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Blitz, proteste e calcetto la carica dei 60mila per un posto a Medicina

Università, ai test per assegnare i 9.513 posti anche il quiz su come si organizza un torneo. Studenti contro il numero chiuso.

09/09/2015
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Il Messaggero

ROMA Dall’Expo del 1900 alle caratteristiche del fascino maschile, dai presidenti della Repubblica all’organizzazione di un torneo di calcetto passando per mitocondri, ciclo di Calvin e acrosoma. Poca cultura generale, un po’ di logica e molte domande di biologia e chimica: un mix esplosivo di materie e capacità da mettere in campo per aggiudicarsi un posto nelle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Così ieri si è svolto il test di ingresso per gli aspiranti medici: lo sbarramento del numero programmato ha fatto salire l’ansia dei candidati, così come le polemiche delle associazioni studentesche contrarie a una selezione fatta di crocette.
CANDIDATI IN CALO
Una roulette di 60 domande a cui rispondere in 100 minuti. Tante le aspettative e le speranze dei 60.639 iscritti a fronte dei 9.513 posti disponibili in tutta Italia. Candidati in netto calo rispetto allo scorso anno quando si presentarono in 64.187. Le polemiche del passato hanno fatto sì che tanti ricorsi siano stati vinti, con la conseguenza che quest’anno mancano all’appello anche tutti quegli studenti che, entrati in facoltà per volere del Tar, non si sono ripresentati come avveniva negli anni passati. Per evitare errori o scorrettezze, sono arrivati in aula anche gli agenti della polizia postale, come avvenuto a Napoli. Se le forze di polizia erano tra i banchi, fuori dagli atenei impazzava la protesta.
A Roma gli studenti dell’Unione degli universitari con un blitz notturno ha esposto uno striscione con su scritto «Vogliamo un’università senza barriere» mentre numerosi flash mob andavano in scena fuori dalle diverse facoltà, dalla Capitale a Milano, da Napoli a Torino. Alla Sapienza una barriera di cubi bianchi con su scritto «Il numero chiuso non è salutare» cadeva giù sotto i colpi della protesta. «Dalla nostra indagine sui dati ministeriali e degli Atenei - spiega Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari - emerge che i corsi a numero chiuso continuano a crescere. Quasi la metà dei corsi di laurea sono ad accesso programmato, ma intanto le nostre università perdono migliaia di iscritti ogni anno. E questo in barba agli obiettivi europei di aumentare il numero dei laureati fino al 40%, quando siamo fermi al 20%».
OGGI VETERINARIA
La polemica non si ferma ma intanto i test vanno avanti. Oggi è la volta della prova di veterinaria e domani di architettura. Una prova diversa dal passato in cui si contano meno quesiti di carattere generale e più quelli inerenti alle singole discipline. Ieri infatti gli aspiranti medici hanno avuto a che fare con domande relative ai Presidenti della Repubblica, tra cui spiccava un improbabile Giovanni Spadolini, ma anche alle cellule procariote, al ribosoma, al glucosio nel sangue, al maltosio e alle energie di ionizzazione. «Serviva un laureato in chimica o in biologia – assicura fuori dalla Sapienza Chiara, 20 anni di Roma e neodiplomata al liceo classico – mi dispiace ammetterlo ma non è andata bene. Non passerò». Ma c’erano anche tanti fuori sede: «Siamo venuti da Napoli – spiegano Michele e Jacopo, freschi di maturità scientifica – per ora scommettiamo su chi prende il punteggio più alto. E poi speriamo di farcela”.
Lorena Loiacono
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