Abilitazione all'estero, cattedra in Italia: il via libera del Tar
La possibilità per chi si è abilitato in Spagna o Romania anche nelle ultime settimane di partecipare alla fase transitoria agevolata del concorso Fit, Formazione iniziale e tirocinio, che dopo tre anni dà il diritto ad una cattedra
Valentina Santarpia
Sono stati ammessi dal Tar, il tribunale amministrativo regionale, a partecipare alla fase transitoria agevolata del concorso FIT, una cinquantina di insegnanti abilitati all'estero: avranno quindi anche loro diritto a partecipare a quel percorso agevolato, studiato proprio per chi era già abilitato, anche se la loro abilitazione è stata firmata in Romania o Spagna solo qualche giorno fa. «Si tratta di insegnanti che non sono riusciti ad abilitarsi in Italia- spiega l'avvocato Michele Bonetti- che quindi hanno scelto di andare all'estero, pur caricandosi di costi non indifferenti, pur di conquistare una cattedra in Italia». Come accade anche per la corsa alle iscrizioni alle facoltà di Medicina, la fuga in Romania o Spagna è dettata da ragioni pratiche: pur costando svariate migliaia di euro, i corsi abilitanti all'estero sono più soft, c'è un minore obbligo di frequenza, e alla fine sono equiparati a quelli italiani. Ma perché il ministero dell'Istruzione aveva escluso questi «cervelli in fuga»? Perché in realtà per potersi candidare a questo primo concorso agevolato bisognava aver conseguito il titolo abilitante prima del 31 maggio dello scorso anno.
La corsa al titolo
Non si trattava di un cavillo: il timore del governo era proprio che, dopo l'annuncio del primo concorso riservato agli abilitati, ci fosse una corsa ad accaparrarsi il titolo pur di partecipare ad una prova molto più semplice (è previsto il solo colloquio orale) che fornisce garanzie quasi sicure di una cattedra sicura. E così è stato: ma non è bastato lo stop del Miur, perché chi era intenzionato a partecipare ha fatto ricorso, e lo ha vinto. «Auspichiamo che la vittoria sui casi pilota degli ITP, dei Dottorati, e degli Abilitati all’estero possano fungere da apripista per tutti i nostri ricorrenti», dicono gli vvocati Michele Bonetti e Santi Delia. Intanto la lista di chi pretende, a ragione o torto, un posto nella scuola, si allunga. Sono già 50 mila - lo ha reso noto ieri sera il Miur- gli insegnanti che hanno presentato domanda per il prossimo concorso, riservato a docenti abilitati della scuola secondaria di I e II grado. Le aspiranti e gli aspiranti insegnanti sosterranno una prova orale (il punteggio massimo è di 40 punti) e saranno inseriti in una graduatoria di merito, anche in virtù del punteggio derivante dai titoli posseduti e dal servizio pregresso (massimo 60 punti). Le docenti e i docenti vincitori del concorso dovranno poi superare con una valutazione positiva un anno di formazione e di tirocinio per la definitiva immissione in ruolo. La loro attitudine all’insegnamento verrà valutata anche con visite in classe.L’età media di chi ha fatto domanda di partecipazione è 43 anni. Potevano presentare istanza anche le e i docenti già di ruolo: ne sono pervenute 10.404.