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AlmaDiploma, la crisi dei professionali: un quarto senza lavoro a un anno dalla Maturità

Il nuovo Rapporto presentato a Firenze indaga 85mila studenti dopo l'esame di Stato. Stage e alternanza aumentano del 40% le chance di trovare lavoro

31/01/2019
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la Repubblica

Sono pentiti della scelta più che i compagni di studio nei tecnici e nei licei. Chiedono una formazione "più allargata" e una volta usciti dagli istituti che più dovrebbero portarli al lavoro collezionano percentuali preoccupanti di chi ancora cerca lavoro: un quarto è disoccupato a un anno dal diploma, il 14% a tre anni. La crisi dei professionali emerge dall'ultimo Rapporto AlmaDiploma presentato oggi a Palazzo Vecchio a Firenze al convegno "Esiti a distanza e profilo dei diplomati" aperto in ricordo di Andrea Cammelli, fondatore di Alma Laurea e della sua costola per le scuole, scomparso ieri. "Ha avuto la lungimiranza di capire che il percorso dell'orientamento è continuativo, dalle medie all'università sino al mondo del lavoro: porteremo avanti questa sua grande intuizione", le parole di Mauro Borsarini, presidente di AlmaDiploma.

Il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati delle superiori ha riguardato quasi 85mila diplomati nel 2015 e nel 2017 per capire le scelte compiute alla conclusione degli studi: università o lavoro? A un anno dal diploma, il 66,8% è iscritto ad un corso di laurea (tra questi il 15,7% frequenta l’università lavorando). Il motivo del proseguimento degli studi? Il 45% intende migliorare le opportunità di trovare lavoro, il 22% ritiene che la laurea sia necessaria per trovarlo, il 30,2% desidera potenziare la propria formazione culturale.

Sempre a un anno dal diploma il 19,8% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro. La restante quota, infine, si divide tra chi è alla ricerca attiva di un impiego (8,3%) e chi invece, per motivi vari (tra cui formazione non universitaria, motivi personali o l’attesa di chiamata per un lavoro già trovato) non cerca un lavoro (5,1%).? A tre anni dal diploma aumenta la quota di occupati: il 24,6%.


Gli studenti pentiti della scelta, appena superata la Maturità, sono il 43,9%: il 23,7% dei diplomati cambierebbe sia scuola sia indirizzo, l’11,6% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8,6% sceglierebbe un diverso indirizzo nello stesso istituto. A un anno dal diploma il quadro si modifica leggermente: scende al 41,3% la percentuale di chi varierebbe, anche se solo parzialmente, la propria scelta della scuola fatta a 13-14 anni, "in un momento molto delicato della vita dello studente che raramente ha raggiunto la maturità necessaria per compiere una scelta consapevole", osserva Borsarini. Ma è il dato sugli studenti dei professionali a preoccupare: a tre anni dal diploma quasi il 40% confessa di aver sbagliato indirizzo e scuola, una percentuale che contrariamente a quello che avviene per chi ha fatto il liceo o il tecnico, cresce rispetto all'insoddisfazione espressa dopo l'esame (26%).

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I diplomati e il lavoro. Ad un anno dal conseguimento del diploma nel 2017, escludendo quanti sono impegnati in attività formative retribuite, risulta occupato il 35,5%. Come era naturale attendersi, la percentuale di occupati è più elevata per i diplomati professionali (52,0%) e tecnici (43,8%), mentre tocca il minimo tra i liceali (26,8%). I cotnratti sono per lo più precari, quelli a tempo indeterminato sono solo il 13%. A tre anni dal titolo sono occupati il 45% dei diplomati: il 24,6% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 20,4% è impegnato sia nello studio che nel lavoro. Tra i diplomati del 2015, la quota di occupati è più elevata della media per i diplomati professionali (67,0%) e tecnici (57,4%), mentre tocca il minimo tra i liceali (34,6%).

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Ma a preoccupare è il tasso di disoccupazione.  Ad un anno dal diploma è pari, complessivamente, al 19,4%; una quota rilevante, che si riduce lievemente tra i diplomati tecnici (18,2%) e i liceali (18,4%) ma che raggiunge il 24,5% tra i diplomati professionali, i più pronti ad inserirsi nel mercato del lavoro.?Il tasso di disoccupazione, a tre anni dal titolo, è pari, complessivamente, al 13,3%, oscillando tra l’11,2% dei diplomati tecnici e il 15,2% dei liceali. "Questo dato associato alla maggiore insoddisfazione dei diplomati fa riflettere sulla crisi in atto nei professionali - commenta Mauro Borsarini - è vero che questo percorso è stato da poco riformato, ma dall'indagine emerge la necessità comunque di una revisione. Gli stessi ragazzi chiedono una formazione più ampia e al loro disagio va data una risposta".

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Stage e alternanza. Dal Rapporto emerge che le attività di alternanza scuola-lavoro e gli stage, svolte durante gli studi o nel periodo successivo al conseguimento del diploma, esercitano un effetto positivo in termini occupazionali. Chi ha svolto questo tipo di esperienza, rispetto a chi non lo ha fatto, ha il 40,6% in più di probabilità di lavorare; la probabilità è pari al 70,9% in più se si considerano le esperienze di stage svolte in azienda dopo il diploma.

L'indagine rileva che, ad un anno dal titolo, il 20,2% di quanti hanno svolto l’alternanza scuola-lavoro nel 2017  è stato successivamente richiamato dall’azienda i cui ha svolto tale attività. Come ci si poteva attendere, sono soprattutto i diplomati tecnici (23%) e professionali (25%) ad aver ricevuto una successiva proposta di collaborazione. Inoltre tra quanti risultano occupati al momento dell’intervista, il 33% dichiara di lavorare, ancora dopo un anno dal diploma, nell’azienda presso cui ha svolto tale esperienza (è il 31,4% tra i tecnici e il 39,7% tra i professionali).


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