Corriere Adriatico-Tornano le vecchie graduatorie L'esercito dei precari in rivolta

Il Tar cancella 18 punti ai prof storici: un calvario per 4000 insegnanti
Tornano le vecchie graduatorie L'esercito dei precari in rivolta

ANCONA - Graduatorie della disperazione. Freddi elenchi nei quali si rincorrono e si perdono le speranze degli insegnati. Simbolo di anni di precariato, di posizioni conquistate e perse. Simbolo di una scuola che sa ancora di antico e poco gestibile. Tra riforme vecchie e nuove, l'ultima spallata è arrivata da una sentenza del Tar del Lazio che ha cancellato i 18 punti ai precari storici, punti concessi con un atto amministrativo per riequilibrare le loro sorti rispetto ai precari che hanno seguito le scuole di specializzazione (i cosiddetti "siessini") .

E allora è tutto da rifare. Si dovranno riordinare, con l'inchiostro amaro della disfatta, quegli elenchi che metteranno all'angolo i forzati della cattedra incerta.

Spazzati via quei 18 punti, nelle Marche il calvario riguarderà almeno quattromila persone. Solo nella provincia di Ancona sono 1200, una cifra leggermente inferiore per le altre tre province. La rivolta è dietro l'angolo, difficile starci. Lunedì a Grottammare il Movimento italiano precari (Miip) farà quadrato per discutere della sentenza del Tribunale amministrativo e cercare una via di fuga. Un'illusione.

"Le graduatorie riviste e corrette, almeno nella nostra regione, sono state già compilate", avverte Francesca Conti, responsabile Cisl-scuola Marche. "La situazione è inaccettabile, ma noi come sindacato non possiamo entrare nel merito. Però pretendiamo che ci sia chiarezza, che le liste siano quelle definitive". Della serie: meglio sapere di che morte si deve morire. Un'amara certezza che si potrà avere entro i tempi stabiliti: il 31 luglio. "E' una situazione estremamente difficile - incalza Conti - ogni anno scolastico nasce sotto una cattiva stella. So che il ministero contro questa sentenza ricorrerà al Consiglio di Stato. Ma, intanto, a giorni usciranno gli elenchi ripuliti di quei 18 punti".

Il fronte della scuola ancora una volta si arroventa. "Il problema viene da lontano - spiega Manuela Carloni, della segreteria provinciale Cgil-scuola - il peccato originale lo ha compiuto due anni fa la Moratti quando decise di aprire la terza delle tre fasce nelle quali sono raggruppati i precari". Ed è proprio questo il nodo: nel varco aperto dal ministro dell'Istruzione si sono trovati fianco a fianco i prof non di ruolo passati attraverso il concorso e quelli che avevano frequentato la Ssis (le scuole di specializzazione esistenti dal 2001). Ed è subito disparità. In prima battuta il ministero aveva dato un premio di 30 punti ai "siessini" che in tal modo superavano in graduatoria i precari storici. La risposta non si fece attendere. I prof messi all'angolo si rivolsero al Tar e ottennero giustizia: un decreto ministeriale concesse loro 18 punti, alla ricerca dell'equilibrio perduto. "Questo fu un altro errore - insiste Carloni - affidare la propria sorte ad un atto amministrativo che poi si è rivelato debole nei confronti della legge". La contromossa, infatti, non si è fatta attendere e a loro volta i "siessini" si rivolsero al Tribunale amministrativo del Lazio che in questi giorni con una sentenza ha spazzato via quei 18 punti del riequilibrio. "Una vera guerra tra poveri - fa notare Carloni - considerando che sono due anni che non avvengono immissioni in ruolo". E in un vuoto normativo e politico la guerra delle cattedre continua.

MARIA CRISTINA BENEDETTI