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Camera-VII Commissione - Resoconto di martedì 20 gennaio 2004

VII Commissione - Resoconto di martedì 20 gennaio 2004 Pag. 114 ...

21/01/2004
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VII Commissione - Resoconto di martedì 20 gennaio 2004

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ATTI DEL GOVERNO
Martedì 20 gennaio 2004. - Presidenza del presidente Ferdinando ADORNATO. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina APREA.

La seduta comincia alle 9.40.

Variazione nella composizione della Commissione.

Ferdinando ADORNATO (FI), presidente, comunica che il deputato Fabio Fatuzzo entra a far parte della Commissione in sostituzione del deputato Teodoro Buontempo, che cessa di farne parte.

Schema di decreto legislativo concernente la definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione.
Atto n. 303.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Titti DE SIMONE (RC), intervenendo sui lavori della Commissione, chiede che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta per l'esame di atti del Governo sia assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso.

Ferdinando ADORNATO (FI), presidente, non essendovi obiezioni, lo consente. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 3 dicembre 2003.

Ferdinando ADORNATO, presidente, avverte che, con lettera del 19 dicembre 2003, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso il parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città e Autonomie locali sullo schema di provvedimento in titolo. Ricorda inoltre che la Commissione ha svolto, nelle giornate di lunedì 12 e martedì 13 gennaio 2004, una serie di audizioni informali volte ad approfondire i temi oggetto del provvedimento.
Avverte, inoltre, che il deputato Angela Napoli, che nella seduta del 14 gennaio scorso aveva annunciato la propria intenzione di rinunciare all'incarico di relatore sul provvedimento in esame, ha manifestato la propria disponibilità a riconsiderare

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tale decisione. A tale proposito, esprime apprezzamento e soddisfazione per il senso di responsabilità istituzionale e politico dimostrato dal relatore, che permette alla Commissione di non privarsi della sua competenza.
Avverte quindi che, purtroppo, il ministro Letizia Moratti, per motivi di salute, non potrà intervenire ai lavori odierni della Commissione, come era stato richiesto. Il Governo è comunque autorevolmente rappresentato dal sottosegretario Aprea, che ringrazia per la sua disponibilità.

Titti DE SIMONE (RC), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime rammarico per la mancata partecipazione del ministro Moratti ai lavori odierni della Commissione, la cui presenza appare necessaria per fornire chiarimenti sul suo discutibile modus operandi. Ritiene infatti inaccettabile, e gravemente lesivo delle prerogative del Parlamento, il fatto che sia stata adottata una circolare relativa alle materie proprie del provvedimento in esame prima dell'espressione del parere da parte delle Commissioni competenti sul provvedimento stesso.
Stigmatizza quindi la scarsa partecipazione dei deputati dei gruppi della maggioranza alla seduta odierna, che è a suo avviso dimostrazione di un ingiustificabile disinteresse per l'esame di un provvedimento di tale importanza. Ritiene impossibile, nelle condizioni date, procedere alla discussione di merito sul provvedimento.
Chiede infine che il deputato Angela Napoli fornisca dettagliate spiegazioni circa i motivi per cui ha dapprima rinunciato all'incarico di relatore, per poi tornare sulla propria decisione.

Ferdinando ADORNATO, presidente, nel concordare con il deputato Titti De Simone in ordine all'opportunità che i gruppi garantiscano la più ampia partecipazione ai lavori della Commissione, rileva peraltro che numerose assenze si registrano non solo nei banchi della maggioranza, ma anche in quelli delle opposizioni.

Alba SASSO (DS-U) si associa alle considerazioni del deputato Titti De Simone, sottolineando in particolare che l'esame di un provvedimento così rilevante per il futuro delle istituzioni scolastiche italiane dovrebbe pienamente coinvolgere tutte le forze politiche.
Osserva quindi che sarebbe stato più corretto, sul piano istituzionale, che il Governo trasmettesse alle Camere lo schema di provvedimento in titolo solo dopo aver acquisito il prescritto parere della Conferenza unificata, anche in considerazione dell'ampliamento delle competenze delle regioni operato con le modifiche del Titolo V della Costituzione.
Segnala quindi che i rappresentanti dei gruppi di opposizione hanno sottoposto all'attenzione della Presidenza della Camera una serie di profili problematici attinenti alla copertura finanziaria, che configurano a suo avviso la vera e propria illegittimità del provvedimento.
Sollecita, infine, un intervento del ministro Moratti affinché dia circostanziate risposte e chiare assicurazioni in merito alle preoccupazioni espresse dalla società civile e da tutto il mondo della scuola in ordine ai contenuti del provvedimento.

Ferdinando ADORNATO, presidente, dopo aver ricordato che il termine, fissato direttamente dalla legge, per l'espressione del parere della Commissione è già scaduto nella seduta di ieri, sottolinea come appaia comunque opportuno, al di là di qualsiasi valutazione di merito, che il provvedimento in esame sia emanato al più presto, al fine di porre rimedio alla situazione di disorientamento da più parti denunciata.

Angela NAPOLI, relatore, in relazione ai chiarimenti richiesti nei precedenti interventi, ed al fine di sgombrare il campo da qualsiasi equivoco e da interpretazioni tendenziose, chiarisce che da una più attenta valutazione dei contenuti della circolare ministeriale richiamata è emerso che essa non appare in alcun modo in grado di comprimere l'autonoma determinazione delle Camere. In particolare, sottolinea

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tra l'altro che la circolare ha carattere evidentemente transitorio, precisandosi in più punti che il Ministero si riserva di fornire ulteriori indirizzi e chiarimenti successivamente all'entrata in vigore delle nuove norme legislative. Ha d'altronde ricevuto adeguate assicurazioni, direttamente da parte del ministro, sulla piena disponibilità del Governo all'attenta valutazione delle proposte di modifica eventualmente contenute nel parere espresso dalla Commissione.
Precisa quindi che la sua decisione di rinunciare all'incarico di relatore era motivata esclusivamente da considerazioni di carattere istituzionale. Considerazioni del medesimo tipo, e in nessun caso riconducibili a mere logiche di appartenza o "fedeltà" politica, l'hanno quindi indotta a tornare su tale decisione.
Ribadisce altresì la correttezza del decreto in titolo, non ravvisando a suo giudizio alcun eccesso di delega. Parimenti corretta e soddisfacente è, a suo parere, la legge delega di riforma della scuola che necessita della più tempestiva e sollecita attuazione al fine di superare il clima di disorientamento e confusione che impera nelle scuole italiane.
Invita infine le forze politiche presenti in Commissione a procedere con tempestività sulla discussione generale del provvedimento, affinché possano emergere in modo proficuo proposte emendative da inserire nella sua proposta di parere. Ogni ulteriore ritardo rischia infatti di rendere inutile il parere della Commissione.

