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Concorsone scuola, un posto in media ogni 15 candidati

Nel Lazio buone chance per i maestri, male per i prof di fisica e matematica nei licei

20/01/2013
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la Repubblica

di Sara Grattogi

Per alcuni è una ragionevole sfida, per altri una missione impossibile. Non tutti i candidati che nel Lazio hanno superato la preselezione del concorso per docenti un mese fa hanno, infatti, le stesse chance di ottenere una cattedra.
Lo rivela un’elaborazione della FLC CGIL, che partendo dai dati diffusi dal ministero dell’Istruzione sul numero di posti disponibili per classe di concorso e su quello degli ammessi agli scritti, ha calcolato le possibilità di successo, regione per regione, degli aspiranti insegnanti, a seconda della loro specializzazione.
Se per i più fortunati nel Lazio, gli aspiranti prof di italiano, storia e geografia alle medie (A043), ci sarà un posto in palio ogni 5 candidati, per quelli di fisica (A038) l’impresa sarà a dir poco ardua: un posto ogni 224,2 candidati, dato che ad aver superato la preselezione sono stati 1.121 prof, ma le cattedre messe a concorso in tutta la regione sono solo 5. “Uno su mille ce la fa”, insomma, per loro non sarà solo un ritornello, ma una triste realtà. Non va molto meglio ai colleghi matematici che puntano ai licei scientifici (A047): per ogni posto a concorso “lotteranno” ben 163,20 candidati.
Decisamente più fortunati gli aspiranti maestri elementari: nonostante la loro classe di concorso sia la più affollata (con 2.230 candidati), i posti disponibili in regione sono ben 411 e permetteranno al 20 per cento circa di loro di raggiungere l’obbiettivo. Se avessero partecipato al Concorsone, che è su base regionale, in Sicilia o nelle Marche (solo per fare un esempio) avrebbero avuto molte meno chance. Ma in Basilicata o in Molise il successo sarebbe stato più vicino.
La Basilicata e il Molise, del resto, sono le regioni in cui a livello assoluto gli aspiranti insegnanti hanno più probabilità di farcela, mentre la Sicilia e la Toscana sono quelle in cui ottenere una cattedra, per chi è rimasto in corsa, sarà più difficile. In questa classifica, il Lazio si colloca nel mezzo: per ogni posto, in media, ci sono 15,45 candidati. Ma se questo rapporto corrisponde più o meno fedelmente alle chance dei maestri delle scuole di infanzia e dei prof di lettere nei tecnici e professionali (A050), per tutti gli altri la situazione è nettamente diversa, in meglio o in peggio.
A prescindere dalle probabilità di successo, per gli aspiranti docenti si prospettano ora tre settimane di “studio matto e disperatissimo” in vista degli scritti, in programma dall’11 al 21 febbraio. Ad attenderli, una prova composta da tre o quattro domande a risposte aperta (non più quiz, insomma) sulle discipline oggetto d'insegnamento. Per superarla, i candidati dovranno ottenere una votazione pari a 28/40 (per 4 domande) o 21/30 (per 3 quesiti).
Il test durerà fra i 120 e i 150 minuti e non sarà più computer- based: gli insegnanti avranno carta e penna e potranno portare in classe anche il dizionario di italiano e, a seconda delle classi di concorso, anche codici di legge o calcolatrici scientifiche. Severamente vietati smartphone, tablet e notebook.
L’elenco delle sedi d’esame sarà disponibile sul sito del Miur dal 25 gennaio. Solo se supereranno la prova scritta, i candidati potranno accedere all'orale, dove dovranno affrontare anche una lezione simulata di 30 minuti (un’altra novità del Concorsone) che ne misurerà la capacità di stare in classe e di comunicare con gli studenti.
 


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