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Concorso prof, sindacati contro Azzolina: «Apra un confronto o salta il tavolo»

I sindacati hanno annunciato che non parteciperanno all’informativa con i tecnici del ministero prevista per mercoledì 15 aprile. I rappresentanti dei lavoratori chiedono l’assunzione per titoli e servizio al posto della prova a crocette, la ministra resiste

15/04/2020
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

I tempi stringono, ma la trattativa si blocca. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda degli insegnanti si sono detti non disponibili a prender parte all’incontro di informativa previsto per domani, 15 aprile, alle 15 con i tecnici del ministero dell’Istruzione. Con una lettera unitaria le organizzazioni sindacali chiedono un confronto politico preliminare «per inquadrare la questione reclutamento e concorsi in un contesto che nelle ultime settimane ha subito progressivi e sempre più profondi mutamenti, così come appaiono del tutto incerte le prospettive, tenuto conto che l’andamento dell’epidemia e i tempi di un’auspicabile uscita dalla stessa non sono ad oggi prevedibili con certezza». I bandi di concorso, secondo la scadenza fissata dal Milleproroghe, dovrebbero essere pubblicati entro il 30 aprile. Ed è questo il motivo per cui da viale Trastevere si vogliono stringere i tempi. Ma i sindacati non ci stanno: puntano invece a trovare soluzioni alternative, considerata l’incertezza generale che non fa capire come e quando potrebbero svolgersi i concorsi.

I bandi

I bandi di concorso sono quattro: quelli ordinario e straordinario per secondaria di I e II grado, per il ruolo, il concorso infanzia e primaria, e infine dovrebbe esserci anche il bando di concorso straordinario secondaria I e II grado, per l’abilitazione. Il consiglio superiore per l’istruzione ha già manifestato dei dubbi proprio per quest’ultimo bando, dubbi che però potrebbero allargarsi alle altre procedure. E dallo stesso governo sono arrivati segnali di apertura verso soluzioni «condono» che faciliterebbero la gestione del momento complesso. Il sottosegretario Peppe De Cristofaro (Leu) ha avanzato un’ipotesi, quella di dare ossigeno alle scuole italiane immettendo a settembre almeno i 25 mila nuovi prof che avrebbero dovuto arrivare per direttissima grazie al concorso. Una «sanatoria» per assumerli in base ai titoli e agli anni di servizio, senza neanche fargli fare il test a crocette previsto dalla procedura super-semplificata del concorso straordinario.

Le graduatorie

Intanto anche sui potenziali supplenti si apre un nuovo fronte. La ministra Lucia Azzolina ha annunciato che non ci sarà la riapertura delle graduatorie di istituto, per l’impossibilità di evadere un milione di pratiche cartacee. Il presidente della commissione Istruzione al Senato, Mario Pittoni (Lega), propone allora di introdurre un «provvedimento correttivo straordinario che faccia slittare la provincializzazione al prossimo triennio, consentendo la riapertura delle graduatorie con le vecchie regole. Ci sarà poi tutto il tempo per sviluppare il nuovo regolamento e la reingegnerizzazione del sistema informativo del ministero in riferimento a graduatorie e nomine di competenza dei dirigenti scolastici. Per il presente, posto che la seconda fase della procedura (la scelta delle scuole) è già informatizzata, basterà sostituire la consegna a mano delle domande con l’invio tramite mail con allegati documenti in formato PDF». Il MoVimento 5 Stelle invece è «disponibile a lavorare per l’attivazione immediata delle graduatorie provinciali, che ha fortemente voluto e inserito nel decreto Istruzione che le Camere hanno convertito in legge lo scorso dicembre. L’esame, ora al Senato e poi alla Camera, del decreto Scuola può essere l’occasione per dare la possibilità alla ministra Azzolina di emanare un decreto ministeriale avente natura non regolamentare al fine di abbreviare i tempi consentendo di aggiornare già quest’anno le graduatorie, non più d’Istituto ma provinciali, rispondendo positivamente alle legittime istanze che provengono dal mondo della scuola e dai neolaureati», dicono i 5 Stelle. Ma la provincializzazione delle graduatorie per Azzolina è impraticabile: per farlo serve «un regolamento che ci consenta, appunto, di organizzare su base provinciale le graduatorie e di gestirle attraverso i nostri uffici territoriali, sgravando le scuole - ha scritto la titolare del dicastero su Facebook -. Ma per attuare il regolamento, come ho spiegato in altre occasioni, serve una procedura molto lunga che richiede, per legge, una serie di pareri a vari organi di controllo. Col rischio quindi di non poter garantire un regolare avvio del prossimo anno». La viceministro Anna Ascani però spinge Azzolina per accelerare i tempi: «Sono convinta che, con i doverosi investimenti in termini di risorse e di impegno, si debba lavorare per riaprire le graduatorie di istituto. Sono sicura che i colleghi parlamentari ci sosterranno in questa sfida, noi non faremo mancare il nostro lavoro senza sosta», conclude Ascani.


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