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Repubblica-Torinoi-I master? Cari ma funzionano

Pagina XI - Torino I master? Cari ma funzionano Raddoppiati in un anno, il costo medio è di 2850 euro Forte le differenza con il Sud: spese dimezzate e forte incidenza...

11/05/2005
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la Repubblica

Pagina XI - Torino
I master? Cari ma funzionano
Raddoppiati in un anno, il costo medio è di 2850 euro
Forte le differenza con il Sud: spese dimezzate e forte incidenza delle borse di studio
Le tasse coprono metà della retta nelle facoltà umanistiche, il 39% in quelle economiche
TIZIANA CATENAZZO


Il business dei master. Si sono moltiplicati in tutta la penisola, e anche in Piemonte, e le varie facoltà fanno a gara per iscriverne di nuovi e originali (i nomi sempre più 'accattivanti') al loro attivo, e quindi per accaparrarsi iscrizioni. Ma la corsa al master pur se minimamente regolamentata serve? E serve a chi? La prima indagine seria sul territorio parte proprio dal Piemonte: al Corep, il merito e il 'coraggio' di aver condotto la prima inchiesta sui master della penisola. Costi, requisiti, punti di forza e di debolezza. Partiamo dal Piemonte: nel giro di un anno i master sono quasi raddoppiati, passando da 30 a 55. Rispetto alla percentuale italiana, quelli piemontesi sono quindi passati a rappresentare, dal 4, 2%, il 4,7 per cento. E questo rispecchia l'andamento generale, visto che anche nelle altre regioni il numero dei master è cresciuto considerevolmente. In particolare, in via Verdi i master sono aumentati da 13 a 33 in un anno (passando da 43,3% al 60% dell'offerta regionale) mentre in corso Duca da 11 a 16 (dal 29,2% al 36,7%). E l'Università del Piemonte Orientale da 7 a 8. Sui costi, le 'rivelazioni' più dolorose, per gli studenti del Nord: il costo medio di un master annuale, infatti, è pari a 2.800 euro, nel nord Italia (in Piemonte arriva a 2.850 euro), mentre nel Mezzogiorno si spendono solo 1300 euro: "Non ci ha sorpreso spiega il direttore della ricerca Livio Pescia visto che maggiori sono i finanziamenti diretti alle regioni del Centro e Sud Italia, definiti anche secondo gli obiettivi dati dall'Unione Europea". Al Sud, ad esempio, arrivano 257 mila euro all'anno (di cui 166 mila del fondo sociale europeo), e al nord 127 mila. Ma al nord il 'mercato' dei master gode di maggiori aiuti esterni, di 'sponsor' pubblici che ripartiscono il sostegno più o meno così: il 12%, per master di tipo tecnico scientifico; il 20% per quelli socio-economici, l'1% (e meno) al finanziamento di master umanistici. E se al Centro prevalgono i master basati su meccanismi di mercato (domanda-offerta) nelle discipline economiche (e finanziarie, per la formazione dei manager), al Sud prevalgono quelli basati sul finanziamento pubblico per aree tecnico-scientifiche. Insomma, per i master in genere è sicuramente meglio 'scendere': al Sud l'offerta sta crescendo, e costa molto meno che da noi. "Ci sono luoghi comuni da sfatare, e precisioni importanti da fare spiega Pescia e il primo riguarda il 'mercato dei master', appunto. L'offerta supera di gran lunga la domanda. Si dice spesso (lo dicono gli atenei) che l'offerta formativa del territorio non è sufficiente, o che mancano professionalità di un certo tipo: questa è pura propaganda, è pubblicità ingannevole, utile ad attirare le iscrizioni. L'attivazione dei master, in genere, risponde agli interessi accademici e non alla domanda del mercato. Anche se, certo, una quota pur minima di master a cui il datore di lavoro assicura in partenza l'occupazione, esiste. Ma la tipologia ottimale, del master, è sostenuta da un partneriato forte con le organizzazioni committenti". E invece cosa risulta? Che a 'pensare' al futuro dei neodiplomati, sono pochi: solo per il 33% dei master vi è la chiara intenzione di assumere 'un certo numero' di diplomati; per il 60%, l'assunzione dipenderà dalle future condizioni del mercato (appunto) e dalle politiche aziendali (appunto); per il 21%, l'assunzione è subordinata all'indizione di concorsi (evviva) da parte delle pubbliche amministrazioni. E che per il 38% dei master le organizzazioni e le aziende si avvarranno dei neotitolati nella veste non di dipendenti, ma di 'liberi professionisti esterni': che vuol dire, consulenti. Ancora, e in ultimo, solo il 29% dei master è preceduto da un'indagine preventiva dei fabbisogni. Prima di iscriversi, meglio una buona fermata all'indirizzo www.corep.it.


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