Titti DE SIMONE (RC), ritiene insufficienti i chiarimenti forniti dal relatore ed inaccettabile che si proceda nella discussione sterile di un provvedimento, in presenza di una circolare che scavalca le prerogative parlamentari e vanifica la possibilità di influire in modo effettivo sui suoi contenuti. Nel ribadire la propria totale insoddisfazione per le condizioni in cui il dibattito si sta sviluppando, annuncia che, in mancanza dei chiarimenti richiesti, il suo gruppo non è disponibile a proseguire la discussione.

Ferdinando ADORNATO, presidente, sottolinea che l'atteggiamento dei rappresentanti dei gruppi di opposizione, che continuano ad eludere l'avvio della discussione nel merito del provvedimento, si traduce unicamente in una compressione dei tempi a disposizione per un confronto reale e proficuo, considerato che la data finale per l'espressione parlamentare è già fissata.

Walter TOCCI (DS-U) ricorda che la relatrice aveva motivato le sue dimissioni ritenendo lese le prerogative parlamentari a causa dell'emanazione di una circolare anteriormente all'emanazione del decreto in titolo. Ritiene pertanto che la questione abbia un rilievo politico-istituzionale e che pertanto sia diritto dell'opposizione chiedere dettagliate informazioni e chiarimenti in ordine alle reali motivazioni che hanno indotto la relatrice a ritirare le sue dimissioni.
Ritiene altresì fondamentale che, prima dell'espressione del parere della Commissione cultura, sia accertato in modo chiaro e compiuto se via sia adeguata copertura finanziaria per il decreto in titolo, e chiede pertanto che l'esame del provvedimento sia sospeso, in attesa dell'espressione del parere della Commissione bilancio. In ogni caso, il Governo dovrebbe fornire anche in questa sede i chiarimenti di carattere finanziario richiesti dalla Commissione bilancio, e ribadire formalmente le assicurazioni date al relatore.
Ritiene che, in mancanza di questi elementi di chiarezza, la Commissione non possa procedere nell'esame del provvedimento.

Ferdinando ADORNATO, presidente, sottolinea come, a termini di legge, il parere della Commissione bilancio, limitato agli aspetti di carattere finanziario, segua - in relazione a questo specifico provvedimento - una propria autonoma procedura, non formalmente connessa a quella in corso presso la Commissione cultura. Ribadisce quindi la necessità passare alla discussione di merito sullo schema di decreto legislativo, considerando

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inopportuno il persistente rinvio della medesima a causa di continui interventi sull'ordine dei lavori.

Carlo CARLI (DS-U) ritiene doveroso fare piena luce sui motivi che hanno in un primo momento indotto il relatore a rinunciare all'incarico, sottolineando come tale vicenda sia il segnale di un profondo disagio, anche all'interno della maggioranza, in relazione ai contenuti del provvedimento in esame.

Ferdinando ADORNATO, presidente, nel sottolineare come la questione sia già stata ampiamente chiarita dal relatore stesso, ribadisce che l'atteggiamento dilatorio delle opposizioni rischia di impedire l'effettiva espressione del parere parlamentare.

Alba SASSO (DS-U) ritiene che la fretta, dimostrata dal Governo e dalla maggioranza, sembra paradossalmente motivata dall'esigenza di dare legittimità "successiva" alla circolare più volte richiamata.

Titti DE SIMONE (RC) considera poco chiare e convincenti le motivazioni del relatore, ritenendo che l'unica difesa efficace delle prerogative sia quella di pretendere il ritiro della circolare, che ritiene del tutto illegittima.

Ferdinando ADORNATO, presidente, ritiene opportuno che si inizi una discussione attinente al merito del provvedimento in titolo e concede così la parola al deputato Ranieli.

Michele RANIELI (UDC), a nome del suo gruppo esprime soddisfazione per l'impianto complessivo del decreto e ritiene altresì che il suo esame debba concludersi tempestivamente, in modo da rendere realmente efficaci i rilievi e le osservazioni che la Commissione riterrà opportuno di formulare.
Ritiene che il provvedimento abbia una impostazione sostanzialmente positiva ed apprezzabile, benché alcuni suoi aspetti possano essere opportunamente migliorati.
Illustra quindi alcune proposte di modifica del provvedimento, sottolineando in primo luogo l'opportunità di una più adeguata specificazione delle prescrizioni contenute nell'articolo 1, inerente alle finalità della scuola dell'infanzia. Appare poi necessario istituire apposite figure professionali che sopperiscano a specifiche esigenze fisiologiche dei bambini.
Sarebbe inoltre opportuno rimettere all'autonomia scolastica l'individuazione della lingua straniera da introdurre in tutte le classi della scuola primaria, senza privilegiare l'inglese ad esclusione delle altre lingue. Sarebbero altresì auspicabili una migliore determinazione dell'orario dell'attività didattica, la revisione dell'orario della scuola secondaria di primo grado, e una più adeguata specificazione degli orari riservati alle regioni. Ritiene anche indispensabile il mantenimento del gruppo docente, pur riconoscendo la necessità di affidare il coordinamento delle didattiche ad una singolo insegnante.
In conclusione, ribadisce la soddisfazione del suo gruppo per il provvedimento in esame ed esprime apprezzamento nei confronti del ministro Moratti, che ha sempre dimostrato estrema sensibilità politica nell'accoglimento delle richieste di approfondimento e delle sollecitazioni sollevate dalle forze politiche.

Walter TOCCI (DS-U), nell'esprimere disponibilità alla cooperazione con le altre forze politiche per apportare miglioramenti al provvedimento in titolo, chiede che tale processo sia agevolato tramite la più sollecita formalizzazione della proposta di parere del relatore.

Alba SASSO (DS-U) si associa alla richiesta del deputato Tocci.

Angela NAPOLI (AN), relatore, si riserva di presentare la propria proposta di parere all'esito della discussione di carattere generale, in modo da poter tenere adeguatamente conto di tutte le sollecitazioni provenienti dai gruppi.

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Ferdinando ADORNATO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta che sarà ripresa, come previsto, alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 14.05.

Alba SASSO (DS-U) nel ricordare inoltre che il Presidente della Camera è stato investito, attraverso una lettera predisposta da parlamentari dell'opposizione, delle problematiche attinenti alla copertura finanziaria del provvedimento, e che questi ha sottolineato come tali questioni siano oggetto di specifico esame presso la Commissione bilancio, chiede che si attende l'espressione del parere di tale Commissione prima di proseguire l'esame.

