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Repubblica-Torino-Università, torna la rabbia

Università, torna la rabbia Assunzioni congelate e autonomia: tutti contro la Moratti Il rettore Pelizzetti placa gli animi: "Non altereremo in corsa le nostre prospettive" ...

02/02/2005
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la Repubblica

Università, torna la rabbia
Assunzioni congelate e autonomia: tutti contro la Moratti
Il rettore Pelizzetti placa gli animi: "Non altereremo in corsa le nostre prospettive"
I più delusi sono i ricercatori: "Quella annunciata resta una riforma insensata"
TIZIANA CATENAZZO


La Moratti turba i sogni degli atenei torinesi e fa riemergere uno stato di conflittualità rimasto sottopelle nelle ultime settimane. Da un lato, c'è il blocco dei concorsi (anche se si parla di ?sospensione temporanea'); dall'altro, l'accelerazione dell'iter parlamentare della legge-delega (il ?Ddl Moratti') che verrà discusso alla Camera il 21 febbraio. Due ?avvertimenti' che a Palazzo Nuovo destabilizzano tanto i piani alti (rettorato e uffici di presidenza) che quelli bassi (laboratori, aule e biblioteche, in cui vivono e si ?esercitano' borsisti, ricercatori e associati).
Punto primo, l'autonomia: è davvero autonoma l'università a cui si vieta di bandire i concorsi? E quanti sono, sotto la Mole, quelli che li aspettano? Il rettore ieri ha in parte placato gli ansiosi: "La chiusura anticipata del bilancio ci ha permesso la pubblicazione dei concorsi entro l'anno, ma mi pronuncerò nel prossimo Senato, il 7 febbraio, in merito a questo provvedimento: sull'autonomia universitaria, i criteri di assegnazione del fondo di finanziamento ordinario, la verifica della compatibilità finanziaria delle procedure concorsuali. Ad ogni modo la sospensione ministeriale e le esigenze di programmazione che la sostengono non dovrebbero alterare le nostre prospettive: spediremo il nostro piano triennale entro il 31 marzo, come richiesto, comprensivo di quelle procedure che già avevamo detto d voler intraprendere entro giugno: circa 70 docenti e oltre 50 impiegati del settore tecnico amministrativo. Per le assunzioni noi siamo stati sempre entro il limite del 90% del fondo ministeriale, forse il problema riguarda altre realtà della penisola. Anzi, noi abbiamo sempre avuto meno, come fondo di finanziamento ordinario: inferiore del 9% rispetto alla media nazionale". Ma se l'esigenza del ministro è verificare che le assunzioni avvengano sulla base delle rispettive risorse economiche, perché sospendere ?temporaneamente' i concorsi? Che senso ha, per un rettore, dichiarare da qui a tre anni il proprio ?fabbisogno' di personale con una riforma ormai alle porte? Non si tratterà forse, e più semplicemente, di una manovra per restringere il budget elargito agli atenei, che proprio sul fondo ministeriale conducono l'80% almeno delle loro attività? Il Coordinamento dei ricercatori di Palazzo Nuovo: "Siamo la categoria evidentemente più colpita, non ci resta che prepararci a protestare nuovamente, con mobilitazioni più incisive e pesanti, che potrebbero arrivare al blocco delle lezioni, degli esami ? hanno spiegato Anna Deagostino e Elena Ghibaudi ? questa è una legge insensata, che dichiara di mirare al potenziamento della ricerca e dell'alta formazione, ma poi mette in atto provvedimenti che avrebbero l'effetto opposto". E se il disegno di legge prevede la messa ad esaurimento dei ricercatori, perché allora ?accontentarli', prevedendo (questa volta giustamente) la conferma ? e quindi l'aumento di stipendio ? dopo un anno, anziché tre?". Infine, anche la perplessità nei confronti della Conferenza dei rettori (che il ministro ha incontrato ieri) condivisa dal Coordinamento e dal rettore: "Sono contrario ad alcune proposte di modifica alla legge, della Crui, che pur essendo un organismo importante, sceglie di rappresentare allo stesso modo gli atenei ?piccoli' e ?grandi'". Uguale il discorso al Politecnico dove interviene il prorettore Marco Mezzalama: "Il blocco riguarda da noi un centinaio di persone, di cui 40 ricercatori. Ormai la ?piramide' si è completamente rovesciata: non c'è più, in basso, una base solida e numerosa di ricercatori, anzi: in tre anni in Italia c'è stato un aumento del 10% di professori ordinari. E questo è segno che anche gli atenei scelgono di non avviare quello ?svecchiamento' di cui parlano tanto. E intanto la mobilità resta al di sotto dell'1%". Enzo Frammartino, rappresentante degli studenti di sinistra ha le idee chiare: "Il blocco, oltre a dimostrare ulteriormente la difficoltà di accesso alla carriera, ci preoccupa anche dal punto di vista dei servizi: la debolezza del sistema amministrativo, dovuto alla carenza di personale, peserà sempre più sugli studenti, che già faticano a fare un carico didattico, ad esempio...".


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