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Repubblica-Palermo-Fermate la legge sul buono scuola

Cresce la protesta sul progetto della Regione: "Serve una norma che garantisca un autentico diritto alla studio" "Fermate la legge sul buono scuola" Genitori, studenti e insegnanti in pi...

14/09/2002
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la Repubblica

Cresce la protesta sul progetto della Regione: "Serve una norma che garantisca un autentico diritto alla studio"
"Fermate la legge sul buono scuola"
Genitori, studenti e insegnanti in piazza. Martedì sit-in all'Ars
L'Unione studenti "Questo decreto innalza barriere sociali e culturali"
I sindaci delle Madonie "Una beffa per ragazzi costretti a spostarsi per decine di chilometri"
ANTONELLA ROMANO


LA LEGGE per il buono scuola arriva in aula e il primo effetto è l'esplosione della protesta. Il dissenso sale da docenti, studenti, sindacati che si oppongono a un decreto che "così com'è alla scuola non serve". Ed ecco pronti i fischi, gli striscioni, gli slogan. Un sit-in di protesta è in programma martedì pomeriggio sotto le finestre dell'Ars. Il popolo studentesco di tutta la Sicilia, Cgil, Cisl e Uil, le associazioni di genitori e insegnanti tornano in piazza dopo la pausa estiva nel tentativo di far cambiare idea ai parlamentari. La richiesta sarà quella di trasformare il progetto del buono scuola in una legge, che ancora non c'è, sul diritto allo studio e alla formazione. L'eco della prima protesta studentesca della stagione dalla Sicilia ha già raggiunto Roma: la sede nazionale dell'Unione degli studenti martedì appoggerà la battaglia dei colleghi siciliani. "Costituiremo sotto la Regione un presidio permanente al quale invitiamo chi si sente in dovere di difendere la scuola pubblica - dicono Fabrizio Pedone e Valerio Angelini, coordinatori dell'Unione degli studenti - Questo decreto innalzerà barriere sociali e culturali tra studenti. Privilegiando l'istruzione privata a discapito di quella pubblica il governo Cuffaro e l'assessore Granata rischiano di causare lo stravolgimento del sistema formativo oltre che lo svuotamento delle casse regionali".
Punto dolente, quello delle somme stanziate per il buono scuola: 20 milioni di euro per il primo anno, che tra un anno diventeranno 65 milioni. Un privilegio che per i sindaci dei paesi delle Madonie, afflitti dai tagli subiti dai loro bilanci comunali, suona come una beffa. "Qui non riusciamo nemmeno a sostenere le spese dei trasporti per la popolazione studentesca che deve spostarsi in centri, sedi di istituti scolastici, distanti decine di chilometri", è l'appello inviato all'assessore alla Pubblica istruzione e ai partiti da una ventina di sindaci. L'opposizione intanto continua a fare muro. "Malgrado vi siano dubbi nella sua stessa maggioranza, Cuffaro va avanti nella scelta di distribuire a tante scuole fasulle milioni di euro - accusa Antonello Cracolici, deputato Ds - Il suo programma è usare le risorse della Regione per rottamare la scuola come la sanità". Ribadiscono la loro contrarietà i coordinatori regionali della Margherita Cardinale, Genovese e Piro: "È falso che il buono scuola favorisca la libertà di scelta tra scuole diverse. Una legge che non si fondi sul diritto allo studio e su una vera parità scolastica è inaccettabile". Giovanni Ferro, deputato di Sicilia 2010, racconta della campagna acquisti in corso in molte private: "Aspettando il buono scuola - rivela - fanno firmare un impegno a versare il buono in cambio dell'iscrizione gratuita". Con un intervento, ieri l'assessore Granata ha replicato alle critiche dicendo che la libera scelta tra scuole statali e non statali è garantita, che il buono scuola è rivolto alle famiglie, che i criteri previsti sono di garanzia assoluta, che entro il 2003 tutte le scuole pubbliche saranno statali o non statali paritarie e che quindi i "diplomifici" sono destinati a scomparire. Granata ha inoltre assicurato di avere con il presidente Cuffaro "assoluta unicità di vedute sull'importanza della formazione scolastica ed universitaria nel futuro della nostra regione".


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