Titti DE SIMONE (RC) si associa alle considerazioni e alla richiesta del deputato Sasso.

Ferdinando ADORNATO, presidente, ribadisce che, per espressa previsione di legge, i due procedimenti attivati presso la Commissione bilancio e presso la Commissione cultura sono del tutto autonomi. Non può quindi accedere alla richiesta avanzata, anche per non impedire di intervenire, in sede di discussione generale e con tempi adeguati a disposizione, ai deputati che intendono farlo.

Giovanna BIANCHI CLERICI (LNFP), nell'esprimere la condivisione del proprio gruppo per il provvedimento in esame, ritiene che il confronto in corso nel paese abbia assunto toni del tutto inappropriati rispetto alle reali questioni poste dal provvedimento. In particolare, ritiene assolutamente esecrabile la strumentalizzazione da parte delle forze di opposizione di bambini e di adolescenti nell'ambito delle manifestazioni di protesta in corso nel paese.
Sottolinea quindi la necessità di dare elementi di certezza al mondo della scuola in ordine alle modalità di applicazione della riforma disposta dalla legge n. 53 del 2003. Ritiene altresì che vi sia un discutibile boicottaggio da parte di alcune scuole nell'attuazione delle prescrizioni contenute nella circolare e che ciò causi una situazione di disorientamento e di caos.
Analizzando il merito del provvedimento in titolo, esprime soddisfazione nei confronti del medesimo e sottolinea la necessità di ribadire lo spirito di base della riforma, che è quello di garantire la collaborazione tra scuola e famiglie. Concludendo, esprime il suo pieno sostegno al Governo che ha provveduto a predisporre un testo positivo, foriero di innovazioni rilevanti per la scuola italiana.

Antonio PALMIERI (FI) si associa alle osservazioni espresse dall'onorevole Bianchi Clerici in ordine alla strumentalizzazione, da parte dei gruppi di opposizione, dei bambini nelle proteste di piazza contro il decreto in titolo. Ritiene scorretto l'atteggiamento delle forze di opposizione diretto alla trasformazione strumentale della riforma scolastica in terreno di battaglia politica contro la compagine governativa.
Per quel che concerne il provvedimento in titolo, esprime pieno e convinto sostegno al medesimo, nonché all'operato della relatrice Angela Napoli. Osserva che il decreto poggia su alcuni postulati fondamentali: l'autonomia scolastica, il positivo rapporto tra innovazione e tradizione, la valorizzazione della categoria degli insegnanti ed infine la personalizzazione dell'insegnamento.
Riguardo alla copertura finanziaria, ricorda che l'articolo 7 della legge n. 53 del 2003 prevede la copertura dell'anticipo delle iscrizioni. Intende altresì precisare che, per quel che concerne le ulteriori coperture finanziarie, non è ogni singolo decreto a doverne dare indicazione, bensì la legge finanziaria.

Guglielmo ROSITANI (AN) esprime la più ferma condanna per l'uso strumentale dei bambini nelle proteste contro il provvedimento in titolo e ritiene che sia assolutamente scorretto l'utilizzo di questo discutibile metodo di lotta politica da parte delle forze di opposizione. Ritiene

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che tale atteggiamento rischi di minare i rapporti tra le forze politiche all'interno della Commissione e quindi l'efficacia dei suoi lavori. In conclusione, auspica che possa reinstaurarsi un clima di serenità e collaborazione nei lavori della Commissione.

Alba SASSO (DS-U) ritiene che gli interventi degli esponenti di maggioranza, salvo quello del deputato Ranieli, non abbiano riguardato il merito del provvedimento in titolo, ma abbiano investito soltanto la questione delle proteste avvenute nei giorni scorsi sul territorio nazionale.
Contesta con fermezza l'accusa che le opposizioni abbiano strumentalizzato i bambini, sottolineando come le manifestazioni siano sempre state autonomamente indette da comitati spontanei di genitori e insegnanti, cui i partiti di opposizione hanno semplicemente aderito, senza partecipare alla loro organizzazione.

Guglielmo ROSITANI (AN) considera prive di fondamento e non veritiere le affermazioni del deputato Sasso.

Alba SASSO (DS-U) ribadisce che le proteste sono espressione di un malessere generalizzato nei confronti di un decreto insoddisfacente e poco consono ad attuare una positiva riforma scolastica. Esprime altresì rammarico per il mancato ascolto di tali proteste da parte del Governo.
Per quanto concerne la copertura finanziaria, ricorda che la relazione tecnica che accompagna il provvedimento indica come unica spesa accertata e coperta quella relativa all'anticipo delle iscrizioni alla scuola primaria già prevista finanziariamente dalla stessa legge delega.
Nessuna copertura viene indicata nella relazione tecnica per le altre materie, che comportano inequivocabilmente una spesa: la generalizzazione e l'anticipo delle iscrizioni per la scuola dell'infanzia, l'inserimento della lingua inglese in tutte le classi della scuola primaria e quello della seconda lingua nella scuola secondaria di primo grado.
Precisa quindi che la legge finanziaria 2004, in relazione all'individuazione delle risorse finanziarie per l'attuazione della legge n. 53 del 2003, si limita ad autorizzare, all'articolo 3, comma 92, la spesa complessiva di 90 milioni di euro per interventi che, se pur attinenti all'istruzione, non ineriscono propriamente al primo ciclo di istruzione o vi si riferiscono soltanto in maniera parziale.
Ritiene pertanto che gli articoli 1 e 7 della legge n. 53 del 2003, relativi alla copertura finanziaria, debbano essere pienamente attuati, ed esprime rammarico per il fatto che ciò non sia ancora avvenuto.
Ricorda inoltre che nel piano finanziario approvato il 12 settembre del 2003 dal Consiglio dei ministri è previsto un investimento complessivo pari a 4037 milioni di euro in istruzione e formazione, per il quinquennio 2004-2008, oltre alle somme già iscritte in bilancio per lo stesso periodo pari a 4283 milioni di euro. Chiede pertanto che il Governo chiarisca in quale modo intenda garantire l'attivazione di tali risorse e come intenda fornire idonea copertura alle spese riguardanti le innovazioni introdotte dal provvedimento in titolo.
Concludendo, ritiene assolutamente indispensabile che si addivenga ad una soluzione tempestiva del problema della copertura finanziaria del provvedimento, che appare pregiudiziale rispetto al suo esame, investendone alla base la legittimità.

Ernesto MAGGI (AN) ritiene inopportuno l'atteggiamento assunto dalle opposizioni che hanno incentrato tutti i propri interventi su questioni non direttamente attinenti al contenuto sostanziale e al merito del provvedimento.

