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Repubblica-Palermo_L'Europa ci paga la scuola

Gli stati generali dell'istruzione all'Albergo delle Povere. Il ministro Moratti pensa alla "concertazione" sulle risorse europee Nella scuola i fondi di Agenda 2000 La Regione ha pochi sol...

28/02/2003
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la Repubblica

Gli stati generali dell'istruzione all'Albergo delle Povere. Il ministro Moratti pensa alla "concertazione" sulle risorse europee
Nella scuola i fondi di Agenda 2000
La Regione ha pochi soldi. Granata: "È una misura inevitabile"

La Cisl attacca il governo Cuffaro "La strategia dei tagli ha fatto perdere negli istituti pubblici 9 mila posti di lavoro"
Le competenze trasferite dallo Stato a Palazzo d'Orleans sono troppe in relazione alla capacità di spesa dell'assessorato
CARMELO LOPAPA

Lo Stato non è in grado di garantire alla Sicilia il fabbisogno finanziario per il mantenimento della scuola pubblica. Non tutto. Occorre perciò ricorrere ai fondi di Agenda 2000 e prolungare il loro utilizzo per l'istruzione fino al 2006. Così, le risorse che l'Ue ha destinato allo sviluppo rischiano ora di essere assorbite dall'emergenza scolastica. È una dichiarazione di resa per la scuola pubblica, quella che proviene dal ministro della Pubblica istruzione Letizia Moratti in occasione degli Stati generali della scuola a Palermo, che coincide con l'entrata in vigore del buono scuola con il quale la Regione elargisce 45 milioni di euro in favore delle famiglie che iscriveranno i figli nelle strutture private.
La Moratti alla fine dà forfait, salta anche il collegamento in video conferenza da Roma. Ma all'Albergo delle Povere fa pervenire la lettera indirizzata al presidente della Regione Cuffaro con la quale detta la strategia del governo Berlusconi per la Sicilia. Il ministro propone al capo del governo regionale di "arricchire e rafforzare la collaborazione che si è instaurata" sull'utilizzo dei fondi europei per l'istruzione e la formazione. L'obiettivo, scrive la Moratti, adesso è quello di "ampliare l'ambito dell'intesa aggiornando i limiti temporali fino al 2006". I programmi scadono nel 2004, si tratta ora di prolungarli. Il ministro propone al presidente Cuffaro un incontro a Roma per il 25 marzo "per la formale sottoscrizione di un nuovo protocollo di intesa". Il capo del governo a quell'incontro ci sarà. E firmerà. Poi, spiegano i tecnici regionali della Pubblica istruzione, si procederà a "riformulare il complemento di programmazione di Agenda 2000". Al ministro, Cuffaro chiede di contro un impegno per l'edilizia scolastica: "La Sicilia ha troppi istituti ospitati in edifici non scolastici". Ancora più incisivo l'assessore ai Beni culturali Fabio Granata: "Il ricorso ai fondi di Agenda 2000 è inevitabile e necessario, non ci vedo nulla di strano. Lo Stato però non si può limitare a trasferire alla Regione le competenze e ridurre al minimo le risorse. Rischiamo di avere difficoltà a cominciare dagli insegnanti di sostegno, che già adesso sarà possibile garantire solo a un alunno su quattro per quattro ore settimanali". Colpa degli stanziamenti col contagocce. La legge delega sulla pubblica istruzione assegna alla Sicilia 10 milioni per due anni a fronte di un fabbisogno almeno dieci volte superiore. Per non dire dell'edilizia scolastica: il 50 per cento degli istituti è ospitato in locali impropri, occorrerebbero 8 miliardi di euro per costruire le scuole mancanti. O del decreto taglia spese del ministro Tremonti che ha ridotto di 28 milioni di euro le disponibilità.
Nel Polo l'opzione Moratti piace. D'accordo anche il presidente della commissione Cultura all'Ars, Antonello Antinoro: "Quale migliore investimento deve essere sostenuto con Agenda 2000 se non quello per la scuola e la formazione?" Il centrosinistra lancia invece l'allarme sull'ultima uscita del ministro. "I fondi europei devono servire per gli investimenti, dirottarli sulla scuola costituisce un uso improprio - dicono i capigruppo della Margherita all'Ars Giovanni Barbagallo e Egidio Ortisi - L'intervento della Moratti dimostra incapacità di progettare e grande improvvisazione". Per la Cisl "negli ultimi tre anni i posti di lavoro venuti meno in Sicilia nella scuola per effetto della politica di tagli al personale docente e non docente sono stati 9 mila". E questo, sottolinea il segretario Paolo Mezzio, "a fronte dei 10 mila posti da coprire e un tasso di dispersione scolastica del 10 per cento superiore alla media nazionale". È il quadro che fa della scuola siciliana un colabrodo, rispetto al quale - sostiene il sindacato - "anche la recente legge regionale sul buono scuola è una risposta parziale e insufficiente".


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