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Corriere-Cofferati:Io cattivo maestro? E' un'accusa offensiva

"Io cattivo maestro? E' un'accusa offensiva" Il leader della Cgil Cofferati: non ho mai considerato Biagi come un nemico, era un tecnico ROMA - Allora, segretario Cofferati, alcuni esponenti d...

22/03/2002
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Corriere della sera

"Io cattivo maestro? E' un'accusa offensiva"

Il leader della Cgil Cofferati: non ho mai considerato Biagi come un nemico, era un tecnico

ROMA - Allora, segretario Cofferati, alcuni esponenti del centrodestra la additano come "cattivo maestro", lei cosa replica? "Considero l'accusa infondata e offensiva per la Cgil e la sua storia. Il sindacato italiano è nemico dei brigatisti e viene considerato da loro un nemico. In questi anni hanno colpito la nostra gente, le nostre sedi e i nostri simboli. E la Cgil ha combattuto per estirpare il terrorismo quando aveva radici più vistose e non sarebbe stato battuto senza il contributo del sindacato". Per il leader della maggiore confederazione quella di ieri è stata un'altra giornata difficile. Perché, sottolinea Sergio Cofferati, "quando irrompe la morte violenta di una persona le difficoltà diventano montagne, si sommano improvvisamente cose diverse ma ugualmente coinvolgenti". C'è chi sostiene che la forte contrapposizione tra sindacati e governo abbia in qualche modo finito per incoraggiare le Br.
"Confronti aspri ne abbiamo avuti tanti. Il governo Ciampi subì uno sciopero generale e Amato nel '92 dovette contarne due. Nell'autunno del '94 ci fu una dialettica sociale intensa. La differenza è che stavolta gli argomenti sono più numerosi e per la prima volta viene affacciata un'ipotesi di riduzione dei diritti".
Sommando cortei operai, girotondi, inviti dei giudici a resistere, si ha il quadro di un Paese percorso da gravissime tensioni.
"Ognuna di quelle manifestazioni è stata mossa da una ragione di merito. Si può essere d'accordo o no, ma bisogna rispondere nel merito e non demonizzare il diritto di critica. Con ciò non discuto la legittimità dell'attuale esecutivo. Il governo Berlusconi è legittimo perché è stato eletto dai cittadini. Ma il sindacato ha il diritto di opporsi se non è d'accordo con gli obiettivi che il governo vuole realizzare".
Non negherà che attorno al governo si è creato un clima da "lotta al tiranno", in cui dialettica politica e odio si sono mescolati.
"Non vedo questo clima d'odio. Per quanto ci riguarda non c'è stato niente di più ordinato della lotta sindacale di queste ultime settimane. Stiamo parlando di tensioni che in un grande Paese come il nostro sono da considerarsi fisiologiche. Dico di più: in una società frammentata come la nostra, cosa capiterebbe se non ci fossero grandi organizzazioni sindacali capaci di incanalare il dissenso?".
Il senatore Cossiga ha detto che il sindacato negli anni di piombo ha fatto da diga contro il terrorismo.
"Cossiga ha ragione".
Un volantino diffuso a Pomigliano dallo Slai Cobas recita che "non verseremo una sola lacrima per i loro morti perché loro non ne versano per i nostri"...
"E' un'affermazione disgustosa".
Dal suo punto di vista non è stato forse un errore sostenere che Marco Biagi collaborava sia con il governo sia con la Confindustria? Non c'è stato eccesso di personalizzazione?
"Nell'affermare che esiste un collateralismo tra Confindustria e governo ho espresso una valutazione politica. Niente di più o di diverso o di personale. Il professor Biagi aveva coordinato la stesura del Libro bianco e aveva contemporaneamente collaborato in qualche circostanza con la Confindustria. Del resto era stato lui a svolgere la relazione introduttiva al recente convegno dell'Unione Industriali di Torino. Ma non l'ho mai considerato un nemico, era un tecnico. E' normale che dei tecnici possano collaborare prima con un governo di centrosinistra e poi con uno di diverso orientamento".