Ferdinando ADORNATO, presidente, in considerazione dell'imminenza delle votazioni in Assemblea, sospende la seduta, che riprenderà al termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell'Assemblea

La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 20.25.

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Ferdinando ADORNATO (FI), presidente, in relazione all'esigenza di assicurare tempi adeguati all'esame, in sede referente, presso le Commissioni riunite VII e IX, del progetto di legge recante riassetto del sistema radiotelevisivo, propone che la seduta per il seguito dell'esame del provvedimento in titolo, già convocata per domani alle ore 15, abbia luogo nella medesima giornata di domani al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea. Ricorda che in tale seduta la Commissione procederà alla votazione del parere.

La Commissione concorda.

Piera CAPITELLI (DS-U) sottolinea che la maggioranza sembra non tenere conto in alcun modo delle questioni emerse nel corso delle audizioni informali svolte nelle scorse settimane. Stigmatizza inoltre il fatto che il ministro abbia adottato la circolare più volte richiamata senza attendere l'espressione del parere parlamentare. Questi due fatti dimostrano la scarsa attitudine della maggioranza a prestare il dovuto ascolto alle obiezioni provenienti dall'opposizione e dalla società civile.
Considera fondamentali e prioritari i problemi di carattere finanziario su cui la Commissione bilancio sta conducendo i necessari approfondimenti. Ritiene perciò opportuno, al di là di qualsiasi considerazione informale, che non si proceda alla votazione del parere prima che si sia espressa la Commissione bilancio.
Si sofferma quindi sulle questioni di merito che motivano la radicale opposizione del suo gruppo rispetto al provvedimento in esame. In primo luogo appare illegittima la scelta di determinare direttamente con il decreto legislativo le indicazioni nazionali per i piani delle attività educative, che determina rigidità applicative e impedisce di procedere sulla base un adeguato approfondimento. Nella sostanza, poi, tali indicazioni appaiono inadeguate e riduttive rispetto alla complessità delle esigenze degli alunni.
Il processo in atto sembra ridurre la scuola a strumento di mero e meccanico apprendimento cognitivo, moltiplicando i momenti di confronto e crescita comune della classe nel suo complesso. L'enfasi posta sul tema della libertà di scelta delle famiglie appare demagogica, ed è contraddetta dall'inerzia della maggioranza in relazione ad latri provvedimenti ben più rilevanti ai fini dell'effettiva partecipazione dei genitori, come soggetto collettivo, alla definizione del progetto complessivo di insegnamento. Ritiene inoltre insufficienti le aperture del Governo sul tema degli istituti comprensivi, che non appaiono idonee a garantire la continuità curriculare.
Nell'insieme viene confermata l'impostazione originaria della riforma, che introduce forti momenti di rigidità e di cesura tra i diversi cicli di istruzione e al loro interno, limitando tra l'altro indebitamente l'autonomia delle istituzioni scolastiche. Esprime contrarietà e preoccupazione per la reintroduzione della valutazione dei comportamenti ai fini della promozione o bocciatura degli alunni, che rappresenta un vero e proprio alto all'indietro. Grave appare poi la mancanza di qualsiasi indicazione in merito alla generalizzazione della scuola dell'infanzia, e non vengono forniti i necessari chiarimenti sul tema del diritto-dovere all'istruzione, anche in relazione alla previsioni costituzionali in materia.
Le preoccupazioni più gravi riguardano comunque il tema dei tempi scolastici, di cui il provvedimento determina una sostanziale riduzione. Al proposito sottolinea la centralità politica che la questione del tempo pieno ha assunto anche grazie all'autonoma mobilitazione delle famiglie e degli insegnanti. Sottolinea che le norme vigenti assicurano attualmente la piena valorizzazione educativa dei vari momenti che costituiscono la giornata scolastica. L'intervento del Governo tende invece a frammentare questa realtà introducendo un modello di scuola "a domanda".
L'introduzione della figura dell'insegnante tutor contraddice poi i principi di base relativi ai rapporti tra i docenti, improntandoli a un modello gerarchico che dovrebbe essere loro estraneo, investendo materie riservata alla contrattazione

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collettiva e senza che si precisino le modalità per la sua individuazione né per ala definizione del suo trattamento economico.
Conclusivamente, manifesta apprezzamento per i rilievi e le richiesta di modifica avanzate dal gruppo dell'UDC, che auspica possano essere accolti nella proposta di parere del relatore.

Carlo CARLI (DS-U) sottolinea che la legge n. 53 del 2003 e questo primo provvedimento attuativo legittimano le più gravi preoccupazioni, ponendosi in controtendenza rispetto alle linee evolutive della scola in tutti i principali paesi occidentali e mettendo a rischio tutte le più recenti conquiste del nostro paese in questo campo. Ritiene che le manifestazioni spontanee che si sono succedute in questi giorni debbano essere ricondotte a questa legittima preoccupazione e non a presunti "complotti delle opposizioni".
La riforma in atto riduce la scuola a semplice fornitrice di contenuti di base, piuttosto che mirare al progressivo innalzamento dei livelli culturali e civili della generalità dei cittadini. La società contemporanea richiede un ampliamento della formazione di base di tutti. Il modello di scuola che viene proposto dal Governo è quindi, a suo avviso, radicalmente sbagliato. Anche le esperienze di punta realizzate in alcune realtà della scuola italiana sono messe a rischio da questo provvedimento. In questo senso segnala la mancanza di adeguati interventi per la generalizzazione della scuola dell'infanzia, che contraddice processi in atto da ormai diversi anni.
L'istituzione della figura del docente tutor lede poi il principio della collegialità delle decisioni, introducendo gravi elementi di disparità tra le varie discipline insegnate.
Nel complesso, al riforma in atto contribuirà a suo avviso a confermare ed accentuare le divisioni socio-economiche già esistenti nel paese, a danno dei bambini di oggi che saranno domani adulti più poveri e meno liberi.
La riduzione degli organici degli insegnanti e in particolare di quelli di sostegno, determinerà inoltre gravi disagi per gli studenti portatori di handicap, e potrebbe preludere alla reintroduzione delle classe differenziali.
Ritenendo che il provvedimento dovrebbe senz'altro essere ritirato, auspica comunque che il Governo e la maggioranza manifestino disponibilità almeno ad accogliere proposte di significativa modifica del provvedimento.

