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Repubblica/Milano: La sinistra non rinunci a dar prova di maturità

Non c´è dubbio che sia del tutto legittimo avere, del ministro dell´Istruzione, il giudizio più severo e negativo. Così come non c´è dubbio che nessuno possa illudersi di poter mettere a tacere le critiche: nessuna ricorrenza civile, tanto meno nessuna campagna elettorale può cancellare i guasti del governo Berlusconi in campo scolastico o i tagli imposti in questi cinque anni

29/04/2006
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la Repubblica

FABIO ZANCHI

Quarantott´ore. Il centrosinistra ha deciso di concedersi altri due giorni per dimostrare di saper parlare la lingua della coesione. Dell´unità e del rispetto verso chi non la pensa nello stesso modo. Solo cinque giorni separano il 25 Aprile dal Primo Maggio. Una distanza da niente, ma che potrebbe essere abissale, se solo il popolo di centrosinistra lo volesse.
Martedì 25 Aprile è stata persa una grande occasione. Quella di dimostrare nei fatti che la sinistra è diversa dai suoi avversari. Che i padroni di casa nel giorno dedicato alla Liberazione sono molto più civili e rispettosi di coloro che, un mese prima, avevano costretto il segretario dei Ds Franco Mirabelli e il candidato dell´Unione Bruno Ferrante ad andarsene dal corteo contro le violenze degli autonomi in corso Buenos Aires. Non è andata così: bandiere di Israele bruciate, fischi e insulti a Letizia Moratti.
Di fronte all´insorgere e al gonfiarsi delle polemiche, l´invito del sindacato a entrambi i candidati a sfilare nella giornata del Primo Maggio è senza dubbio generosa. In un momento come l´attuale, con l´incertezza che regna sovrana nella politica nazionale, qualsiasi appello alla pacificazione, alla non contrapposizione, qualsiasi incoraggiamento alla compattezza e al superamento delle divisioni è da incoraggiare.
Purtroppo la sinistra, anche quando individua le strade giuste da seguire, riesce a ingarbugliarsi e a mettere in piazza tensioni, divisioni e dissociazioni. È così che la Fiom, due segretari della Camera del lavoro, qualche candidato e altri dirigenti dei partiti dell´Unione hanno fatto a gara per far sapere che non ci stanno ad avere la Moratti un´altra volta in corteo.

Non c´è dubbio che sia del tutto legittimo avere, del ministro dell´Istruzione, il giudizio più severo e negativo. Così come non c´è dubbio che nessuno possa illudersi di poter mettere a tacere le critiche: nessuna ricorrenza civile, tanto meno nessuna campagna elettorale può cancellare i guasti del governo Berlusconi in campo scolastico o i tagli imposti in questi cinque anni. Soprattutto nessuno può pretendere di far condividere a tutti le alleanze di Letizia Moratti con i negazionisti e con la destra neofascista.
Ma non è questo in discussione il giorno del Primo maggio. Semmai ciò che sta alla base di quell´invito a marciare uniti, almeno per un giorno, è l´invito a dimostrare una maturità civile e politica che fino a oggi non è stata espressa. La sollecitazione, rivolta a tutti, ma soprattutto alla sinistra, è a guardare almeno per una volta oltre le proprie convinzioni e oltre i confini dei propri orticelli. In un Paese come quello che è uscito dal voto del 9 e 10 aprile la lezione di unità proveniente da Milano in occasione del Primo maggio avrebbe un peso e un significato straordinari.
L´idea che per un giorno si possano deporre le armi, si possano sgonfiare le contrapposizioni alimentate dal berlusconismo in tutti questi anni, si riesca a dialogare, pur mantenendo le proprie idee e i propri giudizi trasformerebbe la giornata dedicata al Lavoro in un eccezionale evento civile. E la sinistra potrebbe sembrare un po´ meno maldestra. Almeno per un giorno.


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