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A scuola fino alla fine di giugno L’ipotesi e i dubbi dei sindacati

Sono bastate poche parole riportate dal presidente del gruppo misto Manfred Schullian (Svp) e dal suo collega Alessandro Fusacchia di +Europa dopo l’incontro con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi a scatenare una giornata di discussioni e ipotesi nelle scuole e nelle famiglie italiane

10/02/2021
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

Gianna Fregonara

Sono bastate poche parole riportate dal presidente del gruppo misto Manfred Schullian (Svp) e dal suo collega Alessandro Fusacchia di +Europa dopo l’incontro con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi a scatenare una giornata di discussioni e ipotesi nelle scuole e nelle famiglie italiane: davvero il nuovo governo proporrà l’allungamento dell’anno scolastico fino a fine giugno? Senza parlare delle vacanze di Pasqua: sarà possibile accorciarle per recuperare il tempo perduto nei mesi scorsi? Dovranno studiare sotto il sole soltanto gli studenti delle superiori che sono stati in Dad per oltre due mesi o anche quelli di elementari e medie che di tempo a casa — tranne quelli di regioni come la Calabria, la Puglia e la Campania — ne hanno passato molto meno?

Il prolungamento delle lezioni oltre i limiti già stabiliti pone al momento più problemi che vantaggi. Tanto per cominciare, dai presidi agli insegnanti molti concordano che oltre la fine di giugno non si può andare anche con le migliori intenzioni: non solo perché costringere i ragazzi in aule calde potrebbe non essere risolutivo dal punto di vista del profitto. Ma ci sono gli esami, di terza media e di Maturità: se il governo Draghi deciderà di lasciare almeno uno scritto alla Maturità si dovrà comunque cominciare prima della fine di giugno (al momento la data è il 16 giugno) e una parte dei professori sarà comunque impegnata nelle commissioni.

È necessario poi stabilire che cosa gli studenti devono recuperare: «Si possono fare due settimane in più a giugno ma non si risolve il problema del divario formativo che è differenziato», è il cortese no di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), all’idea di allungamento del calendario scolastico. Condiviso peraltro con i sindacati degli insegnanti: «La soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice a una situazione invece complessa e variegata», aggiunge Francesco Sinopoli, segretario scuola della Cgil. «Se bisogna rimodulare bisogna capire dove e perché c’è bisogno, non si può fare di tutta l’erba un fascio», spiega Maddalena Gissi della Cisl. E infatti come prima cosa sarebbe necessario capire quali sono le situazioni di emergenza e i recuperi da fare, quali i lasciti negativi della Dad: finora il ministero dell’Istruzione non ha fatto alcuna rilevazione generale, avendo cancellato lo scorso anno le prove Invalsi, che quest’anno potrebbero ricominciare a partire dai primi di marzo.

L’anno prossimo

L’idea è di arrivare con un organico pronto: professori in cattedra tutti a inizio settembre

Per il nuovo anno scolastico, sempre secondo le indiscrezioni di chi ha parlato con il premier incaricato, l’idea è quella di arrivare con una scuola pronta già ai primi di settembre, con i professori in cattedra. La fa sua anche il leader della Lega Matteo Salvini, proponendo una sanatoria per 120 mila precari da «stabilizzare per titoli e anzianità di servizio: su questo abbiamo mostrato i documenti al presidente incaricato», ha detto uscendo da Montecitorio. Dove ieri si è parlato anche del piano vaccini per gli insegnanti: il nuovo governo intende confermare la categoria come prioritaria, da vaccinare subito dopo gli anziani o anche usando le dosi di AstraZeneca per coloro che hanno meno di 55 anni, ma nelle scuole stanno crescendo i dubbi sull’efficacia dei diversi vaccini e i sindacati chiedono una campagna di informazione istituzionale.


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