Titti DE SIMONE (RC) ritiene deprecabile il metodo utilizzato dal ministro Moratti circa la emanazione della circolare prima della espressione del parere delle competenti Commissioni sul provvedimento in esame. Considera tale gesto assolutamente scorretto e ritiene che un atto amministrativo quale la circolare, calato dall'alto, senza l'ascolto dei soggetti interessati, leda le prerogative parlamentari. Il rispetto di queste ultime dovrebbe essere garantito, a suo avviso, in ogni circostanza e a fortiori in tale frangente in cui si discute di un provvedimento particolarmente rilevante e pregno di significato politico.
Ritiene che il disegno strategico delle forze di maggioranza sotteso a tale provvedimento sia quello di smantellare la scuola pubblica e la sua natura di "laboratorio di democrazia dal basso". A suo avviso, infatti, si introduce una visione "aziendalistica" della scuola, basata sulla flessibilità e sulla precocizzazione, elementi questi ultimi funzionali e rispondenti a quella visione liberista dei paesi capitalisti europei. Non condivide l'impianto del provvedimento in esame, in quanto ritiene che con esso si diminuisca l'obbligo scolastico, nonché il tempo scuola. A tal proposito, ritiene che la maggioranza introduca nel provvedimento elementi di innovazione non rispondenti alle domande della collettività nazionale e ritiene d'altra parte particolarmente grave la sottovalutazione della mobilitazione e delle proteste di piazza. Evidenzia che il tempo pieno richiesto da più parti sociali non rappresenta una pura operazione di

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natura aritmetica, ma piuttosto risponde ad una domanda di qualità cui deve rispondere adeguatamente la scuola pubblica. Espone rilievi critici circa la fine dell'esperienza pedagogica del tempo pieno e circa la predisposizione di un modello basato su 27 ore obbligatorie, 3 facoltative e 10 dedicate al tempo mensa. A quest'ultimo proposito ritiene ingiustificata la scorporazione del tempo mensa dal tempo scuola ed espone dubbi circa la mancata definizione puntuale nello schema di decreto dei soggetti deputati alla gestione del suindicato tempo mensa. Stigmatizza la scelta dell'anticipo a due anni e mezzo dell'ingresso nella scuola d'infanzia: in tal modo si declassa la medesima facendole assumere un ruolo puramente assistenziale. Parimenti, espone rilievi critici circa l'anticipo riguardante la scuola primaria e secondaria di primo grado e stigmatizza fermamente tale precocizzazione ritenendola funzionale ad una visione della scuola assolutamente lontana da quella emergente dal dettato costituzionale.
Contesta altresì la figura del tutor, in quanto decreta la fine della collegialità nell'insegnamento e determina una deprecabile gerarchizzazione tra insegnanti e materie. Grave, a suo avviso, è anche la personalizzazione dei curricula, ritenendo questo uno strumento diretto a creare una scuola "classista". Ritiene infatti iniqua la cristallizzazione della situazione di partenza di un alunno, che invece dovrebbe essere superata per consentire allo stesso di raggiungere gli obiettivi di studio più elevati.
Esprime, in sostanza, forti critiche nei confronti del decreto attuativo della riforma scolastica, in quanto dequalifica e destruttura la scuola pubblica, allontanandola dal modello prefigurato nelle prescrizioni costituzionali.
Concludendo, ritiene che il decreto, se emanato, possa essere estremamente dannoso per la scuola pubblica italiana ed è inoltre fermamente convinta che la mobilitazione delle forze sociali e politiche contrarie alla riforma scolastica persisterà, ove non siano apportati congrui ed opportuni aggiustamenti al provvedimento in titolo.

Antonio RUSCONI (MARGH-U) esprime la propria profonda delusione per la scarsa disponibilità del Governo a riconsiderare l'iter del Governo, nonostante il grande disagio e le preoccupazioni espresse dalla famiglia e dal mondo della scuola.
Si sofferma quindi sulla mancanza di certezze in ordine alla copertura finanziaria di alcuni dei principali interventi previsti dal provvedimento, ritenendo che anche le integrazioni alla relazione tecnica fin qui presentate appaio del tutto insufficienti rispetto alle questioni poste. Sottolinea infatti come i fondi stanziati dall'ultima finanziaria siano finalizzati ad interventi non pienamente congruenti con quelli del provvedimento in esame, e comunque del tutto insufficienti rispetto alle effettive necessità, anche in relazione ai contestuali tagli ai trasferimenti agli enti locali. Occorrerebbe inoltre chiarire in che modo il Governo intenda attivare le risorse previste dal piano programmatico approvato nel settembre del 2003.
In relazione alla questione del tempo pieno, evidenzia come la proposta del Governo, pur rispettando il monte ore rispettivo annulli il modello didattico educativo fin qui adottato, sostituendolo con quello che ritiene un semplice "doposcuola". Ritiene assolutamente necessario che il Governo assicuri un rapporto partecipativo dei genitori nella definizione dei progetti educativi. In tal senso auspica che sia sollecitamente ripreso l'esame parlamentare del progetto di legge concernente gli organi collegiali della scuola.
Manifesta quindi apprezzamento per le posizioni espresse, nella seduta di questa mattina e in pubbliche dichiarazioni, da autorevoli esponenti del gruppo dell'UDC. In particolare si sofferma sulle dichiarazione rese alla stampa dall'onorevole Brocca, in cui si prospetta la necessità di introdurre significative modifiche su alcuni degli aspetti fondamentali del provvedimento.

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Segnala quindi la necessità di un approfondimento in relazione al destino degli insegnanti di educazione tecnica, che sembrano avviati a confluire in altre discipline. Ritiene che tale scelta non abbia un fondamento educativo, ma sia dettata da semplici considerazioni di carattere finanziario.
Anche alla luce di tali considerazioni, auspica pertanto che la maggioranza sia disponibile ad accettare le proposte di modifica avanzate nel corso della discussione.

