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Coronavirus e Maturità 2020, nella scuola dove si prova l’esame «a distanza»

Al Tosi di Busto Arsizio lunedì in 400 hanno fatto la simulazione della prima prova d'esame. La preside, Amanda Ferrario: «Non avrebbe senso cambiare la maturità: a metà del quinto anno i ragazzi sono pronti»

18/03/2020
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Corriere della sera

Antonella De Gregorio

Ore 8.10, lunedì 16 marzo. In 16 classi (virtuali) dell'Istituto Tosi di Busto Arsizio è il giorno della prima prova della Maturità. Un assaggio dell'esame di Stato ai tempi del Coronavirus. Studenti collegati, «plichi» inviati contemporaneamente a tutti via mai: con l'apertura dei file in .pdf, la prova ha inizio. Tempo a disposizione, sei ore. Quattrocento «candidati», schermi e tastiere accesi, si mettono al lavoro, il docente entra nelle classi virtuali, li osserva. La prova di Italiano - quella utilizzata è la versione assegnata dal Miur lo scorso anno, nel calendario australe - è di formato standard: un tema a scelta tra due per l'Analisi del testo (poesia di Vincenzo Cardarelli, testo in prosa di Cesare Pavese);: tre tracce di carattere argomentativo; due tracce di riflessione critica su temi di attualità.

Le tracce

Qualche titolo sembra raccontare lo strano tempo presente, parlando di situazioni analoghe a quelle che stiamo vivendo. Come il testo tratto da «Armi, acciaio e malattie», di Jared Diamond, una ricerca sui meccanismi che hanno creato le attuali condizioni del mondo: geografia, ecologia, territori, teorie biologiche che raccontano i meccanismi sociali e naturali che ci governano. O «L'umanista digitale» di Teresa Numerico, proprio oggi che volenti o no siamo tutti connessi. E poi la Resistenza, dall'armistizio dell'8 settembre 1943 alla Liberazione. E ancora: la formazione di cittadini (non solo) digitali, il diritto allo studio e il ruolo della scuola nelle riflessioni di Ivano Dionigi in «Il presente non basta». Tradimenti e relazioni umane in un saggio della sociologa Gabriella Turnaturi.

Scuola digitale

Si sono mossi con anticipo su tutti, i docenti del Tosi, primo ad attrezzarsi con le lezioni a distanza all’indomani della chiusura delle scuole: «Siamo partiti subito, il 24 febbraio, con aule virtuali, registro elettronico, strumenti come Teams, House party, Instagram, cercando di confermare la normale attività, spiega la preside, Amanda Ferrario, che dirige questo istituto tecnico economico internazionale alle porte di Varese, che conta 72 classi, una serale e un Its ed è capofila nazionale nella formazione metodologica.maturità sì o no?

«Studenti tutti dotati di tablet e pc, e docenti formati all'uso delle tecnologie, hanno fatto la differenza. Dopo quattro settimane, possiamo dire di essere nella normalità»a la preside. Così, mentre molti studenti (il 40,7% nella sola Lombardia, secondo un'indagine dell'Unione degli studenti) lamentano difficoltà nell’utilizzo della didattica a distanza, al Tosi si sperimenta la maturità. Che qualcuno, nella situazione di emergenza, arriva a mettere in dubbio: come, quando si farà?
C'è chi chiede l'ammissione straordinaria all'esame anche con insufficienze, o che sia prevista solo una commissione composta dai prof della classe, oppure che venga rimodulata o addirittura soppressa la seconda prova, e si torni alla tesina. Niente Invalsi, né alternanza scuola-lavoro. Misure straordinarie, concedono gli studenti, che hanno sottoposto le loro proposte alla ministra Azzolina.

La seconda prova

Per la preside Ferrario, tutte idee da accantonare: «Sono sicura al 100% che tutti gli studenti, arrivati a questo punto della classe quinta, sono in grado di fare l'esame. Per la maturità, si chiede ai ragazzi di lavorare su documenti, metterli a confronto, selezionare informazioni, esercitare senso critico. Tutto questo lo hanno già imparato. Se consideriamo che in quinta la programmazione finisce il 15 maggio, poi si fa solo ripasso, e che c'è di mezzo la Pasqua, il tempo "perso" è poco più di otto settimane». «Le competenze degli studenti si formano nei cinque anni, il quinto è di consolidamento, e di orientamento», prosegue. Non avrebbe senso quindi sostituire la seconda prova: «Sarebbe come dire che noi,» la scuola, abbiamo fallito». Piuttosto, se la sospensione della didattica dovesse continuare, «si potrebbe pensare di sospendere le prove Invalsi e l'alternanza scuola-lavoro», concede la preside. Intanto, i ragazzi del Tosi si stanno preparando, con l'aiuto di video tutorial, per la seconda prova, che si svolgerà con le stesse modalità il 26 marzo: Economia aziendale in lingua inglese.


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