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Cara Ministra Moratti,

Cara Ministra Moratti, sono un'insegnante del Blaise Pascal di Foggia. Uno dei 91 istituti della Puglia da lei e dal suo staff definito da "ridimensionare" (vedi la Repubblica del 29 agosto). In ...

12/10/2002
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Cara Ministra Moratti,
sono un'insegnante del Blaise Pascal di Foggia. Uno dei 91 istituti della Puglia da lei e dal suo staff definito da "ridimensionare" (vedi la Repubblica del 29 agosto). In collegio ho proposto un documento unico ai miei colleghi, poi ho scelto di scriverle individualmente non per amore di personalismo, ma perché proprio non mi riesce di parlare ad una donna in burocratese o in ufficialese. Sia pure Ministra.
Io sono al mio quarantesimo anno di servizio (compresi naturalmente i quattro anni di università) e sono ancora indecisa se chiedere il pensionamento quest'anno. Ed ho appena finito di "rattoppare" la zanzariera in cucina, perché mi sembra uno spreco cambiarla se si può ancora aggiustare e perché economicamente ho cose più importanti cui pensare. Dunque sembra che abbiamo almeno tre aspetti in comune: l'amore per il lavoro, un senso forte del risparmio, la voglia di affrontare e risolvere i problemi.
Il che però non può trasformarsi né in improvvisazione, né in comportamenti indiscriminati. Noi donne siamo "esperte" nei tagli, ma siamo anche esperte nella mediazione "tolgo questo e rafforzo là, perché '". Io credo molto nell'Economia familiare e mi chiedo quante donne le siano accanto in questa sua esperienza. Soprattutto quante donne che ricordino di essere donne e valorizzino la "sapienza" femminile, che in fatto di Economia ha tanto da dire: gli Stati crollano senza il sostegno economico delle famiglie!
Intanto i famosi conti del ministero sul rapporto docenti/alunni nel mio istituto sono sbagliati, ma su questo io non voglio insistere perché ha già avuto tante sollecitazioni a rivederli, ma se anche fosse vero che abbiamo 1 docente ogni 9,3 alunni io avrei perlomeno incrociato questo dato con il numero di iscrizioni annuale. Insomma mi sarei chiesta se l'istituto è in crisi o gode buona salute, nel senso che gode della fiducia "del mercato". Per usare un'espressione tanto cara a questo Governo. Ma ancora un altro aspetto mi preoccupa: abbiamo proprio perso la speranza di una scuola che recuperi tutti? Un'amica che vive in Germania mi diceva "che bello, nella vostra scuola un bambino può non avere gli stessi ritmi di un altro, da noi viene subito indirizzato al mondo del lavoro." Quante intelligenze si "bistrattano" in questo modo? Ed anche su questo noi donne abbiamo una nostra "sapienza" e ce la insegnano i nostri figli: è la pazienza di stargli accanto, anche quando non tutto va per il meglio. E di farlo con amore. Insomma il mio è un pressante invito a non dimenticarsi di essere donna e a portare questa competenza femminile nel suo lavoro.
Sicuramente ci sarà un guadagno: per lei e per tutti noi.
Clelia Iuliani
ITC Blaise Pascal FOGGIA


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