Fabio GARAGNANI (FI) rileva con soddisfazione come dal dibattito in corso emerga chiaramente una netta contrapposizione tra maggioranza e opposizioni sul tema della scuola. Nel condividere le ragioni di fondo del decreto, che apporta significativi, sebbene a suo avviso insufficienti, elementi di innovazione nel panorama scolastico, constata come il sistema scolastico italiano, dal dopoguerra sino ad oggi, si sia sviluppato nel corso sulla base di linee di continuità che hanno determinato carenze e difetti che non possono essere superati senza interventi di radicale riforma. Il Governo, giustamente, si propone di "sbloccare" questa situazione cristallizzatae non più rispondente alle reali esigenze della società italiana, introducendo elementi di cambiamento diretti a migliorare sensibilmente la struttura e il funzionamento della scuola italiana. Solo un intervento radicale, infatti, appare idoneo a gettare le premesse per creare un sistema scolastico libero, dinamico e competitivo come quello di paesi come la Germania e gli Stati Uniti. Personalmente, ritiene che la piena modernizzazione del sistema scolastico richiederebbe una revisione radicale del rapporto tra scuole pubbliche e scuole private, superando l'attuale assetto di sostanziale monopolio del settore pubblico. Si rende conto, peraltro, delle difficoltà connesse alla piena esplicazione di tale principio.
In ogni caso, ritiene non condivisibile lo spirito oggettivamente "conservatore" dimostrato anche in questa occasione dalle forze di opposizione e da alcune componenti della maggioranza, che rischiano di aggravare ulteriormente la già difficile situazione della scuola italiana. Un effettivo innalzamento dei livelli di istruzione impone di superare le vecchie logiche consociative, che hanno favorito il costituirsi di rendite di posizione in vasti strati del corpo docente, e consentito l'adozione di comportamenti gravemente scorretti da parte di dirigenti scolastici, che svolgono attività politica approfittando della propria posizione istituzionale. Altrettanto gravi appaiono anche gli atteggiamenti assunti in alcune scuole, che - anche disapplicando disposizioni vigenti, come quelle relative all'obbligo di esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche - rischiano di minare le basi della nostra cultura, conducendo a una progressiva scristianizzazione del paese.
Auspica che la questione della scuola possa divenire elemento qualificante della contrapposizione tra maggioranza e opposizioni in Parlamento e nel paese, perché le innovazioni proposte dal Governo devono essere affermate con forza, e non passivamente difese.
Condivide in particolare le nuove norme in materia di tempo pieno e docente tutor, che appaiono idonee a garantire una adeguata valorizzazione della possibilità di scelta delle famiglie, e ribadisce, conclusivamente, il giudizio positivo sul provvedimento che, sia pure con alcune timidezze, si pone in linea con il programma riformatore e innovatore del Governo.

Walter TOCCI (DS-U) auspica che la maggioranza dia segnali concreti di disponibilità a confrontarsi con le opposizioni della società civile sui possibili interventi migliorativi del provvedimento in esame.
Sottolineata la centralità della questione della scuola rispetto allo sviluppo sociale e democratico del paese, ricorda come, nel corso della cosiddetta "prima Repubblica", la democrazia cristiana abbia saputo gestire tale delicata materia con grande responsabilità istituzionale ed evitando qualsiasi contrapposizione frontale con l'opposizione. L'attuale maggioranza

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di Governo dovrebbe chiarire se questo spirito di fondo debba essere completamente rinnegato, come sembra emergere dall'intervento del deputato Garagnani, o se esso possa essere in qualche modo recuperato.
Invita quindi alla massima cautela rispetto ad ogni intervento sull'assetto attuale della scuola primaria, che rappresenta un punto di eccellenza del nostro paese nel panorama internazionale. Al proposito giudica particolarmente grave la decisione di introdurre la figura dell'insegnante tutor, che contraddice il principio della cooperazione paritaria tra i diversi insegnanti che operano nell'ambito di una medesima classe e vanifica il processo di specializzazione dei docenti che è stato portato avanti nell'ultimo decennio. Pur riconoscendo l'esigenza di individuare una figura che costituisca un riferimento per le famiglie ritiene possibile, conformemente a quando richiesto anche dal gruppo dell'UDC individuare modalità per rendere questa innovazione compatibile con il mantenimento del équipe degli insegnanti. L'attribuzione di diciotto ore di insegnamento all'insegnante tutor appare inoltre difficilmente compatibile con l'obiettivo della personalizzazione dei percorsi scolastici. Tale previsione costituisce a suo avviso un irrigidimento delle norme vigenti del tutto ingiustificate.
Il medesimo irrigidimento si registra nella scelta di definire i programmi scolastici direttamente negli allegati al provvedimento legislativo in esame, invece che ricorrere allo strumento ben più flessibile del regolamento. Si sofferma quindi sulla cattiva formulazione di tali allegati, segnale, a suo avviso, della mancanza di un adeguato approfondimento nella fase della loro predisposizione.
Invita quindi ad una riflessione di carattere più generale, sottolineando come la radicale contrapposizione tra le due principali coalizioni politiche del paese, nell'attuale sistema bipolare, rischi di condurre ad una indefinita situazione di stallo su una questione creata a massima rilevanza per lo sviluppo complessivo del paese che richiederebbe pertanto, per sua stessa natura, continuità di indirizzo e coerenza di comportamenti, pur nell'alternanza delle diverse maggioranza politiche. Auspica pertanto che il relatore includa nel proprio parere una osservazione relativa alla necessità di trovare una base comune e condivisa a cui debbano essere ricondotti tutti gli interventi volti alla riforma complessiva del sistema scolastico.

Alba SASSO (DS-U), dopo aver sottolineato che dall'esame del provvedimento risultano confermate le preoccupazioni dell'opposizione circa l'inopportunità di procedere a una riforma del sistema scolastico mediante una legge delega, esprime la convinzione che la scuola italiana necessiti certo di essere riformata, ma attraverso un processo di graduale adattamento alle nuove esigenze, condotto tramite un continuo confronto con i protagonisti del mondo della scuola e valorizzando le migliori pratiche che le diverse istituzioni scolastiche, nell'ambito della propria autonomia, mettono in campo.
Sottolinea che la nuova disciplina del tempo pieno attribuisce alle famiglie una libertà di scelta eccessiva, che contrasta con l'esigenza di assicurare l'unità e la coerenza del progetto educativo dell'alunno.
A suo avviso, il provvedimento limita l'autonomia didattica e introduce una discutibile gerarchia tra i saperi, attraverso la previsione della controversa figura del docente tutor. Parimenti grave è la previsione dei programmi negli allegati: vi è una evidente forzatura della legge n. 53 del 2003 e una conseguente discutibile compromissione della autonomia scolastica.
Esprime notevoli perplessità in ordine al provvedimento in titolo ed auspica che si intervenga in materia di scuola in modo più proficuo al fine di perfezionare la funzione precipua della scuola medesima, che consiste nell'innalzamento del livello culturale dei componenti della collettività nazionale.
Chiede infine alla relatrice del provvedimento in titolo quali proposte delle

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richieste di modifica avanzate dal deputato Ranieli intenda accogliere nella sua proposta di parere.

Angela NAPOLI, relatore, sottolinea che rilievi e considerazioni sono state avanzate nel corso del dibattito non solo dal gruppo dell'UDC.

Alba SASSO (DS-U) osserva che, nell'ambito dei gruppi di maggioranza, il gruppo dell'UDC è stato l'unico ad avanzare espressamente delle proposte di modifica. Precisa che la sua richiesta di chiarimenti è legata alla possibilità che il suo gruppo riveda la posizione di netta contrarietà fin qui espressa in caso di accoglimento delle principali richieste di modifica nella proposta di parere del relatore.

