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Aprileonline: Cgil, lotta fra le divisioni

Ma anche sul fronte specifico della scuola e dell'università la triade perde pezzi

13/11/2008
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Aprileonline

Andrea Scarchilli ,

Il direttivo della Cgil ha accolto la proposta del segretario Guglielmo Epifani e proclamato lo sciopero generale per il dodici dicembre prossimo. Lunedì la segreteria deciderà i dettagli organizzativi della protesta, che sarà comunque di almeno quattro ore. Sempre lunedì si riunirà anche il comitato centrale della Fiom che dovrà decidere se far confluire il proprio sciopero, fissato per lo stesso giorno, in quello deciso dalla Confederazione. All'interno dello stop generale deciso da Corso Italia anche la mobilitazione annunciata ma non ancora proclamata degli statali. La protesta è contro la manovra finanziaria del governo, la mancanza di interventi a supporto di salari e pensioni per fronteggiare la crisi e a sostegno delle richieste della Cgil.

A facilitarla, di sicuro, l'atteggiamento del governo che organizza incontri con i leader degli altri sindacati escludendo quello di Corso Italia. A proposito e in riferimento al vertice "segreto" di Palazzo Grazioli tra il governo, la Confindustria e i segretari di Cisl e UIl, Epifani ha dichiarato che "il presidente Berlusconi dimostra così di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue". Sul tema della crisi, ha proseguito Epifani, "il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli 'riservati' li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l'Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa. Nei confronti della Cgil è un comportamento particolarmente grave perché abbiamo inviato al governo e alle altre parti sociali una piattaforma con le proprie proposte per affrontare la crisi . Con questo atteggiamento il governo esprime, così, la volontà di non aprire un confronto con la Cgil".

Sciopero generale proclamato dalla confederazione di Corso Italia per il 12 dicembre. E' contro la Finanziaria e il mancato sostegno del governo ai redditi. Sull'università, per venerdì si spacca il fronte: la Cisl, convinta dalla Gelmini, ha revocato la protesta. Epifani infuriato per il vertice "segreto" a Palazzo GrazioliIl dodici dicembre prossimo, quindi, il sindacato di Corso Italia combatterà una battaglia sindacale priva dell'adesione dei due "cugini" confederali. Ma anche sul fronte specifico della scuola e dell'università la triade perde pezzi. Oggi federazioni ricerca e università della Cisl hanno revocato lo sciopero del comparto già fissato per venerdì, facendo sapere di considerare la riunione di ieri con il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini un "passo in avanti" che potrebbe aprire una nuova fase nel confronto con il governo. "Abbiamo deciso la revoca dello sciopero indetto per il 14 novembre - ha affermato Antonio Marsilia, segretario generale della Federazione Cisl Università - perché il ministro con il documento sottoscritto ieri si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra governativa sull'università e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma per lo sciopero del 14 novembre".

A convincere la Cisl un documento di impegni (respinto dalla Cgil) che promette l'individuazione delle risorse contrattuali per il biennio economico 2008/2009 (per tutti i settori); la restituzione dei tagli al fondo per il trattamento accessorio (Università/Ricerca); la stabilizzazione dei precari, l'utilizzo del turn over e l'ampliamento delle dotazioni organiche (Ricerca); il reperimento di risorse aggiuntive per il contratto AFAM (Alta Formazione artistica e musicale) 2006/2009 e la stabilizzazione per docenti e tecnici amministrativi precari del comparto; l'apertura immediata di specifici tavoli di confronto per università, AFAM e ricerca per definire le linee di riforma dei comparti. In pratica, quanto partorito dalla riunione governativa di giovedì scorso, quella che ha partorito il decreto che anticipa, su alcuni punti, la discussione generale sull'università, per la cui riforma l'esecutivo intende utilizzare lo strumento del disegno di legge.

La Flc Cgil, invece, ritiene "del tutto insufficienti" le proposte fatte dal ministro rispetto ai comparti dell'Università, della Ricerca e dell'Afam. Il segretario nazionale Marco Broccati aveva definito, al termine dell'incontro avuto con il ministro, il documento "un insieme disordinato e assolutamente monco di questioni che riguardano i contratti di lavoro, gli organici della ricerca e poco altro. E' assolutamente vietato parlare del tema '133' e noi Cgil non lo sottoscriviamo". Il "133" è il decreto di fine agosto, quella che ha riformato le scuole primaria e secondaria e accolto i tagli stabiliti dalla Finanziaria. Oggi il segretario generale Mimmo Pantaleo ha preso rispettosa distanza dalla scelta dei colleghi della Cisl: "Ho sempre rispetto delle opinioni altri ma con la Cisl avevamo definito una piattaforma: ieri siamo stati all'incontro con il ministro Gelmini, ne abbiamo apprezzato la disponibilità al confronto, ma non ci sono state date risposte sufficienti per revocare lo sciopero".

"Per discutere - ha detto il dirigente della Cgil - bisogna creare le condizioni necessarie, cioè togliere di mezzo i provvedimenti capestro del governo". Ed il fatto che il Ministero della Funzione Pubblica oggi abbia fatto sapere che non intende incontrare i sindacati di Università e Ricerca per Pantaleo è la conferma che "il verbale fatto ieri all'incontro con Gelmini è pura finzione: si confermano le nostre ragioni dello sciopero". Il segretario della Flc - Cgil ha accennato anche all'incontro avvenuto ieri sera tra il premier Silvio Berlusconi e i segretari generali di Cisl e Uil: "E' evidente che il clima generale influisce anche sulle nostre vicende. Ieri sera è stata una pagina nera: quella cena aveva naturalmente il significato di stimolare spaccatura dei sindacati".

Con la Cgil sta, per il momento, anche la UIl. Come Pantaleo anche Alberto Civica, segretario generale della UIl università, ritiene insufficienti le garanzie date dalla Gelmini ai sindacati: "Prendo atto dello sforzo fatto dal ministro Gelmini ma purtroppo non è stata in grado di darci sufficienti garanzie. Lo sciopero non si fa per motivi ideologici, si fa sul merito e alla luce dei fatti. Al momento non ci sono ragioni per revocarlo".


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