Nella scelta di Biagi da parte delle Br ci può essere stato anche il calcolo di mettere in particolare difficoltà proprio lei?
"Ho visto un attacco alla Cgil nel delitto in sé, non nella scelta della persona".
In settori non lontani dal sindacato c'è chi in queste ore ha parlato di "omicidio di Stato".
"Preferisco stare ai fatti. E del resto c'è una rivendicazione e una simbologia tipica del terrorismo. Poi è logico che un omicidio come quello del professor Biagi alla vigilia di una grande manifestazione sia inquietante".
Detto tutto ciò, cosa accadrà nei prossimi giorni?
"Il terrorismo vuole rompere il tessuto delle corrette relazioni industriali e sindacali. Per batterlo occorre tornare alla normalità. A cominciare dalla nostra manifestazione del 23 che serve a dare una risposta di massa affinché le Br capiscano che non ci sono spazi per reintrodursi nel mondo del lavoro".
La normalità è fatta solo di agibilità politica ?
"La normalità è fatta di relazioni tra le parti sociali che possono sfociare in un accordo o anche in un conflitto. Fisiologico. Quindi considero assolutamente normale che Cgil-Cisl-Uil abbiano deciso di riconfermare la critica ai provvedimenti governativi e si avviino allo sciopero generale".
Anche il governo ha riconfermato l'intenzione di approvare la delega sul mercato del lavoro...
"E' comprensibile che lo faccia. Ma penso che non sia così unito come vuol far apparire, ci sono vistose differenze di valutazione".
E dopo le manifestazioni dei prossimi giorni cosa farete?
"Altre iniziative e calibreremo la data dello sciopero per produrre il massimo di efficacia sulla discussione parlamentare. Penso che sia possibile far cambiare opinione al governo e allo schieramento che lo sostiene".
E se qualcuno le dicesse che sciopererete contro le idee di Marco Biagi..
"... mi offenderei".
Il ministro Maroni vuole far ripartire il dialogo. La Cgil è già stata convocata?
"Non siamo stati ancora convocati, se lo farà andremo all'incontro e ripresenteremo le nostre ipotesi. E diremo che per aprire una trattativa di merito sul mercato del lavoro vanno tolti dalla delega l'articolo 18 e l'arbitrato. E' una posizione definita in sede unitaria Cgil-Cisl-Uil".
Parlando agli intellettuali radunati al Ripetta di Roma lei ha detto che al momento opportuno metterete in campo proposte alternative. A cosa si riferiva?
"Abbiamo idee su come debba essere modulato il prelievo fiscale, modificato l'ordinamento scolastico, come vada finanziata la programmazione negoziata al Sud. E sul mercato del lavoro abbiamo idee sugli ammortizzatori sociali, la formazione, su come estendere e modulare le tutele verso i nuovi lavori. Ne discuteremo con Cisl e Uil e le metteremo in campo quando si saranno determinate le condizioni. Il giorno dopo lo stralcio dell'articolo 18".
In questa stanza ha lavorato a lungo Luciano Lama. Anche lui nell'85 quando uccisero Ezio Tarantelli visse delle giornatacce.
"Lama è stato segretario in un tempo nel quale il terrorismo era un cancro della nostra società e lui ha schierato la Cgil contro la violenza politica e il terrore. Non è possibile accostare quegli anni a oggi, ci volle più coraggio allora. Lama fu una vera autorità morale di questo Paese e forse quel ruolo non gli è stato riconosciuto per intero".
E lei ha deciso cosa farà quando uscirà dalla Cgil?
"Quando tornerò ad essere un cittadino meno visibile di ora, non solo parteciperò ad iniziative politico-sociali ma credo che organizzerò qualcosa. Continuerò ad occuparmi degli altri".


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