Resto del CArlino-Bologna-Senza asilo 800 bambini Mancano 80 maestri

ORGANICIPreoccupante carenza nell'intera provincia
Senza asilo 800 bambini Mancano 80 maestri
Convocata d'urgenza dalla Provincia, lunedì l'assemblea dei sindaci dei 60 Comuni dell'hinterland, Bologna in testa, deciderà quali primi cittadini firmeranno, a nome di tutti, la richiesta di incontro urgente da spedire al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti per chiederle di risolvere il problema 'materne'. Una questione che, dagli Appennini alla pianura, vuol dire 800 bambini tra i 3 e i 5 anni (di cui 148 nel capoluogo più 223 di cinque anni e mezzo, fra cui 212 bolognesi) che, salvo colpi di scena dell'ultimo minuto il prossimo anno rimarranno fuori dalla scuola dell'infanzia statale; per assorbirli tutti occorrerebbero 80 maestri in più.
A denunciare una situazione definita da tutti 'drammatica' perchè oltretutto da Roma non arrivano segnali in alcun senso, sono i sindaci e gli assessori alla Scuola riuniti nell' Organismo provinciale per il miglioramento dell'offerta formativa presieduto dall'assessore provinciale all'Istruzione, Paolo Rebaudengo. Il quale, al termine dell'incontro di ieri, dopo aver ribadito la necessità di muoversi a livello istituzionale, ha confermato la volontà di puntare anche "alla mobilitazione delle stesse famiglie già alle*rtate autonomamente".
E sono le prime vittime dell'intera vicenda perchè su di loro ricadrà l'onere di trovare soluzioni alternative sul dove lasciare i propri figli mentre sono al lavoro. "Famiglie che noi amministratori -hanno ammesso in tanti- non riusciamo più a tenere a freno".
Lungo 'il cahier de doleances' emerso durante la riunione che si può riassumere in alcuni casi limite. Come quelli di Bologna, Sasso Marconi, Pianoro, Vergato, Medicina, Anzola e San Giovanni in Persiceto dove ci sono scuole dell'infanzia statali con aule nuove di zecca (peraltro già dotate di banchi e materiale didattico) chiuse perchè ancora non si sa bene se, a due settimane dall'inizio dell'anno 2004-05, il Miur farà arrivare gli insegnanti richiesti per avviarle. Insegnanti che, ad esempio, a Bologna, dovrebbero essere sette, da destinare su altrettante sezioni statali che da part time sarebbero così trasformate in full time.
"Al momento chiarisce Rebaudengo non c'è soluzione. Il ministero è venuto meno ad un suo dovere, visto che nella riforma era previsto il diritto alla frequenza della scuola dell'infanzia. Diritto che, non nominando i docenti, di fatto viene leso". Uniche ipotesi di lavoro la non percorribile via di aumentare la capienza delle sezioni oppure il vedersi sbloccare, a livello nazionale, da viale Trastevere, 400 insegnanti da destinare, con funzioni ancora da definire, nelle materne in cui potrebbero essere accolti i bimbi anticipatari.
"In genere ricorda l'assessore comunale alla Scuola, Milli Virgilio alle prese, tra l'altro, anche con la grana di ben 654 bimbi (0-3 anni) in lista di attesa per entrare al nido con 52 posti liberi gli altri anni di questi tempi il problema era già risolto".
"Una volta ribatte una collega o con l'organico di diritto o con quello di fatto l'amministrazione dava risposte concrete. C'era la volontà di risolvere i problemi del territorio". "Ora, invece riprende Virgilio il canale è chiuso. Questo significa scaricare sui comuni il problema. Comuni che, essendo alle prese sia con i tagli dei fondi statali sia con le somme a disposizione già investite per le nuove aule, ora sono a corto di risorse".
"Abbiamo fatto male a fidarci" ammette sommessamente un sindaco.
Federica Gieri