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Unità/Bologna: Scuola, niente soldi per i supplenti

CRISI finanziaria per molte scuole che non hanno risorse per pagare i supplenti

06/12/2006
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l'Unità

In Regione mancano 70 milioni (10 a Bologna). Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo

di rompere con le politiche del passato: oggi assemblee e il 14 sciopero di un’ora

di Pierpaolo Velonà

Avanza l'autunno della nuova Finanziaria e i sindacati della scuola scendono in piazza chiedendo un segnale di rottura con il governo Berlusconi. Mancano in Emilia-Romagna 70 milioni per pagare professori e maestri che svolgono periodi di supplenza non annuali, dai pochi giorni ai cinque mesi delle sostituzioni maternità. Il vuoto delle risorse si aggira a Bologna attorno ai 10 milioni. Tredici milioni in provincia di Modena. «Per risolvere questo e altri problemi ci aspettavamo dalla Finanziaria un'inversione di tendenza che ancora non abbiamo visto», spiega Paolo Tomasi, segretario regionale della Flc Cgil. Da qui la decisione di organizzare nella giornata di oggi decine di assemblee nelle varie province per discutere i problemi delle singole scuole. La protesta si sposterà domani davanti alla Direzione scolastica regionale, fino allo sciopero di un'ora previsto per il 14 e alla manifestazione nazionale che si terrà il 17 a Roma.

Tante le richieste sul tavolo delle trattative. Stando alla denuncia di Cgil, Cisl e Uil, pur di pagare gli stipendi dei supplenti le scuole regionali si indebitano, arrivando a utilizzare risorse destinate ad altri scopi come fondo d'istituto. In alcuni casi, la «gestione» dei supplenti sfocia in episodi quasi grotteschi. «Abbiamo il caso di una scuola che spende 800 euro al mese di telefono per convocare di volta in volta i vari supplenti: quasi la metà di un regolare contratto mensile», racconta Lamberto Benini della Cisl. Il problema è l'assunzione del precariato come modello dominante, anche nel mondo della pubblica istruzione. «Chiediamo che vengano mantenute, migliorandone il funzionamento, le graduatorie permanenti come serbatoio per il reclutamento dei precari - dice Mario Gavamelli della Uil -. A breve andranno in pensione il 25% degli insegnanti di lettere e matematica. Devono essere sostituiti con assunzioni a lungo termine». Ma la mancanza di finanziamenti non è solo un problema occupazionale: si ripercuote inevitabilmente sulla qualità del servizio offerto agli studenti. Il numero massimo di 25 alunni per classe viene spesso superato. Nelle scuole materne la media è di oltre 24 bambini, ma esistono classi che superano le 30 unità, con evidenti problemi di sovraffollamento. Il dato è ancora più preoccupante visto che in Emilia è stato registrato un incremento di 10mila nuove iscrizioni all'anno. Un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale. Nelle scuole materne della Regione ci sono mediamente quattro bambini in più rispetto alla Calabria, che registra il grado più basso di affollamento. Le scuole superiori hanno invece due ragazzi in più del Friuli ultimo in classifica.


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