Angela NAPOLI, relatore, esprime preliminarmente il proprio dispiacere per il fatto i rappresentanti delle opposizioni non abbiano minimamente tenuto conto dei chiarimenti forniti fin dalla relazione introduttiva in ordine ad alcuni degli aspetti più controversi del provvedimento in esame, procedendo invece a un'opera di vera e propria disinformazione che non trova alcuna giustificazione nel testo del provvedimento stesso. In particolare, sottolinea come sia del tutto infondata l'opinione che il provvedimento elimini o metta in discussione l'istituto del tempo pieno, che, nonostante quanto sostenuto dai gruppi di opposizione, non svolge oggi purtroppo un ruolo effettivamente educativo, essendo per lo più utilizzato per lo svolgimento di attività parascolastiche.
Ritiene poi del tutto inaccettabile l'accusa che il provvedimento in esame "smantelli" gli attuali assetti del sistema scolastico, quando uno dei principali meriti del Governo in carica è proprio quello di aver impedito l'applicazione della cosiddetta "riforma Berlinguer" che introduceva elementi di discontinuità ben più radicali ed era stata approvata a colpi di maggioranza dal Governo di centro sinistra nella scorsa legislatura. Analoghe considerazione possono essere fatte valere in relazione alla questione della presunta riduzione di risorse e di personale, in relazione alla quale le misure introdotte dalla precedente maggioranza appaiono ben più radicali e restrittive.
Sottolinea quindi l'estrema urgenza di giungere a una rapida definizione del procedimento in corso, anche per fornire alle famiglie e alle scuole quegli elementi di certezza richiesti a gran voce. Occorre infatti procedere a dare effettiva attuazione, sia pure in modo graduale, a una riforma che, al di là delle legittime obiezioni, è ormai legge dello Stato e deve quindi trovare applicazione.
Infine, sottolinea la necessità di procedere a una attenta valutazione delle richieste di modifica avanzate nel corso della discussione, e si riserva pertanto di depositare presso la Commissione la propria proposta di parere entro la mattina di domani.

Il sottosegretario Valentina APREA, esprime il ringraziamento del Governo, anche a nome del ministro Moratti, per la chiarezza con cui i deputati intervenuti hanno indicato gli aspetti del provvedimento meritevoli di approfondimenti e modificazioni, manifestando particolare apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore Angela Napoli, il cui paziente e costruttivo contributo ha costituito per il Governo un elemento di conforto nelle scelte e anche di sicura mediazione tra le prerogative e le attese del Parlamento e gli impegni che il Governo è andato man mano assumendo, dal momento in cui ha deciso di riformare il sistema educativo nazionale.
Entrando nel merito delle innovazioni che il decreto introduce, chiarisce innanzitutto che esse sono state previste tenendo presente servizi e attività già consolidate in questi ordini di scuola, soprattutto con riferimento al tempo scuola e all'arricchimento delle attività formative che hanno tradizionalmente caratterizzato sia il tempo pieno delle elementari che il tempo prolungato della scuola media.
Ritiene singolare che dubbi in proposito abbiano potuto essere mantenuti anche

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successivamente al passaggio del decreto in Conferenza Unificata, che ha visto l'esplicitazione di tali elementi di continuità (la frequenza scolastica fino a 40 ore settimanali nelle scuole primarie, e secondarie di primo grado; la completa gratuità delle attività educative facoltative opzionali; l'assistenza educativa da parte dei docenti al tempo mensa).
Tutti questi servizi e le modalità di erogazione degli stessi erano, del resto, già garantiti nel testo approvato il 12 settembre 2003 dal Consiglio dei Ministri. Una dimostrazione ulteriore della volontà politica del Governo può essere desunta dalla lettura comparata del vecchio e del nuovo ordinamento, che nei punti richiamati utilizzano le medesime formulazioni. In più, ancor prima del confronto in Conferenza Unificata, l'Amministrazione aveva avuto modo di diffondere anche attraverso il sito del Ministero l'interpretazione autentica ed il commento agli articoli del decreto che rassicuravano circa il mantenimento nel nuovo ordinamento dei tempi lunghi e dell'erogazione gratuita dei servizi ad essi connessi.
Sottolinea che, in ogni caso, il Governo è stato ben lieto di accogliere le proposte emendative della Conferenza Unificata, ed auspica che esse siano recepite nel parere parlamentare.
Rispetto all'obiezione circa i mutamenti del modello pedagogico e didattico del tempo pieno e del tempo prolungato, ricorda che l'articolo 21 della legge n. 59 del 1997 ("legge Bassanini") ed il successivo decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 hanno introdotto e regolamentato l'autonomia didattica e organizzativa all'interno dei piani di studio e degli orari di lezione, superando la rigidità e l'uniformità che fino a quel momento avevano caratterizzato gli ordinamenti e le relative disposizioni attuative. È appena il caso di ricordare, a titolo di esempio, che la norma che aveva introdotto l'organizzazione per moduli nella scuola elementare è stata abrogata proprio dal decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999.
La legge n. 53 del 2003 ed anche il decreto in discussione sono stati predisposti sulla base dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, che ha profondamente innovato il percorso di definizione dei piani di studio in regime di autonomia. Tale percorso prevede, tra l'altro, proprio come stabilito nel decreto in esame: l'indicazione degli indirizzi generali; gli obiettivi generali del processo formativo; gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni; le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte-ore annuale; l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli; i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo; gli standard relativi alla qualità del servizio".
Così pure, sempre l'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 al comma 4, prevede che "agli studenti e alle famiglie possono essere offerte possibilità di opzione nelle attività didattiche". Questo comma va inoltre letto insieme a tutti gli altri articoli che valorizzano l'autonomia organizzativa di ogni istituzione scolastica, in relazione alle esigenze del territorio e delle famiglie.
Sottolinea come non sia perciò più possibile determinare per legge un unico modello pedagogico e didattico, così come avvenuto nelle precedenti riforme degli ordinamenti. Per queste ragioni il provvedimento in esame conferma, assicura e valorizza ulteriormente la piena autonomia organizzativa e didattica delle scuole e dei docenti, ed amplia la libertà di scelta educativa delle famiglie. In tal senso va interpretato il comma 5 dell'articolo 7 del decreto.
Fornisce quindi esplicite rassicurazioni in ordine alle questioni sollevate dal deputato Ranieli, evidenziando che la responsabilità didattica resterà collegiale pur in presenza di nuove articolazioni della funzione docente.
Così pure, l'organizzazione delle attività nell'arco temporale della giornata non

