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Corriere-Come il sistema anglosassone Ma chi farà le valutazioni?

Come il sistema anglosassone Ma chi farà le valutazioni?" Maurizio Bettini, ordinario di Filologia classica a Siena: rischio corporativismo ROMA - Mai più incarichi universitari a vita. La p...

24/01/2003
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Corriere della sera

Come il sistema anglosassone Ma chi farà le valutazioni?"

Maurizio Bettini, ordinario di Filologia classica a Siena: rischio corporativismo

ROMA - Mai più incarichi universitari a vita. La proposta del ministro Letizia Moratti sembra destinata a portare nel nostro sistema accademico usi e costumi del mondo anglosassone, dove la flessibilità regna sovrana dalle scuole all'università. Ne parliamo col professor Maurizio Bettini, ordinario di Filologia classica nell'ateneo di Siena. E ' una svolta importante, quella proposta dal ministro Moratti, sulla valutazione ed eventuale licenziamento dei docenti da parte delle università?
"Per esprimere un giudizio motivato bisognerà attendere una proposta più articolata. Noto però che il principio in base al quale, dopo tre anni, si deve sostenere un esame di valutazione per essere confermati come professori a tempo indeterminato, rischiando il licenziamento se si fallisce la prova d'appello in un successivo triennio, ricorda abbastanza il principio che nelle università anglosassoni viene definito tenure . Ovvero il riconoscimento della non licenziabilità di un professore, decretato dall'università cui appartiene, se si supera l'esame. Anche i docenti italiani, per essere assunti a tempo indeterminato, dovranno ottenere una sorta di tenure ".
In che cosa consiste?
"Il tenure costituisce un principio di garanzia molto antico, volto a tutelare la libertà di insegnamento anche di eventuali professori scomodi. In questo senso non mi pare che la proposta della Moratti abbia creato qualche cosa di assolutamente nuovo nel panorama accademico internazionale. La differenza è che nelle università anglosassoni non c'è un limite preciso dopo il quale si deve necessariamente ottenere il tenure o altrimenti si è licenziati".
Quali sono i suoi dubbi?
"Mi domando chi valuterà il professore in questione: saranno le facoltà, come accade oggi, oppure organismi centrali? Riterrei questo principio degno di essere discusso, se a procedere alla valutazione fosse la facoltà o il dipartimento in cui il docente è stato assunto. Altrimenti il rischio è che un docente che è amato e apprezzato dai colleghi venga escluso dall'insegnamento per interessi di carattere corporativo, o comunque diversi da quelli della facoltà che lo ha scelto".
Si torna ai concorsi centralizzati. E' un bene?
" Sono centralizzati anche oggi. Nel senso che l'idoneità dei professori viene decisa da commissioni locali in cui le facoltà interessate sono rappresentate soltanto da un membro. Le facoltà che bandiscono un concorso oggi sono in grado di attribuire l'idoneità anche a un secondo professore. Questo docente può poi chiedere alla facoltà in cui presta già servizio di passare alla fascia superiore".
Ci fa un esempio?
"Si può avere in una facoltà un ricercatore o un professore associato di cui non si ha molta stima, che però viene fatto idoneo da una commissione di un'altra università. A questo punto può chiedere alla sua facoltà di essere promosso alla fascia superiore anche se la facoltà non aveva nessuna intenzione di farlo. E' molto difficile negargli questo diritto: basta che una commissione che lavora in un altro ateneo sia favorevole a un candidato, per far scattare una sorta di automatismo di carriera".
E ' favorevole?
"Non lo so. Dipenderà sempre da come lavoreranno le commissioni centrali. Se ci sarà un risveglio di etica della scienza e della cultura, allora questo sistema potrà funzionare. Ma anche gli altri sistemi avrebbero potuto certamente funzionare in presenza di un'analoga tensione etica".
Come avviene il reclutamento nel mondo anglosassone?
"Negli Stati Uniti sono i dipartimenti che procedono sia alle assunzioni sia alla promozione dei professori".
G. Ben.


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