liceo, sapranno fronteggiare e risolvere problemi concreti, saranno in grado di cogliere i contenuti dei messaggi multimediali, dalla pubblicità alla videomusica, disporranno di piani di studio personalizzati. Potranno produrre testi orali, scritti e multimediali di una certa lunghezza, adatti alle varie situazioni. Si orienteranno agevolmente entro i generi letterari antichi, moderni e contemporanei, conosceranno il linguaggio musicale. Infine sapranno riconoscere le radici che li legano al mondo classico, giudaico-cristiano e anche islamico. La discussione sul liceo del futuro è appena iniziata. Letizia Moratti ieri ha dato il via ai lavori di un seminario con 250 "saggi". Dal "conclave" dovrebbero uscire i profili culturali ed educativi degli studenti al termine del ciclo di istruzione superiore. Per ora c'è un'unica certezza, gli otto indirizzi: Artistico, Classico, Linguistico, Economico, Musicale e Coreutico, Scientifico, delle Scienze Umane e Tecnologico. Tutto il resto è ancora oggetto di dibattito. E di polemica. Per l'opposizione si tratta di una "scatola vuota". E per quanto riguarda i colori, si fa notare che almeno il verde, quello dei soldi, sicuramente mancherà.
Ma al di là delle polemiche alcune idee guida sembrano destinate a lasciare un forte segno nella scuola del futuro. La Moratti le ha consegnate alla riflessione dei suoi esperti. "Nella nuova scuola - ha detto il ministro - dovrà essere riconosciuta la centralità dello studente". "Si tratta - ha aggiunto - di una delle più rilevanti discontinuità con il modo di progettare l'attività didattica adottato sino a oggi". In estrema sintesi conta l'allievo, ciò che deve sapere e saper fare alla fine del percorso scolastico. La singola disciplina, intesa come insieme di nozioni da rovesciare sulla testa del ragazzo, diventa meno importante. Gli insegnanti del futuro dovranno andare oltre i confini della propria materia e del relativo libro di testo ed esplorare, insieme con i colleghi, i "territori" di confine, in una dimensione interdisciplinare che dovrebbe avere il suo fulcro proprio nei laboratori. "Questi dovranno diventare - ha annunciato il ministro - la struttura didattica e organizzativa fondamentale per il perseguimento delle competenze dello studente".
La Moratti ha anche sottolineato la necessita "di recuperare l'interesse e la motivazione dei ragazzi verso lo studio". L' appeal del nuovo liceo dovrebbe venire dall'approfondimento dei linguaggi multimediali.
Ed ecco i primi commenti. "Ben venga lo studio dei nuovi linguaggi, da quello televisivo a quello pubblicitario, nelle scuole superiori, ma chi insegnerà queste materie? Il professore di greco e latino?", si chiede il massmediologo Omar Calabrese. Per il giornalista Magdi Allam è positivo il proposito di cogliere i legami esistenti tra la nostra cultura e quella giudaico-cristiana e islamica. Per la professoressa Tullia Zevi, ex presidente delle Comunità ebraiche italiane, l'invito ad approfondire i legami con la cultura cristiano-giudaica rappresenta tuttavia un'"affermazione molto vaga, nebulosa, non chiara".


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