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trova nel decreto vincoli secondo cui alcune attività (magari, quelle obbligatorie) dovrebbero essere previste al mattino ed altre (magari quelle facoltative opzionali) al pomeriggio per gruppi di alunni appartenenti a classi diverse. Ricorda che, anche in questo caso il superamento dell'unità della classe intesa in senso amministrativo quale unico modello organizzativo di insegnamento-apprendimento e l'articolazione delle lezioni in attività antimeridiane e pomeridiane non sono innovazioni di questo decreto, ma appartengono alla legislazione scolastica del nostro Paese già da tempo. La legge n. 517 del 1977, gli articoli 129, 130 e 131 del testo unico, l'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 rappresentano, infatti, le fonti normative di un modello pedagogico-didattico che - nonostante i vincoli mantenuti fino al decreto oggi in discussione - è radicalmente cambiato, aprendosi a forme flessibili di organizzazione e di modalità di apprendimento.
Quanto all'introduzione della figura del docente tutor, ribadisce che il Governo auspica che le famiglie e gli studenti ritrovino in questa figura un sicuro punto di riferimento dell'attività educativa collegiale dei docenti e del gruppo-classe, al fine di realizzare da un lato un rapporto più stretto e più significativo tra scuola e famiglia, e dall'altro una reale personalizzazione dei piani di studio a servizio dell'integrazione di ciascun allievo in una vera e propria "comunità di apprendimento" (il gruppo classe).
Un ulteriore momento di forte coinvolgimento delle famiglie sarà costituito dalla collaborazione con i docenti nella stesura del portfolio delle competenze personali degli alunni. Questo strumento rappresenterà, inoltre, un elemento chiave per realizzare la continuità educativa orizzontale (verso l'alunno, la sua famiglia e il territorio) e quella verticale, rappresentando più di quanto non siano stati finora le certificazioni tradizionali (valutazioni trimestrali o quadrimestrali, esami) la storia personale di ogni alunno, i suoi successi, i momenti di difficoltà, le sue competenze, inclinazioni, attitudini. Sarà assicurato in questo contesto l'orientamento ed il riorientamento continuo.
La valorizzazione del ruolo delle famiglie si realizzerà, altresì, nel riconoscimento della responsabilità di decidere sia gli anticipi di iscrizione alla scuola dell'infanzia ed alla scuola primaria, sia nella scelta della quantità e delle attività del tempo-scuola per gli alunni, i cui tetti massimi - come ha avuto già modo di ricordare all'inizio del suo intervento - coincidono con le opzioni massime di tempo scuola garantite finora dal nostro sistema scolastico.
In merito all'iter procedurale seguito dal Governo, richiama l'attenzione della Commissione sul fatto che esso risulta coerente con la delega concessa al Governo dal comma 2 dell'articolo 1 della legge n. 53 del 2003. In merito, invece, alla circolare amministrativa avente per oggetto le iscrizioni all'anno scolastico 2004-2005, sottolinea che essa ha costituito un atto amministrativo dovuto per porre rimedio alla situazione di confusione e incertezza che si era venuta a determinare, e non può in alcun modo pregiudicare eventuali nuove disposizioni di livello primario, che saranno adottate al termine del procedimento in corso.
In merito alla necessità di definire le nuove figure professionali nella scuola dell'infanzia comunica che nel confronto con l'ANCI si è deciso di utilizzare l'avvio delle sperimentazioni sull'anticipo di iscrizione dei bambini di due anni e mezzo per definire le eventuali nuove figure necessarie all'inserimento organico e generalizzato di questi bambini.
In riferimento, invece, alla necessità di specificare che nella scuola primaria si studierà la lingua inglese e non altra lingua, fa presente che gli studenti italiani presentano un gap di competenza linguistica molto alto rispetto ai loro coetanei dei Paesi più avanzati. Inoltre l'Unione europea, ha approvato una direttiva che chiede, entro il 2010, di favorire in tutti i sistemi educativi europei l'inserimento di due lingue comunitarie, al fine di favorire una reale cittadinanza europea. Dunque,

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in considerazione della incontestabile preminenza della lingua inglese nella società della conoscenza in virtù degli impegni assunti a livello comunitario, il Governo ha deciso di scegliere la lingua inglese come prima lingua comunitaria obbligatoria nella scuola primaria, cui si aggiunge una seconda lingua comunitaria, a scelta delle famiglie e delle scuole, nella scuola secondaria di primo grado.
Quanto all'importanza di altre rilevanti lingue sul panorama internazionale, sottolinea che alle scuole viene data la facoltà di inserire tali insegnamenti tra le attività educative facoltative opzionali, utilizzando esperti come docenti e quindi dare comunque risposte a contesti socio-culturali che avanzano questa domanda, o anche favorire con queste scelte politiche di sviluppo e/o di integrazione.
Infine, con riferimento alla questione della copertura finanziaria, chiarisce che essa rimanda alla legge di bilancio 2003, essendo stato questo decreto approvato nell'esercizio finanziario 2003. Per le obiezioni relative alla generalizzazione dell'offerta formativa, alla alfabetizzazione informatica e nella lingua inglese, rinvia ai chiarimenti forniti alla Commissione Bilancio in data 19 gennaio, che sono a disposizione della Commissione.
Sottolinea infine che il decreto è corredato da una serie di norme transitorie, decisive per sostenere con gradualità il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento. Nel corso dell'esame del decreto, ed in particolare dal dibattito parlamentare che si è svolto in questa Commissione e nell'altro ramo del Parlamento, è emersa la necessità di chiarire ulteriormente alcuni passaggi della fase transitoria che partirà il prossimo anno scolastico. Auspica pertanto che il parere parlamentare possa aiutare il Governo ad individuare azioni e strumenti che possano agevolare ulteriormente questa delicata fase. In questo contesto devono essere valutati anche gli allegati recanti le indicazioni massimali per i programmi scolastici, che sono introdotte in via meramente transitoria, per garantire una corretta e graduale applicazione della riforma, e non pregiudicano in alcun modo eventuali successive deliberazioni assunte in sede regolamentare.
Assicura che il Governo proseguirà la propria azione affinché i docenti possano senza difficoltà e con i dovuti supporti farsi presto interpreti delle nuove finalità educative, e le famiglie possano, altresì, cogliere le nuove opportunità loro offerte e contribuiscano con le scelte loro affidate, a migliorare complessivamente la qualità degli insegnamenti e degli apprendimenti dei propri figli, raccogliendo la sfida di una corresponsabilità sul piano delle scelte educative tanto avvertita ed attesa.

Ferdinando ADORNATO (FI), presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di mercoledì 21 gennaio 2004.

La seduta termina alle 0.10 di mercoledì 21 gennaio 2004.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

Interventi a sostegno dell'Auditorium di Roma.
C. 3074.


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