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Repubblica-Bologna-L'Inglese alle elementari ? Difficile con un'ora la settimana

POLEMICA Per i sindacati l'insegnamento della seconda lingua "è un'operazione di facciata" L'Inglese alle elementari ? Difficile con un'ora la settimana" "In pochi accett...

04/09/2003
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la Repubblica

POLEMICA
Per i sindacati l'insegnamento della seconda lingua "è un'operazione di facciata"
L'Inglese alle elementari ? Difficile con un'ora la settimana"
"In pochi accettano di fare spezzoni di ore. Anche i docenti interni fanno resistenza"


A sei anni parleranno inglese. Sempre che si trovino i maestri che lo insegnano. Da quanto affermano i dirigenti scolastici di alcuni istituti comprensivi di Bologna e provincia, le nuove norme della riforma Moratti non sono di immediata applicazione. Non si ragiona più per cattedre, ma per ore. O meglio, per spezzoni di ore.
"Dire - sostiene Claudio Cattini della Cgil scuola - che si garantisce l'insegnamento della seconda lingua anche nelle prime classi della scuola elementare è solo un'operazione di facciata politica". Un'affermazione che ancora una volta trova eccezionalmente concordi i sindacati. Perché un'ora sola a settimana in prima e due in seconda elementare sono ritenute didatticamente più dannose che proficue per bambini così piccoli. Perché inserire queste tre ore ha di contro creato buchi nelle terze, quarte e quinte che sono rimaste senza insegnanti di inglese. Nove fino all'anno scorso le ore totali di inglese per le ultime tre classi delle elementari, nove le ore totali in programma quest'anno, ma per tutti e cinque gli anni. Stesse ore, per più classi, ma con meno insegnanti. "Nessuno - dice il dirigente dell'istituto comprensivo di Pianoro Alessandro Magnani - accetta di prendere questi spezzoni di ore. Ma chi vuole che venga per così poco tempo? Sto cercando di convincere il personale docente interno ad accettare queste ore, ma ci sono delle resistenze". E alla fine ad accettare, a sentire dirigenti scolastici e sindacati, sono insegnanti che non hanno alcuna esperienza, che non hanno mai insegnato e sono solitamente gli ultimi nelle graduatorie. Non certo la premessa migliore per un insegnamento che, se fatto con le risorse e nelle modalità adeguate, dovrebbe alzare la qualità della scuola italiana, equiparandola agli standard europei.
Ma per qualcuno la situazione era già europea prima. Prima che i decreti della legge Moratti arrivassero a tagliare insegnanti, dove prima c'erano. "L'anno scorso - afferma il dirigente che fino a quest'estate guidava il primo circolo didattico di Bologna, quello più numeroso - avevo tre insegnanti di inglese in organico più uno di francese: con la nuova legge mi sono trovato con un insegnante di diritto in meno. Siamo tornati indietro, invece che andare avanti".
(da. cor.)


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