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Repubblica_Bari-Ma con la riforma Moratti la scuola fa un salto indietro

La Sinistra giovanile: si va verso il settarismo culturale L'opinione Ma con la riforma Moratti la scuola fa un salto indietro DOMENICO DE SANTIS Alla vigilia dello sciopero nazionale dei l...

03/04/2002
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la Repubblica

La Sinistra giovanile: si va verso il settarismo culturale L'opinione
Ma con la riforma Moratti la scuola fa un salto indietro

DOMENICO DE SANTIS

Alla vigilia dello sciopero nazionale dei lavoratori è importante soffermarci su taluni temi caldi che una decina di giorni fa hanno portato tanta gente a manifestare la loro opposizione al governo di centrodestra. A Roma c'erano centinaia di migliaia di studenti e docenti di tutta Italia per la difesa del loro futuro, pensando a ciò che sulla loro pelle si sta decidendo. Infatti il Consiglio dei Ministri ha approvato qualche giorno fa il disegno di legge delega sulla scuola che inizierà a breve il suo iter parlamentare. "Dopo Gentile ecco la riforma Moratti, partita dal basso", ha detto il premier. Facendo definitivamente calare il sipario sulla riforma Berlinguer. Ed è proprio così, il governo di centrodestra riporta il calendario dell'istruzione italiana indietro di settant'anni, quando chi studiava era solo chi se lo poteva permettere.
Riecco quindi la scuola che divide: la Moratti ci propina una idea di scuola, di formazione e di società basate sul darwinismo sociale e sul settarismo culturale. Una scuola a misura di chi ha le possibilità di pagarsela, dove chi non può ne resta fuori. Noi crediamo, invece, che la funzione principale della scuola sia quella di garantire uguali opportunità di accesso e di successo formativo, coniugando i bisogni e le aspettative degli studenti.
Il mantenimento del ricorso alla delega, fra prima e seconda lettura, non rappresenta una coincidenza di tenuta della coalizione, bensì profila che non vi è una idea ed un progetto sull'istruzione ben definito ma semplicemente l'esigenza di soddisfare una parte, minoritaria, del mondo scolastico italiano. Infatti, alla fine, più che una riforma o una controriforma, questa pare una accozzaglia di modifiche destrutturanti e svincolate l'una con l'altra. Questo progetto ha come punti cardini l'integrazione dell'avviamento al lavoro abolito nel 1962, la destrutturazione della scuola pubblica, il finanziamento degli istituti privati attraverso la filosofia del buono scuola e la promozione di logiche aziendali applicate al sistema dell'istruzione, comportando un regresso secolare per la scuola italiana.
L'invenzione assurda del rapporto scuolaimpresa sostenuto dalla proposta dei due canali della formazione culturale tradizionale nei licei e della formazione professionale si svincola dai veri interessi degli studenti e delle imprese, i primi chiedono una istruzione che li formi realmente per il mondo del lavoro e i secondi chiedono giovani altamente qualificati. Questa legge delega, al contario, ne delude le aspettative.
Chi frequenterà i licei subirà durante il proprio percorso formativo una netta separazione tra la formazione e il mondo del lavoro, per chi invece sceglierà la formazione professionale sarà molto alto il rischio di conseguire una formazione datata che fuori da un sistema di aggiornamento delle proprie competenze e di specializzazione li vedrà indifesi di fronte ad un mercato del lavoro in continua evoluzione che chiede sempre più alta qualità formativa.
La delega sulla scuola, adottata dal governo, limita i diritti individuali dei giovani derivanti dall'accesso all'istruzione e al sapere. Ha ragione il nostro presidente Berlusconi a comparare la riforma Moratti a quella Gentile, peccato che la prima è stata progettata per una società fondata sull'analfabetismo, non vorrei che la seconda porti a questo, riducendo la qualità della formazione nel nostro paese.
Segretario regionale della Sinistra giovanile


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