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Repubblica-Bari-Scuola, duemila posti scoperti E noi precari? Tenuti a casa

Dati sconcertanti per Bari e provincia nell'incontro organizzato da Cgil, Cisl e Uil Scuola, duemila posti scoperti "E noi precari? Tenuti a casa" Rabbia e futuro incerto per cinquemila persone ...

24/01/2003
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la Repubblica

Dati sconcertanti per Bari e provincia nell'incontro organizzato da Cgil, Cisl e Uil
Scuola, duemila posti scoperti "E noi precari? Tenuti a casa"

Rabbia e futuro incerto per cinquemila persone "È la prima volta che non vengono effettuate assunzioni a tempo indeterminato"
NICO LORUSSO

Alle quattro e mezzo di ieri pomeriggio l'aula magna dell'istituto tecnico "Elena di Savoia" era già piena come un uovo. I cinquecento posti a sedere erano tutti occupati e molte persone non sono riuscite neppure ad entrare, totalizzando una presenza che ha sfiorato il migliaio. Era di scena la rabbia dei precari della scuola: oltre cinquemila tra Bari e provincia.
"Non ci aspettavamo tanta gente - ha confermato il segretario della Cgil scuola di Bari, Maurizio Lembo - segno che la protesta ha colto nel segno. Il ministro Moratti deve sboccare le assunzioni come prevede la legge e non perdere altro tempo". L'assemblea è stato il primo incontro collettivo a livello di base dopo la rottura delle trattative a livello nazionale: infatti il governo - secondo Cgil Cisl e Uil, i sindacati promotori dell'iniziativa - avrebbe bloccato le assunzioni in ruolo, relegando, per l'anno scolastico in corso, al ruolo di precari migliaia di docenti e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, insomma i cosiddetti Ata.
"In cinquant'anni di storia repubblicana questo è il primo anno scolastico in cui non vengono effettuate assunzioni a tempo indeterminato" si legge in un documento che oggi, nella sede della Cisl Scuola, sarà presentato ai parlamentari eletti in provincia di Bari. "Per ora abbiamo scelto due forme di pressione - ha dichiarato la segretaria provinciale della Cisl Scuola, Lena Gissi - la prima è la presentazione di un documento unitario ai parlamentari perché riportino nel dibattito parlamentare la preoccupazione per una politica scolastica ispirata ai puri criteri contabili imposti dal ministro dell'Economia Tremonti; la seconda consiste invece nell'avvio di una petizione rivolta a tutto il mondo della scuola perché si chieda a Camera e governo di riaprire le immissioni in ruolo". D'altronde, l'età di chi ieri si passava di mano in mano i foglietti con il testo della petizione era piuttosto alta: pochi i giovani, molti i precari con alle spalle lunghi periodi di contratti a tempo determinato, spezzoni di cattedre, sostituzioni per maternità.
E per i docenti - come denunciato dal portavoce del Comitato Precari di Lecce, Corrado Corvaglia - c'è anche il timore di essere scavalcati dai giovani frequentatori delle Siss, le scuole di specializzazione che attribuirebbero trenta punti in più in graduatoria rispetto ai precari "storici". L'anzianità di servizio era più alta tra il personale docente, con punte di quattordici anni di servizio precario; per gli Ata, in gran parte assunti dalle liste del collocamento dopo il passaggio dai comuni all'amministrazione statale, il periodo di precariato si assestava in media sui tre anni. "Tre anni? Pochi, rispetto alle storie di altri colleghi" afferma la signora Teresa Lisco, collaboratrice scolastica della scuola "Montello" di Bari.
Dal palco sono emerse le storie particolari di chi, ogni anno, viene licenziato il 31 luglio e riassunto, quando va bene, il primo settembre. Un esempio: "Sono un insegnante di educazione musicale. Sapete che nella nostra categoria se si vuole passare di grado bisogna prima tornare nelle fila dei precari?". Poi le critiche alle nuove immissioni in ruolo degli insegnanti di religione: "Non ho nulla contro di loro, però mi chiedo perché loro sì e tutti noi no" dice uno dei precari guadagnandosi un applauso scrosciante. In effetti i posti ci sarebbero: secondo i calcoli del sindacato, sarebbero 5.000 nelle scuole di Bari e provincia i posti vacanti e disponibili per assunzioni di ruolo: 2181 posti per il personale Ata, 749 posti per il personale docente e 260 per il personale di sostegno, senza contare i supplenti. "Il problema è che le riforme non si fanno a colpi di maggioranza - ha detto il segretario regionale della Uil scuola, Attilio D'Ercole - ma sia il precedente ministro Luigi Berlinguer sia quello attuale, Letizia Moratti, hanno voluto procedere così. Ma almeno Berlinguer aveva un'idea complessiva, con l'aumento dell'età dell'istruzione obbligatoria a diciott'anni e un ciclo formativo di dodici, mentre adesso si passa solo alla regionalizzazione dei programmi e dell'istruzione professionale, con un favore alla Lega Nord e all'abolizione della scuola dell'infanzia declassata a semplice asilo. Assemblee come questa sono previste in tutta Italia: ieri a Perugia, la settimana prossima a Matera, poi passeremo ai sit-in ed alle manifestazioni nazionali sotto il ministero dell'Istruzione e soprattutto, perché ormai lì si prendono le decisioni, sotto quello del Tesoro".
Intanto una delle interlocutrici del sindacato è giunta ieri in Puglia e vi rimarrà anche oggi: la sottosegretaria all'Istruzione Valentina Aprea sarà infatti stamattina a Molfetta, all'Istituto Alberghiero, per un convegno. Gli studenti annunciano manifestazioni di protesta.


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