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Ciampino. L'accorpamento delle scuola, un tema senza soluzione

Al contrario, l'idea che passa è che esistono scuole di serie A e di serie B, dove anche gli enti preposti, oltre alle promesse mancate, spesso ignorano le reali necessità che popolano il mondo scuola

22/01/2013
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Dazebao.org

Alessandro Ambrosin

CIAMPINO (ROMA) - Continua a far discutere la scuola elementare di Ciampino Martin Luther King, dove il 12 dicembre scorso una bambina e una maestra sono rimaste travolte da un pezzo di solaio caduto dal tetto di un'aula.


Questa volta perà non si tratta di un altro drammatico incidente, ma molto di più. Parliamo infatti della sopravvivenza e della crescita di una struttura che avrebbe tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio comprensorio didattico non solo con materne ed elementari, già esistenti, ma anche con classi medie inferiori. I numeri ci sono tutti, basta guardare il bacino d'utenza che copre geograficamente questo istituto scolastico. Tuttavia il metodo del cosiddetto "accorpamento", di cui poco si parla, sembra andare in tutt'altra direzione.
Per questo giovedì 17 gennaio il corpo docente, il personale ATA e i genitori degli alunni sono scesi in piazza, hanno organizzato un corteo terminato davanti al Municipio di Ciampino, dove una delegazione ha incontrato il primo cittadino Simone Lupi, che a breve lascerà il suo posto per presentarsi alle prossime regionali.

Ma vediamo di capire bene come si è aperta questa vertenza che coinvolge gran parte degli istituti scolastici italiani.
L'ex ministro Giulio Tremonti all'epoca del governo Berlusconi non ebbe troppi tentennamenti e per recuperare 63 miliardi di euro pensò di adottare nelle scuole il sistema dell'accorpamento. Una soluzione dettata esclusivamente dall'aspetto economico in cui si prevede che le scuole con meno di 600 alunni debbano essere integrate ad altri plessi scolastici. E tutto all'insegna del massimo risparmio, perchè le casse degli enti locali languono. Tuttavia, l'ultima parola spetta all'ente regionale che a seconda del caso potrebbe intervenire per trattare i casi in base ai dati raccolti su ogni istituto. La norma dice che in media ogni scuola dovrebbe poter ospitare un minimo di mille studenti per rientrare negli standard previsti dal ministero.
In caso contrario scatterebbe il "famigerato" ridimensionamento, che ricordiamo deve avvenire a costo zero da parte degli enti comunali.
Le classi, studenti compresi, vengono di fatto trasferiti in altre scuole, può succedere che cambino i libri di testo e soprattutto le abitudini didattiche, creando disagi per alunni e insegnanti. Insomma un vero e proprio disastro e tutto questo per una norma che punta al massimo risparmio su uno dei settori che al contrario dovrebbe rappresentare la linfa vitale del Paese: l'istruzione.
Ma non è tutto. Perchè, fatti i provvedimenti, spesso chi si occupa di "razionalizzare" non coinvolge i diretti interessati che vivono l'esperienza scolastica quotidianamente, così¨ diventa difficile, se non impossibile comprendere i vari aspetti e il disagio che ne consegue.

Il caso del secondo circolo didattico - come ci spiega Cecilia Guerrieri ,una delle docenti sentite durante la manifestazione - versa in una situazione a dir poco paradossale. "Quello che noi rivendichiamo e' che i numeri ci sono tutti, anche rispetto alle altre scuole presenti nel comune di Ciampino, ma manca la volontà politica di dare un sostegno fattivo alla crescita della scuola, delle garanzie ai docenti, agli altri lavoratori della scuola e ai genitori degli alunni che intendono difendere questo luogo d'istruzione considerato un punto di riferimento per la comunità. Un anno fa avevamo scritto al comune, alla Provincia e anche alla Regione. L'unica risposta è arrivata da Palazzo Valentini, ma a parte i buoni propositi d'intento la situazione è rimasta pressochè invariata."

"Siamo stati letteralmente dimenticati"-lamentano i genitori. "Ora -continua Guerrieri - chiederemo al sindaco di essere ricevuti per avere rassicurazioni in merito, invitando il sindaco Lupi a dare valore e significato alle istanze dei genitori che, visti gli spazi della struttura della nostra sede principale, "M.L.King",hanno chiesto di adattarla per accogliere anche alcune classi delle medie, attraverso qualche piccolo lavoro di ristrutturazione, in attesa dell'iter burocratico che attesti il II circolo didattico come istituto comprensivo e di investimenti più importanti da parte dell'amministrazione per l' assegnazione di locali idonei ad una popolazione scolastica con esigenze diverse rispetto agli alunni di scuola primaria".

"La scuola di cui parliamo ha una lunga tradizione alle spalle ed è altamente riconosciuta sul piano didattico. Ma il vero punto di forza è il bacino d'utenza a cui si rivolge, proprio per la sua collocazione territoriale che serve migliaia di studenti. L'apertura dei tavoli tecnici dopo la delibera regionale e la stasi indotta dalle prossime elezioni- evidenzia la vicaria Ines Maria Di Santo- mostra chiaramente che fino ad ora non c'è stata una reale e partecipata comunicazione con tutta la cittadinanza e solo nell'incontro di martedì scorso,(15/01/13), nel teatro della "M.L.King" la nostra utenza ha potuto ascoltare il sindaco relazionare sugli ultimi avvenimenti in Regione ed esprimere propri pareri e proposte".

Insomma - sottolineano i dipendenti ATA - perchè quando le cose vanno bene si fa di tutto per farle andare male? Gli enti locali non hanno solo l'obbligo di garantire dei luoghi sicuri in cui non accadano più episodi come quello del 12 dicembre scorso, ma anche quello di assicurare l'operatività del sistema scolastico garantendone l'omogenea applicazione nelle diverse realtà, nonchè la necessaria sostenibilità".

Al contrario, l'idea che passa è che esistono scuole di serie A e di serie B, dove anche gli enti preposti, oltre alle promesse mancate, spesso ignorano le reali necessità che popolano il mondo scuola. Oggi il secondo circolo didattico, nonostante i numeri indichino chiaramente una possibile crescita, rischia di diventare una sorta di parcheggio temporaneo per alunni, ma anche per gli insegnanti e per il personale amministrativo, in attesa di una sorta di smistamento in altri plessi o altre scuole.
Lo slogan "La scuola è un diritto, un diritto di tutti: uguaglianza,pari opportunità!` intonato durante il corteo apre poi ad altri scenari


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