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Toscana: «Rinviare la riforma degli istituti comprensivi»

Per il segretario Flc Cgil il rischio è un ulteriore ridimensionamento dell'organico scolastico

23/10/2011
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l'Unità

S.REN.  FIRENZE  srenzini@unita.it 
Dimensionamento degli istituti  comprensivi? È la nuova  frontiera scolastica, il  Ministero lo richiede, la Regione  si organizza, ma la Cgil chiede  tempo. Il segretario regionale della  Flc Cgil Alessandro Rapezzi è convinto  che i tempi non siano ancora maturi.  Segretario, cosa succede?  «Il Governo con la manovra di luglio  è intervenuto a gamba tesa sulle competenze  delle Regioni».  In che senso?  «L'articolo 19 della legge 111 prevede  che le direzioni didattiche e le  scuole medie siano soppresse per fare  nascere al loro posto istituti comprensivi  con almeno 1000 alunni, numero  che può essere ridotto a 500 se  si tratta di zone di montagna odi aree  geografiche particolari».  Si, ma su questo punto le Regioni hanno  fatto ricorso alla Corte costituzionale.  «Certo, visto che l'organizzazione della  rete scolastica è di competenza  esclusiva delle Regioni. Ma il processo  va avanti, anche perché in Toscana  esisteva già una legge che prevedeva  la realizzazione entro il 2010 del  100% degli istituti comprensivi, cosa  che non si è ancora verificata, ma per  evidenti difficoltà oggettive».  Ma qual è la vostra posizione?  «Come Cgil riteniamo che il comprensivo  sia un'idea forte perché mette insieme  tutta la scuola di base, rappresenta  la sintesi della trasversalità dei  curricoli, della continuità didattica,  dunque siamo più che d'accordo sul  loro sviluppo».  E allora quale è il problema?  Alessandro Rapezzi  «È che siamo contrari a farli ora. Chiediamo  il rinvio di rinviare il progetto  di un anno a causa dell'incertezza della  realizzazione degli organici per verificare  cosa accade a primavera. È appena  finito il triennio dei tagli che in  Toscana ha fatto perdere quasi 6mila  posti fra 2185 collaboratori scolastici  e 3757 docenti, ma ancora non sappiamo  fin quando continuerà l'effetto  trascinamento».  E dunque?  «Abbiamo paura che la riorganizzazione  della rete scolastica vada a sovrapporsi  su questi effetti e finisca per  assecondare ulteriori tagli».  Ma su quali basi esattamente?  «A cominciare dalle tabelle ministeriali  applicate per il personale Ata: più la  scuola cresce e maggiore è il numero  degli alunni, più rischia di esserci un  effetto taglio».  Qualche esempio?  «A San Casciano fino all'anno scorso  esistevano due istituti, un circolo  con 21 collaboratori scolastici e una  media con 6, da quando quest'anno  è stato unito, vi sono 1800 alunni  per 21 collaboratori scolastici, gli altri  6 sono andati tutti persi. E anche  con l'accorpamento dell'istituto  d'arte di Sesto Fiorentino con quello  di Porta Romana è andato completamente  perso il numero dei collaboratori  di Sesto. Insomma, il rischio  di una riduzione dell'organico  è concreto, per questo chiediamo  a Regione e enti locali di fare  una simulazione su quello che può  accadere».  Va bene, ma la Finanziaria non prevede  che gli organici rimangano congelati?  «Sì, lo prevede, ma le tabelle contengono  comunque dei tagli. E poi, il  congelamento riguarda solo l'organico  di diritto che per la Toscana è  totalmente insufficiente, lo dimostra  il fatto che a quello è stato aggiunto  come organico di fatto un  pacchetto di 1572 docenti, più ulteriori  250 insegnanti e 100 collaboratori  scolastici».  Insomma, qual è il rischio?  «È evidente che se c'è bisogno di  queste risorse aggiuntive il congelamento  dell'organico non è sufficiente.  In questa situazione di sofferenza  organizzare la rete scolastica senza  avere come ritorno un organico  adeguato rischia di aumentare ancora  di più le difficoltà. Oltretutto,  questa è un'operazione che nessuno  ci chiede».  In che senso?  «Secondo la circolare del ministero  relativa al raggiungimento degli  obiettivi sugli istituti comprensivi  la Toscana è la regione più virtuosa,  eccede rispetto ai parametri previsti  solo di 8 scuole contro le 262 della  Sicilia».  Si, ma non è che se non viene fatto, ci  pensa poi d'ufficio il Ministero?  «Non vedo perché, intanto, bisogna  vedere come si risolve il conflitto  istituzionale, la Toscana è virtuosa,  ha solo 8 scuole in più, ed è in grado  di opporsi a ogni atto di imperio del  governo. E poi se siamo tutti d'accordo  che questo Governo deve andare  a casa da qualche parte bisognerà  anche mettersi di traverso».  Dunque cosa chiedete?  Al rinvio di un anno della realizzazione  dei nuovi istituti, poi là dove  ci sia un progetto sostenibile non si  superino i 1300-1400 alunni per  istituto».+

 


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