FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3779091
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere-Ciampi difende Costituzione e scuola pubblica

Corriere-Ciampi difende Costituzione e scuola pubblica

Ciampi difende Costituzione e scuola pubblica "La Carta ci tiene uniti da 50 anni". E assegna allo Stato il compito di garantire "l'istruzione a tutti" ROMA - Tre interventi in una settimana. ...

17/09/2003
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Ciampi difende Costituzione e scuola pubblica

"La Carta ci tiene uniti da 50 anni". E assegna allo Stato il compito di garantire "l'istruzione a tutti"

ROMA - Tre interventi in una settimana. Troppi per pensare a una casualità. Troppi per non vedervi un legame con la stagione delle riforme annunciata dal governo. Troppi, a meno che chi quegli interventi pronuncia, il capo dello Stato, non giudichi indispensabile - proprio oggi - difendere la Costituzione. Dice Carlo Azeglio Ciampi che se "da cinquant'anni siamo uniti in un patto di cittadinanza comune", lo dobbiamo appunto a una Carta costituzionale che fu "costruita su solide basi". Un documento di cui "essere orgogliosi come lo siamo del tricolore e dell'Inno di Mameli" e che consiglia agli studenti di "leggere e commentare con gli insegnanti". Lo raccomanda inaugurando l'anno scolastico dal Vittoriano e ricordando che quel testo "assegna alla Repubblica il compito di dettare le norme generali dell'istruzione". Cioè il compito "di istituire scuole statali per ogni ordine e grado, di assicurare ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di accedere ai gradi più alti degli studi".
Un passo, quest'ultimo, che per come è formulato suona a doppia critica. Da un lato a chi, nell'esecutivo, vorrebbe far scivolare sempre nuove risorse e attenzioni verso la scuola privata a scapito di quella di Stato (e, en passant , cita il Talmud, libro fondamentale dell'ebraismo, quasi a far notare che non esistono solo le scuole cattoliche). Ma soprattutto a chi, la Lega in testa, vuole adesso affidare alle Regioni la gestione della scuola pubblica, minando la stessa unitarietà del sistema educativo e culturale. Insomma: una devolution che pretenda di tracimare su questo terreno, imponendo programmi e metodi diversi (come emerge dal disegno di legge varato giusto ieri sera da Palazzo Chigi), è inaccettabile per il presidente.
Il quale, per smuovere vecchie amnesie e distrazioni della politica e della società civile, aggiunge un altro "dovere": "Non lasciare soli gli insegnanti nel loro lavoro alto e nobile e assicurare alla loro professione la centralità e il rispetto che meritano".
Certo: formare le nuove generazioni spetta anche, e forse in primo luogo, ai genitori, che debbono "trasmettere una sfera privata di valori", compito di cui "ciascuno è responsabile di fronte alla propria coscienza". Ma allo Stato compete far diventare patrimonio comune, e dunque acquisito pure dai giovani, "i valori che ci uniscono come cittadini italiani".
Vale a dire i princìpi "semplici e chiari" proclamati negli articoli che fanno da incipit alla Costituzione e che sono "scolpiti nei nostri cuori". Ciampi li elenca uno a uno ed è come se volesse alzare uno scudo a tutela di quella famosa prima parte, in modo che nessuno si sogni di sottoporre perfino quella a revisione: 1) la democrazia, i diritti inviolabili dell'uomo, i doveri inderogabili di solidarietà; 2) l'eguaglianza e la pari dignità di tutti i cittadini davanti alla legge; 3) il diritto e il dovere al lavoro; 4) l'unità indissolubile della Repubblica nel rispetto delle autonomie locali; 5) la promozione della cultura; 6) la difesa della patria; 7) l'impegno per la pace.
Del rispetto di questi diritti costituzionali "tutti siamo responsabili, gli uni nei confronti degli altri". "Noi adulti verso i giovani - aggiunge il presidente - se vogliamo che la Repubblica trovi dei suoi cittadini le risorse necessarie per progredire".
Ecco: la lezione di pedagogia civile sconfina dal "patto tra generazioni" in un avvertimento alla politica. Un richiamo che ne riecheggia parecchi altri, quando il capo dello Stato rammentò che la Carta è "viva e valida", "un cemento morale" e che il Parlamento può apportarvi "ritocchi" rispettandone però l'impianto, ossia "l'anima e lo spirito".
Il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, parla subito dopo. Assicura che il governo lavora per "aumentare gli interventi pubblici in questo campo", chiede alla scuola di "recuperare la propria missione educatrice", invita gli studenti a impegnarsi se vogliono "posti di lavoro più remunerati". Ma la grande questione posta da Ciampi, la difesa della Costituzione e della scuola pubblica, rimbalza nel dibattito politico. Destra e sinistra si contendono la rituale "sintonia" con lui. Andrea Ranieri, dei Ds, lo fa recriminando "i bonus a chi frequenta le private e tende a ridurre la scuola a domanda individuale, destinata a riprodurre le differenze culturali e sociali delle famiglie d'origine". Riccardo Pedrizzi, di An, per giurare che "non scorge in quelle parole alcun "no" contro la libertà di scelta educativa nè contro le scuole private", e per chiedere di "non tirare la giacca al presidente".
Marzio Breda


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL