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Repubblica-Palermo-Il futuro è incerto, scelgo il liceo" la grande fuga dai professionali

I dati del ministero dell'Istruzione sugli studenti degli istituti cittadini. Boom del classico, con una crescita del 15,5 per cento "Il futuro è incerto, scelgo il liceo" la grande fuga da...

07/04/2004
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la Repubblica

I dati del ministero dell'Istruzione sugli studenti degli istituti cittadini. Boom del classico, con una crescita del 15,5 per cento
"Il futuro è incerto, scelgo il liceo" la grande fuga dai professionali
Nell'ultimo biennio è aumentato il gradimento anche per artistici e magistrali
Tra le cause le incognite legate alla riforma e la crisi dell'industria
SALVO INTRAVIA


"Piuttosto che all'istituto tecnico, meglio iscriverlo al classico o allo scientifico". È quanto devono aver pensato parecchi genitori palermitani negli ultimi tempi. In soli due anni, infatti, il numero di studenti nei licei è notevolmente cresciuto facendo segnare un vero e proprio record, mentre gli istituti tecnici e professionali soffrono per un calo inesorabile di preferenze. Discorso a parte è quello sui licei artistici e istituti d'arte (più 4 per cento) che da qualche vedono crescere i consensi.
Questo è il quadro che emerge dai dati relativi agli alunni che siedono quest'anno tra i banchi delle scuole superiori di Palermo, raccolti nei mesi scorsi dal ministero dell'Istruzione e che ora stanno per essere pubblicati nella consueta carrellata ("La scuola statale: sintesi dei dati, anno scolastico 2003/2004") di numeri riguardanti le scuole, il personale e gli alunni degli istituti italiani. In città nel corso dell'ultimo biennio, a fronte di una popolazione scolastica rimasta sostanzialmente stabile, si è verificato un travaso di studenti dagli istituti tecnici, ma soprattutto dai professionali, ai licei. Il boom di iscrizioni riguarda soprattutto i licei classici che, con oltre 700 alunni in più, hanno visto crescere il numero di studenti del 15 per cento. Il record se lo aggiudica il Meli di via Aldisio con 150 iscritti in più, seguito a ruota dall'Umberto I.
Stesso trend nei licei scientifici che oggi fanno registrare un più 7 per cento rispetto all'anno scolastico 2001/2002. Gli istituti più gettonati sono il Cannizzaro, il Galilei e il Benedetto Croce, in pieno centro storico: quasi 300 studenti in più e popolazione scolastica letteralmente moltiplicata. In parecchi casi si registrano lunghe liste d'attesa e classi con oltre trenta alunni, sempre più difficili da gestire per i professori.
Ma quali sono le ragioni di questa inversione di tendenza? Cosa spinge a fuggire dai tecnici e professionali preferendo i licei, soprattutto il classico? "Occorre innanzitutto chiedersi - dice Aldo Zanca, preside dello scientifico Cannizzaro - cosa è successo, cos'è cambiato in questi ultimi due anni. Abbiamo un governo diverso, che sta riformando l'intero assetto scolastico: un momento di passaggio, dunque, che inevitabilmente si accompagna a un sentimento di incertezza. Ogni volta che la gente non si sente sicura si rifugia verso i licei, che forniscono una preparazione meno settoriale e così consentono di non ipotecare definitivamente le scelte future". Insomma, i licei come "beni rifugio" in momenti di crisi.
Tesi confermata anche dal buon andamento dei licei socio-psico-pedagogici (gli ex istituti magistrali) che, avendo trasformato il percorso scolastico da quadriennale in quinquennale, adesso si contendono ad armi pari gli studenti con i licei classici e scientifici. A Palermo dal 2000 ce ne sono cinque e l'ultimo nato in ordine di tempo, quello di via Fichidindia, ha fatto registrare un vero e proprio boom passando in soli due anni da 500 a oltre 800 alunni, soprattutto studentesse.
L'incertezza sul futuro assetto della scuola superiore italiana è soprattutto legata all'istruzione professionale che sarà gestita dalle Regioni e agli istituto tecnici che dovrebbero essere assorbiti dai licei. Nella scuola morattiana, questi ultimi, dovrebbero essere otto (artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, delle scienze umane e tecnologico). C'è quindi un po' di timore nell'iscriversi oggi a un istituto tecnico o professionale senza sapere come e quanto, alla luce delle riforme in corso, il titolo di studio potrà poi, tra cinque anni, essere speso nel mondo del lavoro.
E mentre i dirigenti scolastici dei licei gongolano perché gli studenti fanno a gara per iscriversi nelle loro scuole, c'è chi deve inventarsi attività sempre diverse e interessanti per accaparrarsi il maggior numero possibile di giovani. Scendendo sotto la soglia dei 500 alunni, infatti, emerge lo spettro del dimensionamento scolastico (l'accorpamento con altri istituti) con la conseguente perdita per una scuola della propria identità. Così com'è avvenuto nel 2000 al tecnico per geometri Filippo Juvara oggi associato al tecnico commerciale Duca Abruzzi.
Per gli istituti professionali si può quasi parlare di vera e propria crisi: il calo infatti arriva a sfiorare l'8 per cento (7,8 per cento). Crisi da imputare soprattutto all'emorragia che ha interessato l'Ascione (meno 200 alunni) a Borgo Nuovo e l'istituto alberghiero Franca Jacona Florio (in corso dei Mille) che ha perso 700 studenti. In flessione anche gli istituti tecnici, dove quelli a indirizzo commerciale e per geometri pagano il prezzo più alto.
"È una tendenza nazionale - commenta Roberto Tripodi, preside dell'industriale Alessandro Volta - Ogni anno i tecnici perdono il 9 per cento di studenti che spesso migrano verso le scuole private, dove riescono a ottenere con maggiore facilità il diploma. Ma anche la crisi dell'industria gioca un ruolo importante. Qui a Brancaccio l'industria si è trasformata quasi totalmente in commercio e questo si ripercuote sulle scelte". Poi punta il dito contro l'abbassamento dell'obbligo scolastico: "Gli studenti costretti a iscriversi alle superiori sceglievano soprattutto i tecnici e i professionali, difficilmente andavano nei licei. Adesso sono liberi di andare verso la formazione professionale".


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